ABUSI SESSUALI

Come parlare delle violenze subite da piccolo?

ABUSI SESSUALI - leo27 02 - Gay.it
3 min. di lettura

Ciao Leo, sono un ragazzo di 21 anni, la mia vita è tristissima non so ancora oggi come faccio andare avanti. Io da quando ero piccolo mi piaceva giocare con le amichette giocando con le bambole con le barbie a mamma e figlia tutti i giochi delle bambine, mi ricordo che chiedevo ai mei genitori per Natale una bambola, mi fu regalata questa bambola contro la voglia di mio padre.

Alcune volte mi piaceva vestirmi da donna con i tacchi, un pochino di rossetto e con la gonna di mia madre tutto lo facevo quando stavo momentaneamente solo in casa. All’età di 5 anni nel periodo estivo subii un abuso sessuale da un mio cugino di 25 anni e da lì non ho capito più nulla, anzi era una cosa che mi piaceva, "forse ero piccolo ma non capivo cosa mi stesse succendo"; da lì subii da altri cugini un pochino più grandi di me delle molestie sessuali contro la mia volontà ma siccome erano più di 2 mi mantenevano quindi abusavano su di me questo per alcuni anni della mia infanzia come mi vedevano mi venivano incontro con la scusa di giocare e mi portavano in posti sperduti e lì mi molestavano.

Io ti parlo nel vero senso della parola non ho detto nulla di quello che mi succedeva ai mei genitori perchè avevo vergogna di dirglielo. Sempre dai parenti serpenti ho ricevuto delle molestie: figurati mio cugino che aveva 30 e io ne avevo 10, un giorno stavamo io e lui in casa e mi rinchiuse nella camera sua e abusò su di me. Io ho portato questo dolore dentro di me per 10 anni, solamente 2 anni fa ho trovato il coraggio di parlare perchè mi sento diverso, in quanto mi piacciono gli uomini e le ragazze le vedo come amiche, io se guardo una ragazza la guardo per invidia perchè vorrei essere come lei.

Non so cosa fare aiutami ad imboccare una strada a trovare la forza di dirlo ai mei genitori: per ora lo sa mia sorella che le voglio un bene dell’anima…

ciao a presto

Sergio

Salve Sergio,

la tua tristezza può essere presa come un segnale di malessere che non va sottovalutato. Le esperienze cui accenni sono state sicuramente forti dal punto di vista psichico, ma la richiesta che mi fai è simile a quella di molte altre persone che, stanche di mentire, vogliono dare un taglio con la falsità e procedere a testa alta verso una vita piena e consapevole di chi, come te, vuole essere semplicemente così come è.

In altre parole mi stai chiedendo come trovare la forza di dirlo ai tuoi genitori. Non entro in merito al come dirlo, ma t’invito a riflettere sulle conseguenze e alle informazioni che, forse e per forza di cose, usciranno circa le tue esperienze di costrizione vissute in passato. Questo metterà in moto molte tensioni che valgono la pena di essere valutare ed esplorate attentamente, anche perché non mi è chiaro se tu le abbia "digerite" e superate, ma mi sembra di sì. Infatti, non sono le violenze subite il problema, ma come trovare la forza di aprirsi circa la tua realtà attuale e poter andare avanti senza mentire alle persone che ritieni importanti.

La forza, si dice, si trova dentro se stessi… facile a dirsi! Ma come fare?

Una metafora: per aumentarla molti di noi oggi vanno in "palestra", alcuni per una questione solo estetica, e al di là di questo, gli esercizi che fanno producono maggiorazione delle masse muscolare, aumentando di per sé la forza fisica. E, proprio come in quest’esempio, un "lavoro" sul proprio sé è utile a quest’obbiettivo.

La "palestra" in questo caso, potrebbe essere quella di dirlo prima agli amici, magari anche quelli che senti distanti (so che potrebbe essere assurdo e difficile parlarne a persone fuori della famiglia), ma forse così potrai valutare le reazioni e decidere come, cosa e se, dire ai tuoi genitori. Non che tu debba prenderti cura evitando loro la sofferenza, ma per rispettare i tuoi tempi e comprendere meglio come vivere appieno la tua vita.

Sì, sospenderei per un po’ la questione, ma poi, ovvio, sei tu che decidi.

Altra "palestra" sono i centri che offrono ascolto professionale, anche in ambito gay o con chi si occupa d’identità, nelle associazioni per esempio o in studi psicoterapeutici specializzati. L’invidia per le donne potrebbe essere un segnale di confusione sull’identità sessuale che varrebbe la pena esplorare.

Hai tuoi genitori potrai accennare, se vuoi andare in una di queste "palestre" (alcune sono a pagamento) ad un disagio generico e poi, più in là approfondire.

Tua sorella è un buon punto di forza, chiedile cosa ne pensa e di aiutarti a capire quale sostegno può darti.

Fammi sapere se vuoi altre informazioni in merito e, contattami ancora!

Leo

di Maurizio Palomba

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