L’Abruzzo sceglie il nudismo per il rilancio del turismo. L’assemblea regionale abruzzese ha infatti approvato in questi giorni la nuova legge regionale denominata “Valorizzazione del turismo naturista”. Un provvedimento che è arrivato all’esame dell’Aula dopo non poche polemiche e qualche ironia che, nei mesi scorsi, hanno accompagnato il suo iter legislativo. Secondo la Regione, un naturista ha una vita sana, si alimenta con prodotti naturali, pratica attività sportiva all’aria aperta e il suo stare nudo ha una componente sociale che si realizza, quando possibile in spazi privati e pubblici. Perciò l’amministrazione, entro i limiti posti dallo Statuto e nel rispetto dei principi generali della Costituzione, “riconosce e promuove nel proprio territorio le condizioni necessarie per garantire la possibilità di praticare il naturismo, riconoscendolo come stile di vita sano, naturale ed educativo, nonché avente grandi potenzialità di sviluppo economico”.
In particolare, la Regione, per perseguire queste finalità, promuove l’individuazione di aree libere da destinare alla pratica del naturismo e promuove la realizzazione d’infrastrutture pubbliche, destinate al medesimo scopo, prevedendo anche la concessione di contributi attraverso le vigenti e future leggi d’incentivazione del settore turistico. Le aree destinate ai turisti del nudismo (spiagge marine, lacustri o fluviali, boschi ed altri ambienti naturali di proprieta’ del demanio o di enti pubblici), oltre ad essere lasciate alla libera fruizione, potranno essere concesse a privati, associazioni ed organizzazioni lasciando al Comune il controllo che l’attivita’ svolta rientri nelle norme.
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