Si dice che molti gay hanno svariati partners sessuali. Questo di per sé non è un problema, anzi: la possibilità di avere rapporti casuali ed anonimi sembra essere una delle cose che maggiormente ci vengono invidiate dal mondo eterosessuale.
Quando però questa possibilità si trasforma in necessità, ecco che si può parlare di "dipendenza da sesso".
Sicuramente questo tipo di dipendenza non riguarda solamente la scena omosessuale, ma comprende tutti gli orientamenti: tuttavia sussistono considerazioni particolari per cui questa dipendenza può trasformarsi in un reale problema per gli uomini gay, per esempio quando l’omofobia e i pregiudizi tanto diffusi nella società vengono interiorizzati e si cade nel tranello di perdere gran parte della propria autostima.
Questi meccanismi interiori possono appunto spingere a cercare una gratificazione esterna. In questo caso il sesso fornisce un temporaneo stacco dalle svariate frustrazioni e dal senso di vuoto che a volta ci avvolge quando la solitudine e l’emarginazione in quanto diversi avanza. Il sesso a questo punto diventa di primaria importanza rispetto alle altre forme di interesse e alle altre tipologie di relazione.
Attraverso questo processo, la nostra vita emozionale viene quindi scissa per ragioni legate alla soddisfazione sessuale: il partner diventa un puro oggetto erotico, e ci si rapporta a lui solo in termini di corpo sessuale, il cui solo scopo è essere goduto o fornirci piacere.
Come precedentemente accennato quest’esperienza non è di fatto da reputarsi un problema anzi può anche divenire un aspetto molto importante all’interno di una relazione intima. Purtroppo però a volte quest’esigenza nasce da una qualche problematica di tipo psicologico, e quando la salute mentale viene messa in pericolo nasce il vero problema.
Quando avvertiamo la necessità di avere rapporti sessuali per riempire il vuoto che abbiamo dentro, possiamo finire per sentirci ancora più soli e isolati, incapaci di relazionarci ad altri uomini in un tipo di sessualità che sia più intima ed emozionale, più comunicativa.
Possiamo quindi provare una sensazione di vergogna, di colpa o di spiazzamento e da qui possono prendere piede altri più preoccupanti realtà come ad esempio l’ansia e la depressione. Le amicizie e i rapporti familiari possono pure loro risentirne, così come il lavoro e l’economia.
E’ quindi stato stabilito un percorso per uscire da questo pericoloso vicolo apparentemente cieco:
La prima cosa da fare è senza dubbio la presa di coscienza: chiedetevi se il tipo di condotta sessuale che avete porta ad un aumento o ad una diminuzione nel livello dell’autostima come gay. Se da questa indagine arrivate alla conclusione che in realtà avvertite una certa infelicità, stress o sensazione di vuoto interiore, allora occorre ammettere a se stessi di avere un problema da risolvere.
Per alcuni questa particolare condotta può essere una risposta temporanea ad accadimenti particolari, come il recente ingresso nella scena gay, oppure ancora la delusione per la rottura dell’ultimo importante legame di coppia vissuto.
Per altri il problema può invece nascondere motivazioni più profonde, conflitti interiori e ansiosità che forse si trascinano dai remoti tempi dell’infanzia.
In entrambi i casi è consigliato comunque sentire il parere di uno specialista, un consultorio o comunque parlarne con i propri amici e con la famiglia. Questo in qualche modo implica prendere delle decisioni su futuri cambiamenti e richiede una piccola dose di coraggio e di rischio.
Se davvero si vuole vivere una intensa storia d’amore, allora bisogna partire da più vicino a noi stessi ad analizzare le cose: amiamo noi stessi? Ci sentiamo in armonia con il nostro corpo e la nostra sessualità?
Fin McInally
Fin McInally è un noto psicoterapeuta che lavora anche in organizzazioni nella lotta contro il virus HIV, in centri per la promozione della sanità e per servizi sociali rivolti a giovani uomini omosessuali. Abita e lavora a Brighton, Sussex (Regno Unito).
di Gay.com UK
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