In occasione del 81° compleanno dell’artista, la casa discografica Fono Enterprise, da sempre attenta alle voci dei grandi artisti del passato, ha pubblicato un cofanetto davvero particolare dedicato a Renata Tebaldi, del quale si è occupato, con un lungo articolo, anche il New York Times. Si tratta del primo disco, mai realizzato, in cui ci sono non solo le arie più belle dell’inizio della carriera di una grande artista italiana, ma la stessa cantante, con la propria voce, racconta aneddoti della sua vita e della sua carriera.
Per quanto riguarda la scelta dei brani, è opportuno rilevare il meticoloso lavoro, quasi archeologico, fatto dalla Fono Enterprise. Su tutti gli artisti della fine anni ’40, inizi ’50, infatti, pesava il grave pericolo di perdere le prime registrazioni per la politica delle case discografiche che avevano privilegiato quelle stereofoniche, della seconda metà degli anni ’50. Talvolta, a peggiorare la situazione di questi primi documenti, c’erano stati pure cambi di casa discografica, ad esempio le incisioni della Fonit del ’50 negli Stati Uniti sparirono subito poiché la Tebaldi era diventata un’artista Decca (così accade anche per le registrazioni Cetra della Callas). Queste prime registrazioni, a 78 giri, erano inoltre in presa diretta, in altre parole non si poteva modificare nulla, l’aria così com’era cantata, era restituita dal disco.
Niente di meglio, quindi, quanto a spontaneità, a freschezza, passione ed abbandono. Queste incisioni danno veramente l’idea di un artista che, davanti al microfono, canta un’aria così come la canterebbe in teatro sapendo che non la potrà rifare o rimaneggiare. Tra le più interessanti il debutto della Tebaldi in Desdemona, registrato fortunosamente a Trieste nel ’45 e “Un bel dì vedremo” dalla Madama Butterfly del ’49. Le incisioni degli anni successivi (La Bohème del ’51, Aida del ’52 con Mario Del Monaco ecc.) sono altrettanto interessanti perché documentano l’avvento del realismo in sala d’incisione. Per la prima volta in un disco si sente il rumore degli oggetti di scena, dei mobili che si spostano, di una spada che cade a terra ecc., cosa che sbalordì gli ascoltatori di allora e che fece della Decca la casa discografica più all’avanguardia dell’epoca.
La Fono Enterprise è andata anche oltre a questo criterio filologico per ridare dignità a queste prime, splendide, registrazioni, ha cercato anche di ricreare la vera personalità dell’artista. Tra una traccia e l’altra, infatti, la Tebaldi stessa si racconta in prima persona. Possiamo così ripercorrere la storia della sua carriera e conoscere curiosità del mondo della lirica. L’artista conduce per mano l’ascoltatore nei ricordi della sua gioventù, da quando cantava in chiesa all’incontro con la sua insegnante Carmen Melis. Descrive gli episodi chiave della sua carriera: l’emozione del debutto, l’incontro con Toscanini, i motivi del distacco dal maestro e dell’addio al Teatro alla Scala per approdare in America dove sarà consacrata una delle maggiori stelle del firmamento lirico internazionale. Non manca, infine, il sereno racconto dell’addio definitivo alle scene ancora nel pieno del successo e della forma vocale: “Avrei potuto ancora cantare degli anni, ma volevo lasciare un buon ricordo di me, ho deciso di non farlo e non ho rimorsi”.
Il cd dovrebbe essere disponibile fin dai primi di marzo, per adesso distribuito in esclusiva dai negozi Feltrinelli – Ricordi.
di Francesco Belais
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