Prima di tutto volevo complimentarmi con la vostra rubrica che trovo molto utile, esaustiva e molto “semplice” da consultare.
Dunque, il 14 maggio di quest’anno ho avuto un rapporto con un ragazzo che poi ho frequentato per qualche mese… quella sera stessa ho avuto nella bocca una sua piccola secrezione pre eiaculatoria. Per motivi che non mi so spiegare se non che nel momento ho sottovalutato la cosa non ho sputato….il giorno dopo lui mi ha detto di essere sieropositivo.
Al momento non avevo collegato l’accaduto (lo so che può sembrare assurdo, lo è anche per me) ma dopo qualche tempo ho iniziato ad avere sintomi strani, fastidi alle ascelle e all’inguine. Il 28 agosto (dopo 3 mesi e mezzo) trovo finalmente il coraggio di fare il test e risulta negativo. Il test l’ho fatto presso l’Ospedale Sacco con le metodiche CLIA ed EIA. Dopo l’esito del test i miei “fastidi” scompaiono.
All’inizio di novembre “ricado in paranoia” pensando al discorso dei 6 mesi di finestra e ricomincio ad avere gli stessi fastidi. Ne parlo col ragazzo in questione nonostante non ci frequentiamo più e lui mi dice di rifare il test e che comunque se lo avessi preso in quel modo potrei entrare nel guinness (come a dire che sarebbe una circostanza difficilissima). Mi riferisce inoltre che aveva la “viremia” molto bassa, il che dovrebbe rendere ancora più difficile il contagio..
Lo stato di salute della mia bocca era ottimale (avevo appena speso quasi 5.ooo euro dal dentista e sicuramente non avevo carie). Ho letto che sono rari i casi in cui il test a quasi 4 mesi possa dare risultati “falsi” ma, considerando la stupidaggine che ho fatto, sto cercando di raccogliere di nuovo le forze per affrontare un altro test.
Nel frattempo ne ho sentite di tutti i colori, dai succhi gastrici che ucciderebbero il virus ad un sacco di versioni…. E mi rendo anche conto che quando non ci penso e mi rilasso non ho assolutamente nulla… Non so più dare un peso alle situazioni, non so quanto la mia mente possa condizionarmi nel poter sentire sintomi che non ho, e non so trovare il coraggio di affrontare un altro test perchè non so come reagirei se fossi sieropositivo… Sono un po’ nel panico, mi rendo conto di chiedere qualcosa a cui solo il test può rispondere ma, a livello di probabilità, a cosa vado incontro ripetendo il test? Grazie mille Alex
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Caro Alex grazie per i tuoi complimenti alla rubrica.
Come tu stesso hai compreso i “sintomi” o meglio i fastidi alle ascelle o all’inguine che compaiono o scompaiono a seconda del tuo stato d’animo sono solo il frutto della tua paura. In quello che racconti ci sono in realtà due domande e dovresti cercare di tenerle distinte.
La prima domanda è “quanto è rischioso quello che mi è capitato?”. Sono certo che i colleghi dell’Ospedale Sacco di Milano te lo hanno già detto spiegandoti che il contatto della bocca con il liquido prespermatico costituisce un rischio talmente basso che non si è riusciti a quantificarlo.
L’altra domanda è invece “quale è l’attendibilità di un test dopo 3 mesi e mezzo?”. Ho recentemente dato una risposta su questo problema del periodo finestra ed ho sottolineato che con i test di nuova generazione 2 mesi sono sufficienti per avere una risposta molto attendibile.
Dunque ha perfettamente ragione il tuo ex partner sieropositivo: il rischio corso è basso, il test è attendibile, la sua carica virale (viremia) molto bassa riduce ancora di più il rischio, infine l’ottimo stato di salute della tua bocca lo riduce ulteriormente. Perciò davvero meriteresti il Guinness se tu ti fossi infettato. Ma tutte queste cose tu le sai già eppure queste conoscenze non ti hanno impedito “di cadere in paranoia” come tu stesso affermi.
Forse tu hai usato senza pensarci troppo il termine “paranoia” ma in realtà hai proprio usato il termine tecnico giusto per descrivere una paura irrazionale ed infondata. In questa situazione le mie rassicurazioni mediche, razionali, tecniche non saranno sufficienti a farti passare la paura ed è proprio per questo che ti incoraggio a fare il test in modo da mettere un punto fermo a questa storia e, finalmente, dimenticarla del tutto. Nei casi come il tuo (che gli americani definiscono come worried well cioè “preoccupati sani”) il test non serve per capire se uno si è infettato ma per far cessare la paura, quindi fallo! Dopo il test, che certamente sarà negativo, ti inviterei però a riflettere sul fatto che questa paura terribile che hai avuto forse dipende non da quello che concretamente è capitato ma dal fatto che il giorno dopo il tuo ex partner ti ha detto di essere sieropositivo ed allora dovresti chiederti: “per stare tranquillo, anche in futuro, debbo avere paura dell’HIV o dei sieropositivi?”.
Pensaci ! Ciao 🙂 Dott Francesco Allegrini
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di Francesco Allegrini
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