L’ORRORE DELLA VERGINITÀ

«Alla mia prima visita, la dottoressa che ha visto che sono vergine mi ha preso per extraterrestre». L'esperta denuncia l'atteggiamento di tante ginecologhe, ma invita a una maggiore consapevolezza.

L'ORRORE DELLA VERGINITÀ - leo10 08 - Gay.it
4 min. di lettura

Caro Leo,

mi rivolgo a te perchè sono molto confusa e ho davvero bisogno di chiarimenti su una materia in cui sono totalmente ignorante.

Qualche tempo fa ho fatto la mia prima visita ginecologica. Ho ritardato il più possibile questo appuntamento perchè avevo paura che accadesse proprio ciò che poi alla fine è accaduto: quando ho detto alla ginecologa che non avevo mai avuto rapporti sessuali completi il suo sguardo è divenuto tra lo stupito e lo schifato. In effetti comprendo che al giorno d’oggi sia strano trovarsi di fronte una persona che a 28 anni è ancora nella situazione di non poter essere visitata. Tuttavia credo che non sia necessario farla sentire così umiliata. La dottoressa poi mi ha chiesto (quasi con tono supplichevole) se non potesse essere che nei sei mesi successivi… Io, con tutta la mia indignazione, le ho risposto che non avrei avuto rapporti sessuali completi nemmeno nei prossimi sei mesi! E alla sua seguente domanda "Ne è certa?", ho risposto di sì con assoluta sicurezza.

Ovviamente una volta uscita sono scoppiata in lacrime perchè ti giuro mi ha fatta sentire come una criminale, come una anormale.

Poco dopo la situazione si è ripetuta in occasione, questa volta, dello striscio. La dottoressa (diversa dalla precedente) di nuovo sconvolta dalla mia "verginità" che mi illustra tutti gli aspetti negativi del non poter eseguire l’esame completo e che però, dopo un’attenta osservazione, mi dice con un sorriso sulle labbra, quasi rasserenata dalla scoperta, "Però l’imene in piccola misura è un po’ lacerata… allora qualche tentativo c’è stato!" Lo ha detto quasi come non avesse più tanta paura dell’extraterrestre che aveva di fronte: questo fatto mi rendeva un po’ più terrestre!

Entrambe le volte ho seriamente pensato di porre fine a questa frustrazione beccando la prima persona che capitava e, scusa la bassezza, portandomelo a letto. In fondo tante persone ne fanno una filosofia di vita degli incontri a solo scopo sessuale, perchè non dovrei tapparmi il naso e farlo se questo risolverebbe definitivamente il mio "problema". Comunque non ce l’ho fatta, almeno non ancora. Questo per rispetto della mia compagna, nonchè dei miei valori e dei miei desideri. A questo punto la mia domanda è: la rottura dell’imene può essere provocata anche da rapporti omosessuali in cui non si utilizzino strumenti di vario genere? Come farò se fra un anno – quando dovrò ripetere l’esame descritto sopra – sarò ancora nella stessa situazione? Mi sento venir meno al sol pensiero. Grazie per la comprensione e la disponibilità.

Sery

Cara Sery,

purtroppo non è la prima volta che pazienti o amiche mi confessano di aver vissuto un’esperienza dolorosa come la tua.

Una ginecologa dovrebbe avere chiaro dentro di sé che ogni donna ha una propria sessualità e come tale deve essere accettata: come non esiste una sessualità giusta o sbagliata, non esiste nemmeno un tempo prestabilito per avere rapporti sessuali.

Anche se una media statistica indica che le donne perdono la verginità prima dei 28 anni, non significa che chi sceglie di avere rapporti completi più tardi nel tempo sia anormale o viva una sessualità di serie B, o sbagliata.

Devo dire che, quando la dottoressa ti ha domandato se avessi intenzione di avere rapporti sessuali nei prossimi mesi, il tuo comportamento non è stato assertivo. Se lo fosse stato, avresti dovuto rispondere senza vergogna: "No, dottoressa, sicuramente non avrò rapporti sessuali nei prossimi mesi perché sono lesbica e non mi interessa averne". Potevi cogliere dunque l’occasione per dirle in maniera aperta, sincera e funzionale, che c’eri rimasta molto male quando hai letto nei suoi occhi una espressione di giudizio e di stupore per la tua verginità. Essere assertivi, cara Sery, nella vita aiuta sempre: comunicare agli altri i nostri pensieri e le nostre emozioni fa sì che nel momento in cui le esprimiamo ci sentiamo meglio perché "diamo voce" a noi stessi. Se avessi espresso assertivamente le tue emozioni, non avresti provato così profondamente la sensazione di dolore che ti ha portato fino alle lacrime.

Il fatto che la ginecologa "si sia tranquillizzata" vedendo delle lacerazioni nell’imene mi sembra strano, perché dovrebbe sapere che esistono tanti tipi di imene ed è normalissimo trovarvi delle lacerazioni, che possono essere piccole o più o meno estese.

C’è da aggiungere che le tue sensazioni, provate durante le visite, possono essere in realtà delle tue percezioni e attribuzioni non realistiche. In questo caso dovresti sforzarti di essere più assertiva e chiedere dei chiarimenti all’altra persona.

Per quanto riguarda la tua verginità, perché pensi di dover andare a letto con un uomo per perderla? Esistono dildi e vibratori, esistono le dita…. Piuttosto che andare con il primo uomo che incontri, credo che tu possa trovare dei modi molto più funzionali e divertenti per raggiungere il tuo scopo. Non capisco proprio come tu possa pensare che sia meglio andare con un uomo piuttosto che utilizzare un dildo con la tua compagna. Non sarà che risenti di uno dei tanti miti legati all’omosessualità delle lesbiche? Cioè che una vera lesbica non vorrà mai essere penetrata? Chi lo ha stabilito? Una donna può essere lesbica e avere una sessualità diversa da un’altra donna, e provare piacere ad essere penetrata dalla sua compagna con un dildo. Non c’è forse qualche sentimento omofobico da parte tua da dover discutere?

Tieni poi presente che un altro modo per perdere la verginità è quello di chiedere alla ginecologa di rompere lei stessa l’imene per rendere la visita più agevole.

di Antonella Montano

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