COLOMBIA: MACHISMO, EROTISMO

Dalla capitale Bogotà alle località caraibiche del litorale. Un resoconto dettagliato di cosa si muove per il turista gay in una terra piena di bellezze e di problemi.

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La Colombia, terra piena di incanto e magia, direbbe il premio Nobel per la letteratura Gabriel Garcia Marquez, colombiano appunto, ha un atteggiamento particolare per quel che riguarda la vita gay. L’omosessualità non è menzionata nella legge e l’età minima per un rapporto sessuale è di quattordici anni, ma la polizia è conosciuta per la sua durezza verso i gay.
La Colombia è grande (1.141.748 km quadrati) e senza dubbio la mentalità è varia da zona a zona. Ci fermiamo a vedere la situazione omosessuale nella capitale (Santafé de Bogotà) e lungo la costa caraibica.

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La città di Bogotà risente della difficile situazione sociale in cui vive il paese. La criminalità organizzata compete con le istituzioni per il controllo di alcune zone della città, nelle quali è bene che il turista non si avventuri se non accompagnato. Se siete a Bogotà in vacanza, probabilmente avrete notato che il vostro albergo è circondato da uomini armati, che lo proteggono giorno e notte. La sensazione di vivere in stato d’assedio è forte, ma non impedisce di godere delle mille bellezze di questa splendida capitale.
Le mete turistiche qui sono tante: una visita al Museo dell’Oro, con le sue decine di migliaia di esempi di oreficeria pre-colombiana, sarà una esperienza indimenticabile anche per il gay più “macho”. La Candelaria, che costituisce il centro storico di Bogotà, è brulicante di giovani, essendo anche sede della vita universitaria cittadina. Nei tanti accoglienti locali, non vi sarà difficile fare piacevoli incontri, anche nelle ore diurne: anche se la cultura maschilista è forte, anche se la difficile situazione sociale pesa, siamo pur sempre in sud America, e qui i ragazzi non fanno molte difficoltà a ricevere le attenzioni di un altro uomo. Tuttavia, qui ancor più che altrove, la prudenza non è mai troppa.
La vita notturna di Santa Fe’ di Bogotà è assai particolare: i locali pubblici chiudono piuttosto presto, in genere entro mezzanotte, lasciando le strade vuote a sparute pattuglie armate in perlustrazione. Tuttavia, “segretamente” (ma qualunque tassista potrà darvi informazioni dettagliate in merito) in locali privati, la vita notturna continua, con feste e improvvisate discoteche. Certo, in questo caso sarete scortati da un uomo armato persino nei pochi metri che separano il taxi dalla porta di ingresso, ma una volta dentro sarete accolti da un piacevole mix di clandestinità e spontaneità. Spesso queste serate sono organizzate in garage, che di giorno svolgono la loro normale funzione, o in altri locali semi-abbandonati, ma non mancano animazione con spettacoli, musica e drink.

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Spostiamoci sul mare. La costa caraibica è veramente una terra magica, con la bellissima città di Caragena de las Indias e i vari villaggi sparsi fra campi di banane e fiumi. Ma abbiamo anche Barranquilla, la terza città per grandezza della Colombia, che ha dato i natali alla cantante Shakira. Una zona, quindi, che presenta una diversa varietà socioculturale.
La costa è abitata dai discendenti degli schiavi africani deportati nei secoli scorsi. Si ha così una popolazione particolare, frutto dell’unione fra spagnoli, africani, e antichi abitanti della zona. Questa natura “afro-caribeña” si riflette sul modo di pensare e di vivere.
Al di sopra di tutto c’è l’importanza della vita e, quindi, della procreazione. E’ importante che l’uomo, il maschio, sia riconosciuto come tale, anche sessualmente parlando. Fin da piccoli ai ragazzi viene insegnato che l’uomo deve prima di tutto “comer” (letteralmente “mangiare”, ma inteso nel nostro senso di scopare). E così è “normale” trovare diversi nuclei familiari composti da un uomo, una donna e una miriade di bambini. E lo stesso uomo in un altro villaggio ha un’altra donna con altri bimbi, e forse anche in un terzo villaggio… E’ famosa l’educazione sessuale dei maschietti afro caraibici: per dimostrare di essere diventati adulti devono “comer” un’asina… Da questa mentalità così fortemente radicata nasce anche il disprezzo per i gay (normalmente chiamati “marica”, froci). Il gay è colui che non è capace di “comer” ma solo di “essere mangiato”, per cui nella crescita sessuale del vero maschio colombiano abbiamo prima l’esperienza con l’asina, poi con qualche omosessuale e infine si arriva alla donna, o alle donne…
Unita a questa forte connotazione procreativa c’è la situazione che, per la mentalità comune, gay è uguale a effeminato, per cui è sufficiente che un ragazzo sia leggermente più delicato nei modi che viene spesso messo alla berlina.
A proposito del termine “marica” è curioso notare che fra amici, anche di età avanzata, è normale che ci rivolga usando quest’appellativo. Ma se un vero “macho” viene definito “marica” si può arrivare anche alle armi per lavare l’onta…
Anche per questo la vita gay – nella zona della costa – non è molto sviluppata, sebbene in questi ultimi anni il turismo, stia dando un incentivo ad organizzarsi e a vivere con dignità la propria vita sessuale.
Soparattutto a Cartagena stanno nascendo dei locali di ritrovo per i (tanti!) gay della costa. La maggior parte dei locali è situata nella zona del “Laguito”, nei dintorni dei grandi hotel costruiti appositamente per i turisti e alle spalle della spiaggia di Boca Grande. Questi locali stanno piano piano sostituendo i luoghi di cruising all’aperto, il più famoso dei quali è la piazza dell’orologio, all’ingresso della vecchia città.
Se è vostro desiderio passare una vacanza sulla costa caraibica, andate ben coscienti che, comunque, siete degli europei da sfruttare: attenzione agli escort che sono abilissimi a rubare tutto, come anche attenzione ai luoghi che frequentate perché, purtroppo, l’estrema povertà spinge le persone a rubare.
Potrebbe trattarsi, invece, di una bella vacanza in cui ammirare una splendida natura, delle spiagge mozzafiato. E rifarsi gli occhi ammirando degli uomini bellissimi, che girano mezzi nudi per il caldo, e portano in sé i caratteri di diversi popolazioni.

di G. M. Corbelli e R. Russo

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