MILANO – All’inizio era Babilonia. La prima rivista gay italiana che, come centinaia di trentenni o su di lì ricordano, anni fa era l’unico contatto con la realtà omosessuale che le edicole offrissero. Ma ora il mondo dell’editoria gay è spostato senz’altro sul free-press, e Babilonia si adegua. «Dal giugno scorso Babilonia ha curato la diffusione di Clubbing, free magazine, in allegato, nelle edicole italiane – ci racconta Felix Cossolo, presenza storica del movimento gay milanese e ora direttore di GayClubbing – In ottobre la direzione è stata affidata al sottoscritto in quanto per scelta ho deciso di dare i miei locali in gestione al personale della gay street milanese (After Line disco bar, X-club cruising bar e il ristorante Il Bacio e quindi a nuovi gestori) e mi sono ritrovato ad avere tempo a disposizione e a mettere la mia esperienza editoriale a servizio della comunità gay. Dal numero di gennaio 2004 la testata Clubbing si sgancia da Babilonia e diventa una testata autonoma registrata in tribunale con la mia direzione responsabile e non più come supplemento.
Il mensile Babilonia avrà comunque in allegato Clubbing e in più il nuovo magazine sarà distribuito gratuitamente nei locali gay. Resta naturalmente la collaborazione con la testata storica Babilonia soprattutto perchè sarà utilizzata la stessa tipografia e alcuni collaboratori comuni».
Felix, quali sono le scelte editoriali che caratterizzano Gayclubbing?
Clubbing vuole essere la voce dei locali gay e punta soprattutto sulle informazioni riguardanti gli appuntamenti, le feste, l’agenda, la guida gay. Ha accorpato da Babilonia anche la sezione annunci, alcune rubriche fisse e alcuni contratti pubblicitari preesistenti. Naturalmente darà spazio al movimento gay, all’imprenditoria gay, e alle nuove iniziative e proposte.
Sfogliando Gayclubbing, si ha l’impressione di un prodotto molto gay-oriented, e poco “lesbian-oriented”. Confermi questa sensazione?
Come tutti i giornali gay c’è difficoltà nel rivolgersi alle donne lesbiche che molto spesso preferiscono spazi autogestiti. La mia scelta è stata quella di affidare ad un gruppo milanese lesbico, Kickoff, la redazione di una pagina, la distribuzione nei locali e la stessa pubblicità rivolta alle donne, aspettiamo però che qualcosa si muova, al momento non ci sono risposte soddisfacenti.
Che difficoltà si incontrano a tenere in vita un mensile gratuito dedicato al mondo dei locali gay?
Le difficoltà sono tante. Ho iniziato vent’anni anni fa con Babilonia e prima con un bollettino che si chiamava Lambda e i problemi sono i soliti. I gestori vogliono essere segnalati, chiedono le copie gratuite ma non vogliono contribuire finanziariamente e quindi sto investendo personalmente su Clubbing. Se dimostrerò di essere all’altezza, e se cambierà l’atteggiamento dei futuri inserzionisti spero di andare in pareggio e di poter realizzare Clubbing senza ulteriori rischi. Se mi accorgo che non c’è l’esigenza di un free magazine, che ha la più alta tiratura 45.000 copie mensili, e un sito internet www.gayclubbing.it, e non raggiungo entro il 2004 almeno il pareggio, alzerò i tacchi e me ne andrò in vacanza definitivamente. Ma sono fiducioso e per almeno un anno impiegherò tutte le mie energie per riuscire nel progetto.
di Sirio Belli
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