«ODIO GLI EFFEMINATI!»

Un ragazzo in cerca di amicizie, deluso dalla comunità.

«ODIO GLI EFFEMINATI!» - coming effeminati - Gay.it
4 min. di lettura

Caro Leo,

ieri sono andato all’Arcigay di Milano, esattamente per vedere il gruppo giovani. Io credevo che mi sarei trovato in tutt’altro ambiente ed invece mi sono trovato in un ambiente disgustoso. C’era uno squallido effemminato vicino a me che si comportava in una maniera artificiosa che neppure sul palco si assume (e poi si lamenta se in strada qualcuno gli viene vicino e gli dà del finocchio) ed un pervertito con i pantaloni bianchi trasparenti e sotto un paio di tanga (ed i tanga sono davvero da culo). Per fortuna qualcuno di non effemminato c’era (detesto i gay effemminati), però tutti a parlare di come esibirsi al Gay Pride… vestirsi da checche con le magliette rosa e/o a fiori… poi ci lamentiamo di Forza Nuova… certo che se alcuni di noi la provocano così è meglio non lamentarsene… se non fossimo così esibizionisti sempre più gente ci verrebbe appoggiare. A parte questo sull’Arcigay, mi da fastidio che come "segretaria" ci fosse un trans: ma io non sono venuto in una associazione per omosessuali? Non mi va che l’omosessualità venga confusa con la transessualità.

Detto questo, visto che questo gruppo è fatto così, io ora come faccio a conoscere altri coetanei gay? Io non ho intenzione di diventare un effemminato, non lo voglio essere, mi sento maschio al 100% e un gay effemminato è una contraddizione unica, soprattutto se è come quello che c’era che ama travestirsi da donne, però è misogino. Che cosa mi consigli caro Leo? Ora sono di nuovo costretto a conoscere altri coetanei gay tramite Internet? Temo di sì. Per fortuna che ho dei genitori che mi hanno accettato subito! Almeno questo mi rende felice. Ripeto di nuovo che non tornerò mai più all’Arcigay perché è un ghetto: e io non mi voglio ghettizzare in uno squallido gruppo gay (squallido come quello che ho visto). Mi sento malissimo… io speravo che avrei avuto la possibilità di stare in un gruppo in cui parlare liberamente di omosessualità… in pratica si parlava soltanto di sesso gay e di stronzate… e non mi facevano parlare! Io volevo dire le mie ansie ed i miei problemi e loro a parlare di come esibirsi al Gay Pride! Sai come mi sento ora? Vuoto!!! Completamente vuoto! Ed ora come faccio ad incontrare qualche altro coetaneo gay? Me lo sai dire? Ti prego aiutami… gli amici (etero) che ho senz’altro mi capiranno, però non c’è nulla di male a volere qualche amico gay con cui parlare di ragazzi… peccato che quelli che ho visto siano così! Mi sento vuoto… ti prego aiutami!

Salve Gabriele,

il tono che colgo nella tua domada, mi fa capire pienamente lo stato emotivo in cui sei dopo aver "visitato" l’Arcigay di Milano.

Una premessa faccio cui anche tu accenni: se è vero, da una parte, che esistono gay effeminati, è anche vero, dall’altra, che ce ne sono altri che invece rispondono, per modi di fare e di agire, a quelli che possono teroicamente rientrare nello stereotipo del "bravo ragazzo". Ma da come scrivi, gli interessi condivisi in quel gruppo erano, in questo particolare periodo, centrati sul Gay Pride, che sicuramente è un’occasione di eccitazione generale, poiché dopo il World Pride romano il movimento gay italiano ha avuto senza dubbio, una svolta storica. Per te, tali argomentazioni erano comuque distanti, sia emotivamente sia nei contenuti. Evidentemente i tuoi bisogni sono da un’altra parte!

La questione transessualità poi mi sembra un po’ presa, se permetti, in maniera rigida da parte tua. Le "diversità" etniche, razziali, culturali arricchiscono sempre e, la questione trans porta con sé molte tematiche simili alle rivendicazioni politiche che ci riguardano e che poi, sono affermazione dei diritti di tutti. Nelle varie battaglie, infatti, sono elaborate e agite assieme, pur mantendo distinte le differenti identità. La diversità prima, e la complessità poi, non devono essere, a mio avviso, motivo di separazione e di distanza! Anzi, è proprio l’accogliemento delle differenze che, spesso, permette la crescita e amplia il grado di civiltà di una società. Non credo per nulla che frequentando omosessuali effeminati o trans, tu sarai deputato a diventare come loro. Io stesso, alla tua età, ho avuto amici carissimi sia effeminati sia trans (oggi donne grazie all’intervento della riassegnazione chirurgica) eppure, non sono diventato e non mi sento effeminato. Forse ogni tanto per "giocare" faccio qualche mossetta, ma questo non cambia quello che sono, il mio valore, e cosa voglio nella e dalla vita!

Sei giovane e hai la fortuna d’avere genitori aperti, mi sembri anche in grado di esplorare/valutare gli ambienti che possono soddisfare i tuoi bisogni e di esplorarne altri, di nuovi. Solamente, spero, che non finisca nel vortice dei pregiudizi diventanto da "vittima" (socialmente parlando) ad "aggressore", sarebbe poco civile e poco pratico e sintomo di grettezza e miopia.

Mi chiedi esplicitamente come fare a conoscere altri gay e, come sai Internet può essere uno dei modi; il contatto diretto, l’esperienza dell’incontro, tuttavia, pur con le differenze indivuduali piacevole o sgradevoli che si possono incontrare, sono le basi per capire quali spazi più ci si confanno e quali persone si vogliono frequentare per costruire, crescere assieme e magari incontrare un partner!

Comprendo pienamente il volere forte di esprimere il proprio stato d’animo che, invece, è rimasto frustrato lì, nel gruppo dell’Arcigay dove sei andato ma, non sarà stato un giudizio frettoloso nei confronti delle persone presenti?

Ritengo che tu con l’energia che hai e con la tua intelligenza, possa fare qualcosa in più. Per esempio puoi provare ad organizzare un gruppo (tematico?) in quella sede o in un’altra, indirizzato a giovani che vogliono parlare di se stessi. Il "chiedere" in generale, come fai per esempio qui, sono convinto sia la cosa migliore: forse, così orientato dovrai esporti maggiormente per far sentire la tua "voce e testimonianza" (anche questo è coming out!).

Infine, coi ragazzi un po’ effeminati, credimi ci si può anche divertire molto e giocare… in fondo hai l’età giusta per farlo, e poi ci sono anche momenti nei quali si parla di cose serie e, il Gay Pride lo è, sia con gli effeminati vestiti ad hoc per la parata, sia per quelli "giacca e cravatta", e anche loro ci sono.

Ad ognuno la propria dimensione, senza giudizi né preconcetti, solo scelte invece, di distanza e vicinanza, contatto e ritiro, ovviamente seguendo ognuno i propri bisogni.

Buon Gay Pride e… il 23 giugno ci sarò anch’io!

di Maurizio Palomba

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