STUPRATA DAL BRANCO ETERO

La storia di Paola, violentata da due giovani a Torre del Lago perchè lesbica. Interrogazione parlamentare per l'approvazione di una legge che punisca i crimini d'odio.

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Fino alla sera prima non era certa di avere la forza. Poi l’ha trovata per sé e per tutti coloro che possono subire violenza. E ha raccontato: «Nel locale della Marina di Torre del Lago che ho frequentato questo agosto, come ogni estate, la sera del diciotto agosto c’era una fila enorme per andare al bagno. Accade spesso. Insieme ad altre amiche decido di andare in pineta. Arrivo, mi accuccio per fare la pipì. Le amiche sono distanti alcuni metri da me. Succede tutto in un attimo. Sento afferrarmi da dietro. Sono due, uno mi blocca, l’altro mi tappa la bocca e mi violenta. Non capisco nulla. Mi dice all’orecchio: stai zitta che adesso tocca a te, brutta lesbica. A un certo punto la mano che mi impedisce di urlare allenta la presa, grido con tutta la forza che ho e, mentre grido, mi rendo conto definitivamente che non è un incubo ma una realtà orrenda: mi stanno violentando. Le amiche rispondono. I due scappano in un lampo. Il buttafuori del locale sentirà il rumore dello scooter in lontananza. Io corro cercando di sfuggire al terrore che mi ha catturato. Sono stravolta. E anziché allontanarmi, mi perdo sempre di più nella pineta. Finché le amiche mi raggiungono, e mi portano nelle cucine del locale per i primi soccorsi».

Paola ha 35 anni, un sorriso dolce, gli occhi neri e forti. Sa che tacere non serve a nulla. Crede che altre frequentatrici del locale, aggredite, possano averlo fatto. Se a Torre del Lago ormai da otto anni si respira un’aria sempre più accogliente, grazie ai locali e alle iniziative rivolte alla comunità GLBT, è vero che la visibilità può attirare le aggressioni. Un timore che ha raggiunto le promotrici della settimana lesbica tenutasi quest’anno e che le ha spinte a decidere per un basso profilo mediatico dell’iniziativa allo scopo di evitare gli “eteromolesti”. Non è bastato.

Paola ha sporto denuncia ai carabinieri raccontando ogni particolare della sera del diciotto agosto. «Erano giovani…

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Paola ha sporto denuncia ai carabinieri raccontando ogni particolare della sera del diciotto agosto. «Erano giovani, vestiti di bianco, avevano la parlata viareggina, che si riconosce facilmente». E si viene a sapere che c’era stato un precedente, non reso noto purtroppo. Due settimane prima, come si legge in un’interrogazione parlamentare a Giuliano Amato, firmata da Titti De Simone, Franco Grillini e Wladimir Luxuria, c’era stata un’aggressione identica, alla quale, per fortuna, una giovane donna è riuscita a sfuggire. Sarebbe bastato un cartello di avviso. Come la scritta che dal diciotto agosto campeggia nei pressi dei locali: “Attenzione la pineta può essere pericolosa”. Di questa avvertenza c’è anche la versione amara e ironica che passa di bocca in bocca tra i frequentatori di Torre del Lago: “Di’ a cappuccetto rosso di non andare da sola nel bosco”.

Paola, quella notte, è tornata a casa sotto choc. L’indomani la visita del ginecologo ha accertato la violenza. Lei sa che occorre parlare e intervenire. E’ figlia di un carabiniere, fa l’assistente socio sanitaria. Neanche per un attimo la sfiora l’idea che potrebbe, come molte fanno, non rivolgersi alle forze dell’ordine. In casa sanno del suo lesbismo ormai da anni, ha sempre sostenuto che ciascuno ha la responsabilità di essere se stesso.

La sua testimonianza apre molti fronti sul piano della prevenzione dei crimini di odio. L’interrogazione parlamentare, descrivendo la particolare fisionomia assunta negli anni da Torre del Lago, chiede un monitoraggio dei crimini di odio e in particolare di quelli dettati dall’odio omofobico, come avviene già in molti paesi stranieri. E sollecita l’inclusione dei crimini omofobici nel gruppo di quelli riconosciuti dalla “Legge Mancino”, cioè dettati da motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi. «A Londra dinanzi ai punti di ritrovo gay la camionetta della polizia esibisce la bandiera rainbow non perché i poliziotti siano omosessuali, ma in segno di solidarietà», ha sottolineato Alessio De Giorgi. Intanto la sezione locale di arcilesbica promuove nel proprio sito la raccolta di dati e testimonianze sulle violenze ai danni della comunità GLBT.

La tutela, e non solo a Torre del Lago, è diventata necessaria. Gli attacchi dell’estrema destra non sono stati lievi. «C’è una campagna in corso da parte di Forza Nuova che ha preso di mira la comunità GLBT organizzata – ha sottolineato Titti De Simone – In questo caso all’aggravante della violenza si aggiunge la volontà chiara di colpire una donna lesbica». I due che hanno aggredito Paola, infatti, erano appostati. Il violentatore aveva il preservativo, segno, secondo i carabinieri, di una strategia che serve ad eliminare possibili tracce. Il reato era premeditato. Prima o poi una delle tante lesbiche che vanno nei locali della Marina sarebbe stata “punita”, questa la logica. Occorrono tutele. Le ha invocate anche la consigliera regionale Ds Alessia Petraglia, sottolineando che più volte istituzioni e forze dell’ordine erano state avvisate del rischio aggressioni da parte dell’estrema destra a Torre del Lago.

In giugno l’aggressione a un cuoco dei locali non aveva lasciato dubbi sull’offensiva da parte dell’estrema destra. Il cuoco era stato atteso alla fine del turno, un giovane pisano insieme a un gruppo di amici lo picchia. Il cellulare di uno di loro aveva per suoneria “faccetta nera”.

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