New York, i consigli “friendly” da un local per il World Pride 2019

Guida friendly alla Grande Mela in tempi di World Pride, vista dagli occhi di chi la vive tutti i giorni. Tommaso Cartia – The Digital Poet, giornalista, scrittore e blogger da anni residente negli Stati Uniti ci accompagna in una New York tipicamente atipica.

new york
14 min. di lettura

[n.d.r.: Tommaso Cartia è giornalista, scrittore e poeta, vive a New York da 10 anni,  e GAY.IT l’ha scovato per offrire ai propri lettori una guida veramente esclusiva e local alla New York friendly 2019. Buona lettura]

Ho sognato di vivere in questa meravigliosa città per tanto tempo e ora questo sogno è la mia vita. Sono quindi particolarmente entusiasta ed emozionato mentre mi accingo a farvi scoprire la mia New York in un periodo storico così importante e carico di significati.

Quest’anno i colori arcobaleno della città rainbow per eccellenza, saranno più vividi che mai.

Il World Pride che scalderà l’estate newyorchese a partire da fine giugno, si carica di un significato particolarmente importante per la storia della comunità LGBTQ+ americana ed internazionale. Si celebra infatti il 50° anniversario dei moti di Stonewall che hanno cambiato per sempre il corso della storia, del costume e della cultura di gender, ed hanno cambiato per sempre anche New York, il cui volto colorato e cosmopolita non sembra risentire del passare del tempo, anzi si distende sempre di più mostrando il suo sorriso più smagliante, gaio ed accogliente nonostante i venti protezionisti che da qualche tempo spirano negli Stati Uniti d’America a minare quelle che sembravano assolute liberali certezze.

La Grande Mela è sempre stata una meta irrinunciabile per la comunità LGBTQ+, quel “almeno una volta nella vita a New York ci devo andare”, l’abbiamo pensato un po’ tutti. L’ho pensato anche io quando dieci anni fa mi trasferii qui per la prima volta affascinato dal mito di “Sex and the City”, ma anche dai grandi grattacieli, le architetture avveniristiche, le grandi mostre d’arte ed i centri culturali d’avanguardia, ed ovviamente i pilastri della storia della comunità gay, Stonewall ed i quartieri storici dal West Village a Chelsea, fino ad Hell’s Kitchen, che con la loro esplosione di ristoranti, bars, locali gay e gay-friendly ne hanno veramente per tutti i gusti.

Proporre una guida ragionata di New York sembra già un’impresa irragionevole, specialmente se si pensa a le milioni di guide, mini-guide, semi-guide, bloggers, influencers, che sono oggi accessibili a portata di click. Ho quindi pensato che fosse interessante proporvi non una tipica guida di bars, locali, mostre e luoghi d’interesse del quale sarete sicuramente già ben più che indottrinati, ma portarvi con me, in una passeggiata per questa incredibile città che da anni orami è casa mia, e farvi conoscere quei posti che si possono scoprire a New York solo camminando, solo provando, sperimentando.

La verità è anche che ormai ad oggi è quasi improprio distinguere a New York i posti gay-friendly da quelli non, è una delle poche città al mondo dove il concetto di integrazione tra i diversi gender è andato oltre il limitante termine di “accettazione”. Qui si è proprio ad un altro stadio, forse mi azzardo di dire all’opposto! La città è talmente “gay” che sarebbe interessante stilare una guida solo etero-friendly, e sarebbe difficoltoso. Ma è proprio perché ci sono stati i moti di Stonewall e tutto quello che hanno comportato, che oggi gay, lesbiche e transgender possono tranquillamente girare mano nella mano senza avvertire un minimo strascico di discriminazione. Ovviamente questa rimane una mia personale opinione, e voglio parlare esclusivamente della zona metropolitana di Manhattan, già se si esce dal centro lo scenario può cambiare così come è profondamente e drammaticamente diverso in altri Stati meno uniti di quanto sia New York City.

Ma tornando alla nostra guida, vi accompagno con me in una bella passeggiata per l’isola più metropolitana che ci sia.

West Harlem

Io abito a West Harlem, nel centro nevralgico di quella che è la comunità Afro-Americana newyorchese, un quartiere che nel corso degli anni si è trasformato ed è in continuo cambiamento. A New York la comunità gay usa dire, scherzosamente, che i gay si spostano e migrano continuando a conquistare la città! Ed in verità devo dire che è proprio così. Sicuramente è la zona West di New York che rimane più attiva ed interessante per la comunità arcobaleno, ed è vero che dopo il West Village, il trend di bars e locali si è spostato a Chelsea, e poi ad Hell’s Kitchen, fino a spingersi oltre Central Park qui a West Harlem.

C’è una bellissima interazione fra la comunità Afro-Americana e quella gay che si sta spostando sempre di più a West e Spanish Harlem perché al momento i costi degli affitti sono un po’ più contenuti. Harlem è sicuramente il quartiere dei grandi contrasti e delle grandi contraddizioni. Harlem è disseminata di chiese, ad ogni metro ne trovi una si trova una, da quelle opulenti che richiamano lo stile gotico a quelle modernissime che sembrano degli appartamenti o addirittura dei garages, non c’è limite alla Provvidenza e non c’è limite all’incanto delle meravigliose messe gospel del sabato e della domenica, che sono dei concerti e dei momenti sociali imprescindibili per la comunità nera. Una tipica domenica pomeriggio dopo messa però è dedicata ovviamente al brunch e devo dire che non c’è quartiere che senta il rituale del brunch della domenica come Harlem. La comunità nera canta, beve, danza e balla dalle nove di mattina in chiesa fino alle nove di sera della domenica. Ed insieme ai neri ci sono gay, lesbiche e transgender, di colore e non. Un brunch classico è quello da Sylvia’s Restaurant – The Queen of Soul Music, dove l’atmosfera è letteralmente più soul che mai, con il live music Gospel brunch durante il quale cantanti professionisti allietano il pranzo con brani che spaziano dal gospel, al soul, al blues. Il cibo è classico americano, dalle tradizionali uova con bacon, al chicken & waffles dal sapore agrodolce.New York, i consigli "friendly" da un local per il World Pride 2019 - new york guida gay 2 - Gay.it

Il piatto forte è il pollo, in particolare il Sylvia’s World Famous Bar-B-Que Ribs & Fried Chicken, servito con una salsa speciale, la Sylvia’s sauce che è proprio un brand, disponibile anche nei supermercati. Il luogo però dove ballare e scatenarsi davvero, e quello più gettonato dalla clientela gay, è Angel of Harlem, un ristorante disco-pub, dove si può assistere a vere e proprio battles di twerking tra donne e dive di colore di fronte alle quali una Miley Cyrus dovrebbe umilmente inchinarsi. Il brunch è classico con drinks illimitati a prezzo fisso che ci fa veramente molta gola. Il segreto di qualsiasi brunch newyorchese è d’altronde quello di individuare chi propone l’unlimited drinks, di solito sono inifiniti mimosas, bellini, bloody mary, ma anche frozen margaritas per esempio. Angel of Harlem propone musica urban, r&b di quella vera, con DJS stellari, tra i migliori che io abbia sentito a New York. La serata più cool ad Angel, che attrae di più la comunità gay, è quella di DJ Max Damian Wendling che suona anche ad uno dei locali gay storici di NY, Boxers che ha di recente aperto sull’Upper West Side. Vi consiglio di seguire la pagina Facebook di Max Damian per tenervi aggiornati sui suoi eventi: https://www.facebook.com/max.d.wendling

Altri luoghi di interesse e curiosità del quartiere:

  • Il coffee-shop, bar, Silvana che ha un seminterrato dove si alternano ogni sera diversi gruppi in particolare di jazz, e durante il weekend DJ set fino alle 4 del mattino. Gemellato a Silvana, è lo Shrine, un club su due piani dove la comunità nera si scatena durante il weekend.
  • Ha da poco aperto un interessante museo del Jazz in Harlem, il National Jazz Museum in Harlem, dove ripercorre gli anni d’oro del Jazz Americano, attraverso installazioni e memorabilia.

Midtown e Hell’s Kitchen

Prendendo la metropolitana alla 125esima da Harlem con la A o la D express si arriva direttamente a Columbus Circle, da lì se ci spostiamo verso la 9th avenue siamo già a Hell’s Kitchen che non penso abbia bisogno di presentazioni, è uno dei quartieri più gai della città. Penso che non ci sia cucina etnica che non sia rappresentata in questa incredibile food street vivente che è 9th avenue dalla 59th fino a 34th, Penn Station. È anche la zona adiacente a Broadway e quindi uno dei quartieri più battuti anche dagli attori, registi ed artisti. Ristoranti fantastici inframezzati da tutti i locali gay più in voga. Una delle cose che mi sento vivamente di consigliare è il Drag Brunch del locale Lips, una delle cose più divertenti che abbia mai visto a New York. Lips è un locale storico che era prima situato nel Village, tutto gestito dalle più brave e famose Drag Queens di New York che durante il brunch della domenica – un brunch unlimited drinks – reinterpretano i grandi spettacoli di Broadway in chiave drag in un locale che era prima un teatro con un palcoscenico sfavillante e luci pirotecniche. Qui il sito dove prenotare: https://www.nycdragshow.com/#dragdining.

Tra tutti gli altri locali prettamente gay uno dei più interessanti è il Club Cumming che alterna serate super trash, a dance nights con classici go-go boys fino a dei momenti più interessanti di burlesque, spettacoli delle Drag Queens di Ru Paul’s Drag Race e concerti dal vivo anche di band jazz. Particolari sono anche i divertentissimi Tea Parties del sabato che a rotazione propongono una giornata a tema dedicata ad una pop-star, dove si ascoltano esclusivamente canzoni della cantante e vengono proiettati diversi video; c’è anche un gioco a quiz dedicato alla diva della giornata. Il calendario dei prossimi eventi prevede Cher, Bjork, Janet Jackson, Kylie Minogue, Mariah Carey e tante altre. Per seguire tutti gli eventi ecco la pagina facebook: https://www.facebook.com/pg/clubcumming/events/. New York, i consigli "friendly" da un local per il World Pride 2019 - new york guida gay 6 - Gay.it

Sicuramente se siete degli amanti del jazz è immancabile un salto allo storico Birdland Jazz Club e per quanto riguarda Broadway, tra gli shows più rainbow del momento non perdetevi The Prom, commedia musicale diretta da Matthew Sklar, che segue quattro attori di Broadway che decidono di portare il loro show in una piccola città dell’Indiana in supporto ad una ragazza lesbica di un liceo a cui è stato vietato di portare al Prom, il tradizionale ballo di fine liceo americano, la sua ragazza. Lo show sarà protagonista anche del gala di chiusura del World Pride 2019 il 30 di Giugno. Altro show da non perdere è Tootsie, il musical più anticipato della stagione, basato sul film del 1982 con protagonista Dustin Hoffman che interpreta un attore in declino costretto a vestirsi da donna per reinventarsi una carriera.

Altri luoghi di interesse e curiosità del quartiere:

  • Il buonissimo ristorante italiano Etcetera Etcetera gestito dal bravissimo Daniele Kucera, che consiglio non perché non vi voglia invitare a sperimentare tutte le possibilità esotiche di New York, ma perché oltre ad essere un ottimo ristorante è anche un punto d’incontro gay e gay-friendly post teatro di molti attori di Broadway e al piano di sopra ha uno spazio eventi dove spesso organizzano incontri musicali di alto livello.
  • Altro ristorante particolare è BEA, un classico ristorante americano, elegante ma abbastanza economico, caratteristico perché sui muri del locale sono proiettati a rotazione film in bianco e nero. Il giardino interno al coperto è un luogo chic ma casual. Vi consiglio di provare il loro squisito Tuna-Tar-Guac, un sashimi di tonno su di un letto di guacamole e la classica bistecca e pomodori americana – Steak & Tomatoes.
  • Sulla strada parallela una delle vinerie più suggestive, una vera e propria fuga dal caos della metropoli, Wine Escape, propone una selezione di vini pregiatissimi Americani, Italiani, Francesi, ideale per un aperitivo o per delle chiacchere a tarda notte. Sulla stessa scia c’è anche il Beetibar, un baretto che serve perlopiù squisiti cocktails. Il bar è una via di mezzo tra uno speakeasy ed un cocktail bar normale, fa parte del locale Hourglass Tavern ma è un po’ più d’elite e soprattutto accessibile a tarda notte solo se si conoscono i proprietari. Dopo le serate danzanti del famoso Ritz Bar & Lounge Club, suo dirimpettaio, i gay di solito finiscono le serate al Bettibar, basta trovare l’aggancio giusto ed entrare a far parte della “family”.

Chelsea

A me piace moltissimo camminare, per questo a meno che non sia di fretta o in ritardo, sono solito andare a piedi da Hell’s Kitchen verso Chelsea fino al Village che considero un po’ come una seconda casa, avendoci abitato dieci anni fa. La Chelsea di oggi è sicuramente meno viva rispetto ad un tempo pur rimanendo uno dei quartieri più belli della città. Alcuni dei classici locali gay come il Barracuda si difende sempre bene, con le sue storiche Drag Queen ed il suo ambiente casual che diventa più ballerino nei fine settimana. Ma Chelsea non è solo 8th Avenue, ed anzi molte cose interessanti avvengono altrove. Per esempio, uno degli show più provocatori ma eleganti, intellettuali e senza filtri è lo Sleep No More, un’esperienza teatrale completamente immersiva che si svolge all’interno degli spazi del McKittrick Hotel situato a 530 West 27th street. Dico gli spazi perché lo spettacolo è un living theater dove lo spettatore è accompagnato di stanza in stanza e coinvolto nelle diverse scene che avvengono a pochi centimetri dal suo naso, in questo caso il naso di una maschera alla Eyes Wide Shut che il pubblico è invitato ad indossare durante determinate performance. La storia è ispirata al Macbeth di Shakespeare ed è un viaggio sensuale ed erotico, un’esplorazione nuda e cruda dell’animo umano, sorprendente, dove le ostentate nudità dei protagonisti sono forse tra gli elementi più sobri. Uno spettacolo che non invita a fare sogni tranquilli, nel bene e nel male.

Continuando a camminare verso il Village non posso ovviamente non segnalare che vale la pena soffermarsi a visitare il nuovo gioiello dell’architettura di New York, The Vessel, il colossale nido d’ape di cemento armato rivestito in acciaio al bronzo, alto 46 metri che fa parte del progetto Hudson Yards Development. È l’attrattiva del momento, tutti ne stanno parlando, e sono sicuro che già ne sapete anche più di me. Procedendo su questa strada è sempre bello farsi una passeggiata “aerea” sull’High Line di New York, l’ex stazione ferroviaria trasformata in parco lineare ed installazione artistica a cielo aperto le cui opere d’arte ed attrattive sono in continuo cambiamento a seconda della stagione.

In tema di arte, il Whitney Museum of American Art è proprio lì ed è una tappa a mio avviso imprescindibile per chi visita New York, perché rispetto ai blasonati The Met, MoMA e Guggenheim, il Whitney è per la maggior parte dedicato ad artisti americani molti dei quali poco conosciuti in Europa. Tra l’altro l’architetto del museo è l’italianissimo Renzo Piano, già capo progetto della sede del The New York Times. Dopo un po’ di cultura non c’è niente di meglio che un bel drink o un aperitivo presso The Standard Hotel lì vicino, un grattacielo che ospita all’ultimo piano un bar con una vista mozza fiato ed un ambient ed una selezione di cocktail raffinatissimi: la Boom Boom Room. Lo Standard Hotel è ricco di altre situazioni, come il Biegarten all’ultimo piano, una birreria all’aperto molto frequentata d’estate, e diverse sale danzanti sullo stesso piano della Boom Boom Room, controllate il sito per tutte le serate più coinvolgenti.

Altri luoghi di interesse e curiosità del quartiere:

  • Ha appena aperto il Museum of Illusions che offre delle esperienze visive, virtuali e multimediali tutte atte ad esplorare il tema dell’illusione e come e perché viene percepita dal nostro cervello. Venite a sperimentare l’impossibile! È l’accattivante slogan del museo, sicuramente qualcosa di innovativo.New York, i consigli "friendly" da un local per il World Pride 2019 - new york guida gay 9 - Gay.it
  • Per tutti gli appassionati di filosofie orientali, buddismo, cristalli, meditazione, tarocchi e medicina omeopatica, il Namastè Bookstore sulla 14esima strada è un oasi dove rifugiarsi e staccare un attimo dalla confusione della città. Il negozio offre anche delle letture di tarocchi ed è gemellato con il Namastè Center che si trova nello stesso edificio dove è possibile prenotare diversi tipi di sessioni meditative, sperimentare l’agopuntura e il reiki. L’interesse degli americani per questo tipo di negozi sta crescendo sempre di più e ne trovate diversi in tutte le zone della città. Sono una versione un po’ più glamour delle botteghe degli Psychic, il classico negozio di fortune teller newyorchese con tanto di palla di cristallo in bella vista e promessa di lettura del futuro per 5 dollari, a la Whoopi Goldberg di Ghost.
  • Il ristorante di tapas spagnole Lamano è una novità qui a New York, una nuova catena con cibo di ottimo livello, buon vino e atmosfera caliente che vi riporterà in un secondo tra le ramblas di Barcellona.

West Village

Il Village rimane il mio luogo preferito a New York. Sembra davvero che mentre ci si avvicini al quartiere ci si allontani dalla città per entrare in un vero e proprio villaggio, con il suo intrigo di strade, traffico limitato, bellissime townhouses, ricordiamo che qui sono stati sempre girati gli esterni della casa di Carrie di Sex and the City; deliziosi ristoranti e tantissimi locali, gay e non. Il fulcro del Village è sicuramente lo Stonewall Inn su Christopher Street, il locale passato alla storia per le rivolte della comunità omosessuale contro la polizia negli anni Settanta. Intorno allo Stonewall. una rosa di locali gay molto carini dal Duplex al Monster e al Pieces. Marie’s Crisis è sicuramente uno dei più particolari, un piccolo locale underground dove il pezzo forte è un pianoforte dove a rotazione dei cantanti di Broadway si siedono e fanno cantare tutti, un karaoke senza microfoni e tutto rigorosamente incentrato sui grandi musicals. Non si può certo non citare il Cubbyhole, locale che fu frequentato ai tempi d’oro da Madonna ed è ora un punto d’incontro perlopiù per le lesbiche. Un bel locale lesbo per andare a ballare il weekend è invece l’Henrietta Hudson, il più antico ma sempre attivo e frequentatissimo locale lesbo di New York. Non ci sono però solo locali prettamente gay nel Village, ed alcuni di questi etero-firendly sono davvero delle chicche. Il Fat Cat per esempio è un games club, con tavoli da ping-pong, biliardini, un’ampia gamma di birre artigianali ed intrattenimento di musica jazz dal vivo. L’altra anima del Village è infatti un’anima jazz, se siete degli amanti del genere come me non potete assolutamente mancare lo Smalls Jazz Club, che propone band e jam sessions fino a tarda notte. Gemellato allo Smalls è il mio locale di jazz preferito, il Mezzrow, un piccolissimo jazz club di grandissima atmosfera. Può ospitare pochi avventori alla volta ma ha un’acustica indimenticabile, il suono ti avvolge completamente mentre sorseggi i loro ottimi vini o cocktails.New York, i consigli "friendly" da un local per il World Pride 2019 - new york guida gay 12 - Gay.it

Spesso gli artisti che finiscono il loro concerto al Mezzrow si spostano poi a tarda notte allo Smalls per continuare a suonare improvvisando, e queste jam sessions sono gratuite. Per gli amanti invece del blues, se si vuole ascoltare una cantante che non avrebbe niente da invidiare alle più blasonate Regine del Soul, consiglio sicuramente Arthur’s Tavern, dove ho sentito delle cantanti davvero eccezionali. La selezione musicale di questi locali è forse meno mainstream, più ricercata, di quella che si può trovare ovviamente al Blue Note o al Cafe Wha? che sono sempre in zona, ma quello che sentite in questi locali sono proprio delle perle. Se siete fortunati durante una di queste serate potete imbattervi in Johnny O’Neal, pianista e vocalist jazz dichiaratamente omosessuale, il cui tocco al pianoforte e l’incredibile senso dello swing gli hanno procurato la stima dei più importanti critici musicali che lo considerano uno tra i più importanti jazzisti della nostra generazione.

Altri luoghi di interesse, ristoranti e curiosità del quartiere:

  • Forse qualcuno di voi è già familiare con il concetto di speakeasy newyorchese. Lo speakeasy è un locale, nascosto, molto spesso sulla porta d’ingresso non c’è nome oppure si pensa di entrare in un tipo di edificio in apparenza normalissimo e ci si ritrova all’improvviso dentro un locale fighissimo. I primi speakeasy furono ideati ai tempi del protezionismo quando bere era illegale e bisognava nascondersi per farlo. Sappiamo anche quanto sia importante mangiare prima di bere e che fame pazzesca ci viene dopo che abbiamo bevuto tutta la notte. The Garret, spaziale speakeasy del Village, viene incontro alle nostre esigenze. Il locale si trova al piano di sopra del fast food Five Guys, una delle catene più sudicie di hamburgers degli States. Ma superato il primo piano della panineria… surprise! Un bar e dance floor dove ho passato alcune delle mie notti più divertenti. E ad ogni occorrenza, il paninozzo era a portata di mano.
  • Palma, probabilmente il mio ristorante preferito a New York. Palma è un luogo incantevole, arredato in maniera squisita con un giardino-serra interno dove la proprietaria è stata capace di piantare e far crescere i fiori e le piante con le quali adorna il locale. La particolarità di Palma è quello di essere stato in effetti un’abitazione precedentemente. Oltre al ristorante interno, alla zona dell’aperitivo e al giardino, si può infatti pranzare o cenare dentro la cucina antica, in una situazione più rustica per party privati; oppure al piano di sopra che è una libreria che ospita una tavolata strepitosa e sempre apparecchiata con gusto sopraffino. Il cibo è un fusion Mediterraneo che va dall’Italiano al Provenzale. Da provare senz’altro il pesce che si mantiene freschissimo e molto saporito: penso che degli spaghetti all’astice e un polpo alla griglia così buoni non li abbia mangiati nemmeno nei migliori ristoranti italiani. Atmosfera ideale per una cena romantica con il vostro partner o per festeggiare un’occasione importante. Una curiosità che mi ha rivelato la proprietaria del ristorante è che prima di diventare famosa, Lady Gaga lavorava qui come cameriera e già si distingueva per il look stravagante con il quale si presentava al ristorante. Palma, la proprietaria, aveva già capito che in lei c’era il germe della grande artista, e non le impose mai di vestire la divisa da cameriera.
  • Io sono un grande appassionato di vinili, CDS e DVDS. I negozi di dischi nel senso proprio del termine, come ce li ricordiamo noi figli degli anni Novanta, non esistono più, neanche a New York. Non è più tempo di Virgin Mega Store, e che nostalgia, aggiungerei. Ma ci sono in città tantissimi negozi di CD usati, diciamo vintage, dove si possono trovare le cose più impensabili di qualsiasi artista e di qualsiasi genere musicale.  Tra il West e l’East Village di questi negozi ce ne sono tantissimi, ma il mio preferito rimane sempre il Village Music World, dove ho trovato veramente di tutto, dalle serie televisive anni 50 in video cassetta ai vinili di Mina, Iva Zanicchi ed addirittura di Orietta Berti quando era distribuita in America! Cose fuori dal mondo.

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