ROMA – Si chiama ‘sindrome di pollicino’, o dello spogliatoio, e colpisce un italiano su tre. In pratica, il 33% dei maschi si vergogna di mostrarsi nudo con gli attributi ‘a riposo’ davanti ad altri uomini, mentre ‘solo’ uno su cinque è imbarazzato all’idea di trovarsi nella stessa situazione davanti al/la partner.
Il dato emerge da un’indagine condotta da psicologi e medici dell’Associazione italiana per la ricerca in sessuologia su 1.072 maschi ‘over 18′ (età media 37,5 anni), dei quali l’86% si è dichiarato eterosessuale, il 5% omosessuale e il 7% bisessuale (il 2% era un campione mirato di omosessuali). Una percentuale, quella dei "bisex" dichiarati, che ha colpito molto i conduttori della ricerca: "E’ un dato rilevante – dice Franco Avenia, presidente dell’Associazione – che andrebbe confermato da ulteriori ricerche". L’indagine sarà diffusa ufficialmente a Trieste domani, al Congresso della Società italiana di chirurgia genitale maschile.
"A farci indagare sul rapporto personale degli italiani con il loro pene – spiega Avenia – è l’improvviso aumento delle richieste di ingrandimento. Da questa indagine vediamo che l’interesse dominante sembra essere quello di avere il pene più lungo in relax, che in erezione". Ebbene, dalla ricerca emerge, appunto, una diffusa ‘sindrome di pollicino’: gli uomini "vivono male le proprie dimensioni, e questo nonostante in gran parte le giudichino nella norma".
Un imbarazzo che ben pochi, tuttavia, riconoscono. "Solo l’8% dice di avere il pene più corto del normale. Ben il 64% degli intervistati è soddisfatto delle dimensioni in relax e l’89% in erezione. Ma, alla fine, il 33% si vergogna di mostrarsi nudo a riposo davanti ad altri uomini e il 20% davanti alla partner". Un aspetto ‘sentito’ dal campione, che nel 40% riferisce di aver misurato la lunghezza e nel 16% la circonferenza.
Per il 40%, inoltre, un uomo col pene piccolo è più a rischio di essere tradito (non lo pensa solo il 18%). E per il 52% dimensioni notevoli danno sicurezza nei rapporti sociali. "Non si tratta di singoli che non si accettano o di persone con un problema oggettivo. Lo studio – sottolinea Avenia – ci fa capire che c’è una problematica di tipo sociale dietro queste richieste. Molti, pur ritenendosi normali, non sono soddisfatti. E nell’immaginario maschile questo aspetto ha una rilevanza inattesa in una società evoluta come riteniamo sia la nostra".
Gli uomini non si spaventano davanti al bisturi. Il 19% sarebbe orientato ad un intervento chirurgico di ingrandimento (il 40% della lunghezza, il 48% di lunghezza e circonferenza e il 12% solo di circonferenza). Ma man mano che aumenta il livello degli studi scende la propensione ad un’operazione.
Fra le altre informazioni emerse dalla ricerca, c’è anche il dato sulla salute: il 41% dichiara disfunzioni sessuali, per lo più eiaculazione precoce ed impotenza.
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