Com’è difficile resistere allo sguardo allusivo di un torso nudo con i pantaloni da operaio ed un casco giallo in testa, o al sorriso, quasi un ghigno promettente, di un palestrato foderato in attillatissima pelle nera. Tra tutti i piccoli feticismi erotici però è quello del campione di nuoto che è comune a più persone e con buona ragione: chi non ricorda il Grego Louganis, nuotatore medaglia d’oro alle olimpiadi e gay dichiarato (nella foto)? Ma chi è stato presente ai mondiali di nuoto omosessuali dell’IGLA 2000, svoltisi la scorsa settimana a Parigi, non può che concordare nell’ammirare il fascino di questi corpi atletici, con dei muscoli sani da chi ha fatto sport e non gonfiati da chi passa ore ed ore in palestra. Quando uno dei ragazzi esce dall’acqua, il torso tonico nello sforzo, le gocce d’acqua che gli disegnano il fisico, è irresistibile l’istinto dell’applauso, anche perché le balaustre impediscono di tuffarsi ad abbracciare l’atleta. Per gli abbracci però c’è stato tempo domenica 23 Aprile alla discoteca “Scorp” dove si è tenuta la tradizionale sfilata in costume da bagno in una bellissima serata disco internazionale.
Il vero spettacolo però si è svolto tra sabato 22 e lunedì 24 aprile allo Stadio Nautico Vallerey per il nuoto duro e crudo e alla piscina Hermant per la pallanuoto, il nuoto sincronizzato, e tuffi. Qui si sono affrontati 900 atleti, 70 club sportivi, 16 paesi, 4 continenti in un girandola d’energia culminata nelle finali del lunedì.
Tra le prove più attese il tradizionale Pink Flamingo vinto l’anno scorso ad Atlanta dal team francese. In questo spettacolo di circa due ore si esibiscono le squadre, 5 minuti ciascuna, sviluppando il tema che quest’anno è “Parigi: Cabaret du Monde!”; tutto è permesso (raggiungendo i limiti del pudore senza superarli), musica, costumi, danza, paillettes, strass, humor e perfino la satira per garantirsi la vittoria di questa gara dal ritmo indiavolato in cui gli spettatori sostengono attivamente il team da loro preferito.
Per passare dall’agonismo artistico a quello atletico, per l’Italia, che ha partecipato con 21 atleti, c’è una dignitosa affermazione con una medaglia di bronzo (nella foto) e degli ottimi piazzamenti, sperando di portare a casa, l’anno prossimo a Toronto, un risultato ancora migliore.
Questo campionato dell’IGLA è stato particolarmente importante perché è stato il primo a svolgersi fuori dagli USA, sottolineando ancora una volta, dopo i Gay Games di Amsterdam e prima del World Pride di Roma, come il movimento omosessuale stia assumendo una sua valenza internazionale e stia crescendo in dignità. Non a caso sponsor dell’evento sono stati il Ministero della Gioventù e dello Sport francese, l’Arena, marca di tanti costumi da bagno, Radio FG e la Regione de l’Ile de France ed è stato ben utile quest’appogio a Paris Aquatique, organizzatrice dell’evento, per ricordare all’amministrazione di destra di Parigi, ultimamente poco ben disposta verso i nuotatori omosessuali, come attraverso lo sport si imparino ad apprezzare le differenze e ad aprirsi agli altri.
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