Tuttə contro Lorenzo Fontana presidente della Camera, Arcigay: “Sconcertante”

“Se Giorgia Meloni pensa a un nuovo confino per le famiglie arcobaleno lo dichiari subito", ha tuonato Alessia Crocini di Famiglie Arcobaleno.

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Tuttə contro Lorenzo Fontana presidente della Camera, Arcigay: "Sconcertante" - Lorenzo Fontana - Gay.it
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Sembrava impossibile far peggio di Ignazio La Russa, neo presidente del Senato che colleziona statue del Duce, e invece Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono riusciti nella titanica impresa. La destra ha votato Lorenzo Fontana nuovo presidente della Camera. L’ex ministro per la famiglia, filo-putiniano, anti-abortista, anti-gender, anti-LGBTQ, ultracattolico, accolto a Montecitorio da uno striscione sorretto da Alessandro Zan e Rachele Scarpa, new entry Pd dichiaratamente pansessuale, con sopra scritto “No ad un presidente omofobo pro-Putin”.

“Lo scivolamento verso Orban inizia affidando il Parlamento a due figure divisive e reazionarie. L’ossessione della destra contro i diritti emerge già nei primi due giorni di legislatura”, ha scritto Zan sui social, mentre Monica Cirinnà, ex senatrice, ha parlato di “Re Nudo. Con Fontana alla Camera le destre svelano la loro vera faccia: omofobe, sessiste, misogine e filoputiniane”.

“L’elezione di un estremista come Fontana a un’altissima carica di garanzia è il segnale che la destra non ha affatto abbandonato il progetto di orbanizzazione dell’Italia, nei temi interni e nella collocazione internazionale. Sappiano che troveranno un’opposizione durissima“, ha cinguettato Ivan Scalfarotto di Italia viva.

“Peggio di così nemmeno con l’immaginazione più sfrenata. L’Italia, non merita questo sfregio”, ha commentato Enrico Letta.

Questo è il volto della destra guidata da Meloni, un volto di destra estrema che porta alla guida del Senato un nostalgico del Ventennio fascista e alla guida della Camera un omofobo, contro i diritti delle donne, pro Putin. Una giornata per noi assolutamente non bella che però svela la strategia di questa destra che guarda al passato e che non si lega alla modernità di questo Paese“, ha commentato ad AndKronos Angelo Bonelli di Alleanza Verdi-Sinistra italiana.

Durissime le prime reazioni da parte delle associazioni LGBTQ+ nazionali.

La possibilità che l’ex Ministro Lorenzo Fontana possa essere candidato ed eletto alla Presidenza della Camera dei Deputati crea grande sconcerto”, aveva commentato poco prima del voto Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. “Vogliamo ricordare che Fontana da Ministro ha promosso a Verona nel 2018 una delle più imbarazzanti pagine della recente storia istituzionale Italiana, il Convegno mondiale della Famiglia, un evento che mise il nostro Paese sotto la luce negativa dei riflettori internazionali ospitando e dando la parola a decine di esponenti dei movimenti ultraconservatori, omofobi, misogini. Lo stesso Fontana ha sempre portato come modello culturale e politico la Russia di Putin, e si è distinto per alcune delle proposte più becere della storia repubblicana, come la richiesta di abolire la legge Mancino contro le discriminazioni razziali e religiose. Il Parlamento è sovrano, ma l’elezione di un personaggio come Lorenzo Fontana non può che contribuire alla demolizione dell’autorevolezza delle istituzioni democratiche”.

“L’esercizio della democrazia deve garantire il rispetto dei principi costituzionali e della democrazia stessa, come la laicità dello stato e l’antifascismo“, ha sottolineato Pietro Turano, portavoce Gay Center. “La Seconda e Terza carica dello Stato devono essere elementi di rappresentatività e garanzia: risulta preoccupante per uno Stato di Diritto che tali ruoli fondamentali possano essere in mano a persone di nostalgica memoria o che diffondono fake news complottiste, antiabortiste e omofobe, contro i diritti delle donne, delle minoranze e i diritti umani in generale”.

Lorenzo Fontana fa parte di una generazione di ultra conservatori pericolosamente estremisti, megafoni di odio contro i diritti delle donne e delle persone LGBTQI+, che sostengono apertamente il regime di Putin. Nel suo discorso iniziale salta all’occhio il pietismo verso le persone disabili, ma non una parola sulla legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo da lui ferocemente osteggiata durante la scorsa legislatura”, ha precisato Rosario Coco, Presidente Gaynet. “Fontana è un personaggio che ha fatto della lotta contro i diritti e le libertà la ragione unica della propria azione politica. Il congresso di Verona da lui sostenuto nel 2019 come Ministro della Famiglia nonostante la presenza di personaggi che sostenevano le mutilazioni genitali femminili e il carcere per gli omosessuali, vide un’imponente manifestazione contraria da parte dei movimenti LGBTQI+ e transfemministi, con oltre 300.000 persone da tutto il Paese. Da “le famiglie gay non esistono” alle dichiarazioni sul ‘modello Putin’, Fontana – conclude Coco – è l’espressione di un’odio che avvelena l’intera società, poiché la stragrande maggioranza degli italiani vive concretamente la pluralità delle famiglie e non si sente certamente rappresentata da un profilo euroscettico e ultraconservatore come quello dell’ex ministro della Famiglia”.

Mi domando in quale altra nazione europea e democratica sia possibile che un presidente della camera abbia a casa la foto di un dittatore sanguinario o definisca schifezze le coppie LGBT+, con una Premier in pectore che si ispira alla Polonia, con queste premesse i diritti civili e la nostra democrazia sono a rischio. Ciò non fermerà quel che da oggi sarà la nostra resistenza: nel 2022 non permetteremo che si ritorni indietro“, ha tuonato Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale.

La seconda e la terza carica dello Stato devono garantire rappresentatività, laicità dello Stato e spirito antifascista, oltre che rispettabilità: le scelte operate dalla maggioranza vanno nella direzione esattamente contraria e questo non può che destare la viva preoccupazione e l’allarme della nostra comunità”, ha affermato il presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Mario Colamarino. “Come associazione LGBTQIA+ siamo prontə a dare battaglia insieme a chi vorrà unirsi a noi, ricordando le parole della nostra amica, la partigiana Tina Costa, che ha avuto modo di indignarsi contro lo stesso Fontana: ‘Quando ci sono diritti in pericolo bisogna metterci la faccia’.

Se Giorgia Meloni pensa a un nuovo confino per le famiglie arcobaleno lo dichiari subito“, ha durissimamente reagito Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno. “L’elezione a presidente della Camera di un personaggio che ha fatto dell’odio per le persone LGBT la sua cifra stilistica, è un messaggio chiaro contro le nostre famiglie. Meloni si vanta di essere una “madre cristiana” eppure ha iniziato una vera persecuzione culturale contro bambini, bambine e le loro famiglie. Da tempo chiedo a Giorgia Meloni un incontro e un confronto ma evidentemente una cosa è urlare dai palchi contro la “lobby LGBT” e un’altra guardare negli occhi una donna e madre come lei e dirle: tuo figlio non doveva nascere e non merita gli stessi diritti di mia figlia.”

Famiglie Arcobaleno si è appellata a tutte le forze democratiche del Paese, denunciando l’altissimo rischio di un’escalation quando l’omofobia siede tra le più alte cariche dello Stato, diffondendo un clima di odio. “Ora più che mai è necessario approvare una legge sul riconoscimento dei figli delle coppie dello stesso sesso, mettendo al sicuro migliaia di minori che rischiano di finire nel mirino dell’odio, dell’intolleranza e della violenza“.

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