"L’omofobia di Togliatti fu una cosa terribile. Per citare Pasolini, su alcune questioni la differenza fra un fascista e un antifascista la fa solo la tessera: non è che un abito politico e non può costruire una identità". Lo ha affermato Rosario Crocetta, europarlamentare del Pd ed ex Sindaco di Gela, ospite di una puntata del programma "KlausCondicio", condotto da Klaus Davi e in onda su YouTube.
"I vertici mi processarono" – Crocetta, pur escludendo con convinzione che
oggi i dirigenti del partito la pensino come Togliatti, spiega: "io quella mentalità discriminatoria l’ho vissuta sulla mia pelle. Ancora negli anni ’70 io stesso venni processato dai vertici del Pci per la mia omosessualità, ma venni difeso dalla base. Penso a quando fui candidato a sindaco di Gela: una delle questioni poste dal partito, che allora non era più comunista, ma dei Democratici di sinistra, riguardava proprio il mio orientamento sessuale. Dicevano: ‘Non possiamo candidarlo perché lui è gay e perderemmo le elezioni’".
Comunisti italiani resentiti – Alle affermazioni di Crocetta replica Orazio Licandro, coordinatore della segreteria nazionale del Pdci: "Certamente per un lungo tratto il Pci, come del resto l’Italia tutta, sul tema dei diritti civili non è stato avanzato come avrebbe dovuto e potuto. Ma anche se Togliatti può aver espresso giudizi sbagliati sui gay, non si può dare del fascista in nessun caso a chi ha speso una vita a combattere il fascismo". In realtà non tutta Italia e non tutti gli schieramenti politici sono sempre stati contrari alle coppie gay. I Radicali, ad esempio, avevano fondato associazioni ad hoc e quella delle coppie lgbt era entrata a pieno titolo tra le loro battaglie. Il Partito Comunista, invece, si ostinava ad epurare.
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