È tempo di PrEPararci a sconfiggere l’HIV: tutto sulla PrEP

Le nuove frontiere della prevenzione nell'epoca della Profilassi Pre-Esposizione

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La cosiddetta PrEP (Profilassi Pre-Esposizione) è una efficace strategia contro l’HIV e consiste nell’assunzione di un farmaco in grado di prevenire l’infezione. Un farmaco preventivo, che deve essere dunque usato da chi l’HIV non ce l’ha e non vuole averlo. Questa pillola non è stata inventata ad hoc per questo scopo, esiste infatti da diversi anni ed è utilizzata, in combinazione con altre, come terapia antiretrovirale, cioè per tenere sotto controllo l’HIV in persone sieropositive, permettendo loro di non sviluppare l’AIDS e di vivere così a lungo e in salute. Qualche anno fa è stato dimostrato dai primi studi scientifici che, se somministrata a soggetti che non hanno l’HIV, ha il potere di prevenire l’infezione e può dunque essere usata come profilassi. A seguito di questi primi studi, negli Stati Uniti, si è deciso di renderla disponibile come metodo di prevenzione ed è ormai da qualche anno che viene utilizzata da persone che vogliono avere a disposizione uno strumento in più per prendersi cura della propria salute.

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PrEP non è un farmaco da banco, non è un’aspirina, né una pillola per il mal di testa: come qualunque altro farmaco, può avere effetti collaterali, anche particolarmente spiacevoli e può rivelarsi una scelta non adatta a chiunque. Inoltre, protegge efficacemente soltanto dall’HIV. In altre parole, è un farmaco, non un miracolo, non è il segreto per l’immunità da qualunque virus o batterio che si possa trasmettere sessualmente. Del resto, qualcuno di noi ha mai curato il diabete con un farmaco per il cuore? O abbiamo mai creduto che il vaccino per il morbillo ci proteggesse anche dall’epatite? Certamente no, e questo non è mai stato un ottimo motivo per non utilizzarlo, giusto?

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Tuttavia, appena si pronuncia la parola PrEP, visto che ha a che fare con noi uomini gay e con la nostra sessualità, tutti si mettono a strepitare. Ecco una lista di cose che sentiamo dire ogni volta che si parla di questo argomento:

1) è un complotto dell’industria farmaceutica per vendere farmaci a chi non ne ha bisogno

2) non è giusto che il sistema sanitario si prenda carico di un simile costo

3) perché prendere una pillola se si può usare il preservativo, che costa meno e non ha effetti collaterali?

4) se in Europa arriva la PrEP, tutti smetteranno di usare il preservativo e si prenderanno di tutto.

Queste quattro obiezioni, molto comuni, a prima lettura sembrano tutte quante quasi plausibili e condivisibili. Soprattutto perché di solito a formularle sono persone che, per loro fortuna, non hanno bisogno di una Profilassi Pre-Esposizione, così partono dal presupposto che, visto che a loro non serve, dunque non servirà a nessuno: perché mai mettersi nei panni di chi vive situazioni differenti, quando puntare il dito ed emettere una sentenza è così facile? Noi abbiamo provato a non fermarci così in superficie e ad analizzare queste questioni con calma. Una per una.

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Non è un complotto dell’industria farmaceutica

In Europa PrEP non è disponibile: se davvero per le case farmaceutiche questo fosse un affare milionario, non credete che ce l’avrebbero già venduta come un miracolo? All’industria farmaceutica non conviene particolarmente, per una serie di ragioni. Tanto per cominciare, uno strumento efficace previene un’infezione che, una volta presa, va trattata farmacologicamente per tutta la vita. Venderci una pillola per prevenirla fa guadagnare loro molto di meno che vendercene tre al giorno per tutto il resto della nostra esistenza. Inoltre, il brevetto sul farmaco per la profilassi sta per scadere, dunque in circa due anni si potrà somministrare un generico che costerà pochissimo. Mentre, se aspettiamo, le industrie sforneranno un nuovo farmaco e per la PrEP sarà approvato quello, con un brevetto di dieci anni, e lo pagheremo carissimo.

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Il sistema sanitario non può coprirne i costi

Per le ragioni appena citate, i nostri sistemi sanitari spendono molto di più per fornire farmaci a chi prende l’HIV e se lo tiene per tutta la vita di quanto spenderebbero fornendo -a chi ha un alto rischio di acquisire l’infezione- uno strumento in più per evitarla. A una persona sieropositiva è necessario offrire visite, controlli, analisi, assistenza: in parole povere, bisogna pagare infettivologi, farmacisti, infermieri, analisi di laboratorio. Siamo veramente sicuri che somministrare PrEP costi di più? Ci sembra proprio di no

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Molto meglio il preservativo, non ha effetti collaterali

Il preservativo esiste da molti anni, è sicuramente il nostro alleato numero 1 nel controllo della nostra salute sessuale. Su questo non ci piove. Inoltre, creando una barriera fisica, protegge anche da altre infezioni a trasmissione sessuale. Eppure, per molte ragioni, alcune delle quali particolarmente valide, molte persone non lo usano, oppure non lo usano sempre. Finché questo metodo resta l’unico, non ci sarà niente ad aiutarci quando il preservativo, fosse anche solo una volta su cento, non lo metteremo. E può capitare, bisogna essere sinceri. Inoltre, in trent’anni di epidemia di HIV, ancora non abbiamo sconfitto questo virus: è evidente che il preservativo da solo non basta. Perché? Pensiamoci. Cosa succede se il preservativo ammazza il piacere e, piuttosto che farlo inguainati, preferiamo non farlo? La sensibilità di ciascuno è differente quando si parla di intimità e sesso, e per alcuni il preservativo è una tortura. Cosa succede se una notte ci siamo drogati troppo (o abbiamo bevuto troppo) e non siamo perfettamente in grado di comportarci come faremmo di solito, così non mettiamo/non facciamo mettere il preservativo? Cosa succede se qualcuno decide di usare la violenza e di imporre le sue regole e così, contro la nostra volontà, abbiamo un rapporto non protetto? Cosa succede se crediamo che il nostro partner non abbia nulla e che stia solo con noi, e invece magari ha appena preso l’HIV e nemmeno lo sa? Cosa succede se siamo talmente innamorati o infatuati che per un momento ci lasciamo andare e non ragioniamo come faremmo abitualmente? O non ci è mai capitato di essere giù, stanchi, depressi, troppo affranti per volerci bene e proteggerci al meglio? Davvero, non ci è ma capitato? Non siamo umani?

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Se arriva anche da noi, nessuno più userà il preservativo

Prendere la PrEP non vuol dire abbandonare il preservativo. Così come fare il vaccino per l’influenza non vuol dire andare in giro nudi d’inverno. C’è chi, per le più svariate ragioni, non usa il profilattico e continuerà a non usarlo. Non vogliamo che abbia un’alternativa? C’è chi usa il preservativo, sempre e comunque. Ad un soggetto così la profilassi oggettivamente non serve. Infatti, anche se PrEP sbarca in Europa, non sarà certo obbligatorio usarla. Ma anche sposarsi non è ciò che rende felici tutti i gay dell’universo. Eppure batterci per il diritto al matrimonio ci sembra giusto, no? Ognuno conosce se stesso, i propri punti di forza e punti deboli e deve avere la possibilità di scegliere per se stesso. Negli Stati Uniti, da quando è arrivata PrEP, le nuove infezioni da HIV sono diminuite, e le altre infezioni a trasmissione sessuale NON sono aumentate e questa è la prova di una grande verità: chi usava il preservativo prima, non ha improvvisamente cambiato stile di vita. Così come non ha cambiato stile di vita chi non lo usava. L’unica differenza è che chi non lo usava non prende l’HIV. Dopotutto, se prendi la gonorrea non è piacevole, ma la puoi curare. Se prendi l’HIV, te lo tieni.

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Infine, sul discorso PrEP c’è tanto moralismo, lo stesso bieco moralismo che negli anni ’60 ci portava a considerare PUTTANE le donne che sceglievano di usare la pillola anticoncezionale. Anche quella poteva essere sostituita dal preservativo, ma il preservativo intaccava il piacere maschile e questa cosa è stata in parte superata. La sessualità degli etero non è da biasimare, poiché possono procreare e dunque secondo la mentalità comune, non sono DEVIATI o INVERTITI. Quindi loro sì, il sesso senza preservativo lo possono fare e non li consideriamo né sporchi, né mentecatti. Invece appena il nostro amico gay ci dice che non usa il preservativo, via alle offese. Ci arrabbiamo, ci sembra illogico e immaturo desiderare il nostro piacere tutto intero, perché gli anni dell’AIDS hanno sostituito, nel nostro universo culturale, il valore del piacere con quello del terrore. L’anticoncezionale, per le donne, è uno strumento potente di autodeterminazione, è un modo per dire: questo corpo è mio. La PrEP sarà il nostro strumento, se smettiamo di demonizzarla noi per primi.

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C’è un’ultima informazione che desideriamo darvi: la PrEP si compra online, piuttosto facilmente. Noi riteniamo sia molto meglio che a somministrarcela sia uno specialista, ma finché questo non sarà possibile, il mercato “informale” continuerà a crescere, e gli utilizzatori non avranno nessun supporto medico. Siamo sicuri di volere questo? Non ci piacerebbe di più che il nostro sistema sanitario che la mettesse a disposizione e ci insegnasse ad usarla nel modo migliore possibile?

È tempo di aprire gli occhi, di informarci, di darci una svegliata, di volerci bene e di rispettarci nelle nostre unicità. È tempo di saperci mettere nei panni degli altri quando ragioniamo sulla salute e sulle scelte ad essa relative. Il medioevo è finito, la caccia alle streghe è passata di moda. È tempo di PrEPararci ad un futuro, possibilmente luminoso e libero dal terrore dell’HIV.

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