FIRENZE – Non ce la vogliono proprio. Niente da fare per Cristina Bugatty: niente Sgarbi e niente Dopofestival. Del resto, nonostante i balletti e le contorsioni dei giorni scorsi si era già capito da un pezzo che l’onorevole ex sottosegretario sarebbe stato “cassato” in toto, con tutte le sue proposte.
La Bugatty non ci sta, però, a fare l’ “oggetto strano”, così morbosamente “pericoloso” da causare le preoccupazioni ed il veto irrevocabile del padre padrone del Festival, Pippo Baudo, che non ha gradito un aspetto femminile su generalità anagrafiche maschili. Anche se, malgrado tutto si sta godendo un bel momento di popolarità.
Cristina, sei stata il pomo della discordia.
Mi è molto spiaciuto. Soprattutto perché considero Pippo Baudo un grandissimo professionista e un talent scout infallibile. Il fatto che mi abbia scartata, senza nemmeno vedermi, senza ascoltare una mia canzone, mi ha veramente amareggiato.
Cosa fai nella vita?
Io sono cantante e autrice di testi. Il mio gruppo si chiama Starsmusic e siamo un trio: un uomo, una donna alle percussioni ed io che canto. Rappresentiamo tutti e tre i sessi. Sono anche attrice di teatro, anzi nasco proprio come attrice e ho recitato in diversi corti.
Sgarbi ha detto che sei anche una scrittrice.
Ho scritto poesie e romanzi, Vittorio li ha letti, ma non sono stati mai pubblicati. Comunque, non voglio fare la figona: quando avevo bisogno di soldi, ho fatto anche la barista e ho venduto scarpe al mercato, non mi vergogno a dirlo.
Quale sarebbe stato il tuo ruolo all’interno del dopofestival?
Avrei dovuto recitare e, siccome sono un’autrice, commentare i testi delle canzoni in gara. Nonché cantare il nuovo pezzo degli Starsmusic “Give me your smile”. Una canzone che parla d’amore e di tolleranza. Faccio musica pop-dance e questo brano è molto orecchiabile, anche se altri nostri brani comprendono elementi jazz o acid jazz.
Come ti ha “trovata” Sgarbi?
Mi ha visto in una puntata di “Chiambretti c’è”. Mi ha telefonato ed invitata a cena a casa sua con altre persone. E’ stato incredibile, perché io non avevo nessuna raccomandazione. Non ho spinte politiche, familiari o “di letto”. Ho apprezzato tantissimo Vittorio, che ha creduto in me, in quello che faccio senza riserve e non è facile trovare persone come lui nel mondo dello spettacolo.
Lo senti ancora dopo l’ “affaire” Dopofestival.
Certo. Siamo in ottimi rapporti. Mi ha anche invitata al Contro-Dopofestival che farà da solo, in una collocazione ancora tutta da decidere.
Non ti piace essere chiamata trans: come ti definiresti?
Non voglio essere chiamata trans per rispetto a coloro che hanno fatto un percorso così difficile come il cambiamento di sesso. Io mi definisco un fumetto e un’artista. Oltretutto il mio “stato estetico” non ha nulla a che vedere con la mia sessualità. In Italia c’è proprio la fissazione di “catalogare” l’essere umano. Io canto e cerco di far arrivare al pubblico la voce della mia anima. E l’anima non ha sesso.
Quindi sei oltre i movimenti GLBT?
Io credo che ci sia una gran settarietà nei movimenti. Questo non ama quello e viceversa. A me interessa la libertà e l’uguaglianza di tutti, un’unione che vada al di là dei ghetti e dei personalismi di gruppo.
Alla fine della storia, comunque, hai avuto una bella dose di pubblicità da Pippo Baudo.
Sì, ma non so se l’ho proprio gradita. Avrei preferito che si pubblicizzasse il nostro disco. Il mio aspetto dovrebbe rimanere sempre in secondo piano. Tuttavia, come diceva mia nonna “tutto fa brodo”, così considero la faccenda una mano per farci conoscere e far sentire la nostra musica.
Tutte le foto sono dal sito www.starsmusic.it
di Paola Faggioli
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