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I maschi gay e il calcio: uno strano rapporto. La maggior parte della popolazione italiana omosessuale maschile se ne infischia bellamente del gioco con la palla, ma pare abbia una vigile e sana attenzione per i ventidue uomini in mutande e parastinchi che tale palla se la passano in campo. E siccome non si sono ancora viste veline e letterine con la barba, le probabilità di fidanzarsi con un calciatore e apparire in effige su novella 2000 sono pochine. Tanto vale sfogarsi con l’immaginazione.
E’ di poco fa la creazione di un nuovo gay fan club di Roberto Mancini, ex Sampdoria, ex giocatore della Lazio, ex allenatore della Fiorentina (ora defunta), ad oggi allenatore della Lazio che non paga (non pagava?) gli stipendi. Il gemello di Vialli a Genova e in Nazionale, per intenderci. Ma di Vialli non si può scrivere niente, perché ha già vinto una causa, quindi…..
Mancini rappresenta l’uomo maturo, serio, il condottiero che, anche nelle avversità e con pochi mezzi, riesce a portare avanti il proprio ideale, la propria squadra. Non bellissimo, affetto da leggero prognatismo e con il ciuffo un po’ imbiancato, probabilmente deve il suo successo con gli uomini a quegli occhi azzurri grandi così da ragazzo posato, che però, in caso di bisogno, non si volgerebbero mai dall’altra parte.
Altro gay fan club italiano per l’argentino Juan Sebastian Veron, anche lui ex Lazio, ormai partito da due anni per la premier League britannica. Un ragazzo agitato, molto diverso dal suo ex compagno di squadra: si dice che non parlasse con metà dei compagni. Però bellissimo, con quel pizzetto da ribaldo e lo sguardo sciupafemmine. E’ reperibile un’immagine iconografica delle migliori in un vecchio calendario di un settimanale femminile. Nudo, sudato da palestra, con l’immancabile Che Guevara tatuato sul bicipite. Veron incarna il vero maschio etero che affolla le fantasie omoerotiche.
Un desiderio proibito e inconfessabile che vede nell’iper-macho, magari un po’ rude, coriaceo e maleducato, l’obiettivo di molti uomini in cerca di vero e puro testosterone. Sarebbe interessante sapere, però, dove hanno sede questi due fans club laziali e che ruolo ricoprono nel circuito degli altri club. Tantopiù che la squadra bianco celeste non gradisce (eufemismo) gli omosessuali. Daniela Fini, grande tifosa e moglie del vicepresidente del consiglio, anni fa ebbe a dire che un gay nello spogliatoio della Lazio non sarebbe nemmeno immaginabile, perché andrebbe contro lo spirito e gli ideali della squadra.
Diversa la situazione nel Regno Unito, dove il monarca assoluto dei desideri maschili è lo Spice Boy David Beckham. Il biondo del Manchester al momento ha le quotazioni un po’ in ribasso nelle fag – fantasy, forse per le ultime uscite, veramente troppo stucchevoli. Troppo tatuato, troppo decolorato, troppo truccato. Beckham è comunque l’unico ad aver concesso una lunga intervista ad un magazine gay, per festeggiare la terza elezione consecutiva come uomo più amato dai boys, nella quale ha accettato senza alcun imbarazzo tutti i complimenti rivoltigli, anche se non ha mancato di ribadire la sua devozione sentimentale e sessuale alla moglie Victoria.
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di Paola Faggioli
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