DON FRANCO E LA CHIESA

Un lettore chiede come può un prete accettare i gay

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Don Franco vorrei porvi qualche domanda sul vostro dichiararvi sacerdote cattolico. E’ risaputo che la gerarchia non vede di buon occhio sacerdoti come Voi, così aperti e pubblicamente indulgenti verso l’amore tra persone dello stesso sesso. Tuttavia ho constatato come anche a Milano, Roma e Padova è "permesso" dal vescovo ad alcuni sacerdoti di fare pubblica pastorale con noi gay.

Voi che rapporti avete col Vostro vescovo? Chi è il vostro vescovo? Alcune vostre posizioni non sono quelle della Chiesa cattolica o come specificate voi, della gerarchia cattolica. Siete a tutti gli effetti un prete cattolico in comunuione con la Chiesa e il suo vescovo? Celebrate sacramenti regolarmente? Non siete stato sottoposto ad alcuna censura o sospensione ?

Non voglio farvi un interrogatorio, ma il vostro titolo: sacerdote cattolico da tanta speranza a chi come me avrebbe voluto conoscervi tanto tempo fa e porvi tante domande. Don Franco quello che dite e fate è riconosciuto dalla Chiesa e dalla gerarchia?

Vi chiedo scusa per il tono inquisitorio, ma io i preti li ho sentiti parlare, nella migliore delle ipotesi, con argomenti molto diversi dai vostri.

Grazie per quanto vorrete specificarmi e dirmi per rassicurarmi, Tano.

Caro Tano,

sono un vecchio prete cattolico e prete a tutti gli effetti tranne che per lo stipendio (che non ricevo, avendolo rifiutato, perché rifiuto il concordato tra lo Stato e Chiesa).

Certo, non sono un prete “benedetto” e onorato dalla gerarchia e, come puoi capire, non mi faranno monsignore. Non potrei certo possedere una casa o mantenermi una macchina, per quanto utilitaria.

Se vuoi conoscere qualcuna delle mie idee e, soprattutto, se vuoi sapere che cosa faccio, puoi lasciarmi un recapito ove farti giungere la rivista della mia comunità, Viottoli e inviarti alcuni dei miei ultimi libri.

Da quasi quarantanni dialogo con gay e lesbiche e mi occupo, da vero topo di biblioteca, di scienze bibliche e di teologia e coordino una associazione di volontariato che si occupa di tossicodipendenti. L’altra campana la puoi sentire se scrivi al vescovo di Pinerolo.

Per dono di Dio, caro Tano, nella chiesa non ci sono solo i preti obbedienti, silenti, allineati, papalini. La chiesa è una realtà più viva e variegata in cui lo spirito di Dio suscita voci ed esperienze diverse. E spesso l’obbedienza non è proprio una virtù, ma una grande e comoda viltà.

Io non penso di aver rotto la comunione ecclesiale della fede se in modo documentato, consiglio il preservativo, accolgo e accompagno ogni forma di vero amore, se ritengo a volte legittime ed evangelicamente buone le seconde nozze. Tutte scelte che oggi migliaia di teologi e di teologhe compiono come vero e proprio servizio ad una chiesa che è sempre esposta al rischio di uniformarsi alle ragioni del potere e della cultura dominante.

Posso assicurati che la mia posizione nella Chiesa non è comoda, ma sono estremamente sereno. Di questo ringrazio Dio ogni giorno nella preghiera che è per me l’esperienza radicale della mia fede.

Ti abbraccio e ti chiedo di pregare per me.

Ciao

Don Franco Barbero

di Franco Barbero

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