Dopo le stragi ad opera di kamikaze a Casablanca, anche il Marocco sembra annoverarsi tra i paesi a rischio terrorismo ed essere alienato nel suo bene più prezioso e necessario: il turismo. Eppure, nonostante tutto, vale davvero la pena programmare una salutare e piacevole vacanza in questo paese ricco di fascino, di mistero e di ragazzi pronti ad allietare la vostra vacanza oltre il desiderabile.
Il Marocco, come altri paesi arabi, necessita di nuove strategie per rendere competitivo il settore del turismo. Ogni anno quasi tre milioni di stranieri visitano il Maghreb-el-Aqsa (nome arabo che significa: paese che occupa la parte più occidentale del Nord Africa), con un trend in continua salita. Così lo cita il grande scrittore Tahar Ben Jelloun: «Il Marocco è un susseguirsi di porte che si spalancano a mano a mano che si avanza. E non si può avanzare se non visitandolo assiduamente, e conservando in sé il desiderio dello stupore, la curiosità di conoscere e di assimilare».
Viaggiando si potranno incontrare culture e luoghi somiglianti ad un set cinematografico di tempi remoti e lontanissimi: un fascino dominante in una terra a maggioranza, si badi bene, non araba bensì berbera. Dominata dai romani per due secoli, passata poi sotto il dominio arabo, fin quando nel 1070 la dinastia Almoravide fondò Marrakech e i berberi cominciarono a dominare il territorio.
Passato poi sotto il protettorato francese, il Marocco conquistò l’indipendenza nel 1956 e oggi è governato da una monarchia costituzionale guidata da S.M. Mohammed VI, un giovane e affascinante re che sta cercando di traghettare il paese verso nuove libertà e rinnovate opportunità di cultura e istruzione.
Non si parte per il Marocco con il cuor leggero; non si torna senza aver nel cuore quel “mal d’Africa” e il desiderio di farvi ritorno. Si può, attraverso la Spagna, traghettare da Algericias sbarcando a Tangeri, la città che per molti anni è stata luogo di incontri e residenza di artisti e scrittori omosessuali.
Volendo risparmiare tempo e denaro si arriva a Casablanca in aereo per poi proseguire con un volo interno per Marrakech. Ecco il Marocco: luce dorata che inonda palmeti e bianchissime abitazioni; colori pastellati simili alle tele di Tabal; ragazzi con i loro grandi occhi neri e pelle dorata pronti a fermare il tempo e a far battere ogni emozione con quella mano che, dopo aver stretto la vostra, viene adagiata sul cuore: salam-alì-kum! Jallabah bianchi indossati da uomini e donne testimoniano una cultura e le sue millenarie tradizioni fideiste. Serve e necessita abbandonarsi ai tempi del luogo: la fretta non è conosciuta né apprezzata. Per pochi Dirham (moneta locale), taxi individuali o collettivi sono pronti a portarvi ovunque voi desideriate: ma senza fretta! Trattare e ancora trattare è un imperativo categorico in Marocco. Se poi decidete che quei due ragazzi già seduti su un taxi in attesa di intraprendere il viaggio allietano i vostri desideri, non resta che acquistare gli altri posti e iniziare quel tragitto che si rivelerà divertente e piacevole, anche con la protezione accondiscendente dell’autista.
I mesi migliori per andare in Marocco vanno da maggio a ottobre e il consiglio migliore è di viaggiare, viaggiare in lungo e largo, scegliendo le ore pomeridiane, le meno calde, per raggiungere le vostre mete. Oltre ai taxi, ci sono i pullman che viaggiano anche nelle ore notturne e raggiungono le più disparate località. Abbandonate gli occhi e i desideri incantati nei variegati paesaggi brulli, nelle distese verdi di juta o palmeti di datteri. Se poi il viaggio impegna molte ore, nessun problema, vi sono soste dove potete acquistare della carne da far cuocere alla brace o sfamarvi con un prelibato tajin, oltre alle altre fermate dedicate alla preghiera o a qualche controllo di polizia. Se invece decidete di viaggiare in taxi saranno gli “chaffeur” a pensare a tutto: a sostare dove desiderate, a farvi partecipe della compagnia degli altri viaggiatori, e quelle cassette musicali “gnawa” o di stupende canzoni berbere in continuo funzionamento.
Si può scegliere di attraversare il litorale mediterraneo, lungo 450 km, ricco di scogliere e baie o quello atlantico di 1.500 km in gran parte sabbioso e che tocca luoghi di grande fascino e divertimento: Agadir ha molti locali gay ed è una città capace di soddisfare ogni esigenza di un turismo di massa o di lusso. Una grande città Agadir, dove all’imbrunire meravigliosi ragazzi sono pronti ad accompagnare la vostra notte danzante o il piacere di un “salotto” errante tra lunghissime spiagge. O Essaouira, l’antica Mogador, dove tanti occidentali risiedono la maggior parte dell’anno, con una medina invalicabile per le auto, i suoi riad tornati agli antichi splendori, il mercato del pesce circondato da un suk dove gli effluvi del cibo marino si mescolano ai densi profumi di spezie e incensi. Per due euro si può acquistare un chilo di sarde, farselo pulire e cucinare, accompagnandolo con una insalata, una bibita e del caldo e profumato pane arabo. Se poi non si vogliono abbandonare i propri vizi esistono ristoranti dove è possibile bere vino o altre bevande alcoliche, religiosamente vietate altrove.
E poi via, ancora, verso Ouarzazate: la città del cinema ricca di fascino e locali notturni, dove incontrare e posare gli occhi su un bellissimo ragazzo crea imbarazzo sulla scelta. Sconfinare nella torrida Erfoud: luogo adatto per organizzare un viaggio nel deserto o acquistare splendidi fossili. Raccomandata e necessaria una visita a Taroudant, stracolma di botteghe dove creano bellissimi sandali in cuoio e dove l’amore e l’ospitalità dei ragazzi vi porterà agli estremi dei desideri. Potreste poi proseguire per Tata, sempre che riusciate a sopportare temperature davvero elevate, ma ne vale la pena se desiderate ammirare delle oasi bellissime e conoscere gli “uomini blu”, i tuareg del deserto. Bellissimi monili in argento potete trovarli a Tata ma, seduti accanto al venditore trattate l’acquisto, magari sorseggiando un bollente tè alla menta. E non dimenticate Rabat, Meknes, Fes, Zagora.
In Marocco si può scegliere di alloggiare in lussuosi alberghi o affittare un riad con patio interno dove invitare i propri amici. Da alcuni anni, quasi ovunque, è vietato ai marocchini girare in compagnia dei turisti. Vi basterà far registrare il vostro amico o “fidanzato” presso la locale stazione di polizia e non dimenticare mai il pass quando siete a bighellonare con lui tra souk e spiagge. In alternativa, vi basterà fermarvi a parlare, invitando l’amico ad un convivio serale riservato e casalingo. Ovviamente: tolleranza e rispetto nelle tradizioni del paese che con amore e tanto calore vi ospita.
Per informazioni e prenotazioni, visita il sito di OutTravel
di Mario Cirrito
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