Un sondaggio britannico svolto dall’ente Virgin Holidays ha rivelato che il 37% delle persone LGBT ha subito una qualche forma di discriminazione durante le vacanze. Il 6% rincara affermando di aver subito minacce e maltrattamenti fisici durante gli stessi viaggi.
Il sondaggio ha messo in luce anche un altro aspetto: più di due terzi delle persone partecipanti sceglie di viaggiare in determinati luoghi solo se questi sono LGBT-friendly; l’80% rivela altresì di non aver trovato informazioni abbastanza chiare sulle leggi o sui divieti rivolti alla comunità LGBT da parte degli organi preposti (questo accade soprattutto quando si parla di viaggi in Africa o in Asia).
“Le compagnie di viaggi dovrebbero fare di tutto per far sì che i loro clienti viaggino al sicuro in qualsiasi posto del mondo. Ci piacerebbe molto collaborare affinché la comunità LGBT possa sentirsi libera di viaggiare senza avere paura di essere discriminata o peggio ancora arrestata“, commenta Ruth Hunt, CEO di Stonewall, un’associazione che ha realizzato il sondaggio insieme a Virgin Holidays. Il punto è infatti proprio la limitazione della libertà: il 23% degli intervistati afferma che in vacanza agisce alterando il proprio modo di essere per “camuffare” l’omosessualità.
I casi noti di discriminazione o, peggio ancora, di condanne sono molteplici: nel 2014 il turista inglese Ray Cole è stato arrestato in Marocco per 20 giorni, a causa delle leggi anti-omosessualità del paese. Nel 2015 il marito di Marco Bulmer-Rizzi, un turista inglese, è morto tragicamente durante una luna di miele in Australia: poiché il paese non riconosce il matrimonio gay, sul certificato di morte è stato obbligatoriamente scritto “celibe”.
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È un peccato. Le vacanze sono il momento di rilassarsi, godersi il tempo meraviglioso. Ma se discriminare è la perdita media di vostra libertà. Non sono d'accordo con la discriminazione durante le vacanze :(