Gay.it inizia un percorso dedicato ai vostri quesiti su sentimenti, coppia, amore, sesso ed emozioni grazie alla collaborazione con Andrea Perdichizzi, psicologo e sessuologo esperto sulle tematiche psicologiche inerenti le identità sessuali, del quale sotto trovate una descrizione più accurata.
Queste indicazioni vanno considerate come divulgative, e non vogliono e non possono sostituire pareri specifici, diagnosi, terapie somministrate da specialisti.
Ci scrive Giacomo, 36 anni, gay che vive in una grande città del nord Italia, con un lavoro che definisce “molto soddisfacente”, e “felicemente” fidanzato da 1 anno e mezzo.
[…] Stiamo immaginando di unirci civilmente. Sembrerebbe tutto perfetto, ma ho un problema. Pur amando molto il mio ragazzo, e pensando davvero che sia la persona giusta, non riesco a non tradirlo. Sono momenti, spesso di poche ore, in cui mi faccio travolgere da persone che mi attraggono. Pur detestando le chat, e sinceramente anche l’effetto che hanno sul mondo gay, spesso attingo proprio da lì, ci capito in modo molto selettivo, organizzo il mio incontro e poi cancello la app.
Poi spesso per mesi torno il bravo fidanzato fedele (all’apparenza), anzi, ancora più innamorato di prima. Ogni volta però mi sento un po’ peggio, per i sensi di colpa lancinanti, eppure ci ricasco regolarmente. Sempre restando insospettabile, perché tutte le attenzioni sono per il mio ragazzo. La cosa pazzesca è che ho sempre criticato la promiscuità e la fame di sesso nel mondo gay. Ma per me, più che bisogno di sesso vero e proprio, è una sorta di parentesi fuori dalla realtà. Che però poi lascia strascichi nella considerazione che ho di me, e che non so spiegare nemmeno io bene. Puoi aiutarmi con un consiglio?
Coppia Gay e tradimento: lo psicologo risponde
Gentilissimo Giacomo, senza demonizzare la promiscuità sessuale, non credo che il mondo omosessuale sia più promiscuo di quello eterosessuale, semplicemente esistono dei fattori sociali che influenzano tantissimo le variabili psicologiche.
Spesso aver fatto coming out in famiglia non è garanzia di aver superato alcune barriere sociali verso se stessi: sto parlando naturalmente di omofobia interiorizzata, ovvero di quell’insieme di schemi mentali eteronormati che incidono negativamente sull’autostima e sul modo in cui una persona omosessuale o bisessuale guarda a se stessa.
Spesso, anche inconsciamente, l’individuo può mettere in atto dei comportamenti (che definirei di “autosabotaggio”) che minano al benessere di una relazione di coppia perché inevitabilmente un fidanzamento mette la persona di fronte alla realtà incontrovertibile della propria identità sessuale, con tutte le conseguenze del caso che a livello sociale possono essere parecchio stressanti. Il nostro cervello funziona in modo tale da evitare forti carichi di stress e cerca sempre un modo per cercare scorciatoie, quale scorciatoia migliore di un tradimento?
Nel caso invece l’ipotesi dell’autosabotaggio dovesse essere esclusa, allora forse dovremmo spostare il focus dell’attenzione da dinamiche soggettive e intrapersonali, a quelle interpersonali, perché l’amore non esime da alcune difficoltà che tutte le coppie possono incontrare, non solo quelle omosessuali: grado di cooperazione della coppia, comunicazione, progettualità condivisa, soddisfazione sessuale. Come decidere di affrontare queste difficoltà sta a noi. A volte la terapia di coppia può essere molto utile, per sciogliere insieme ad un professionista esperto, i nodi emotivi che imbrigliano la relazione.
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