L’autrice di Harry Potter, Joanne Kathleen Rowling, ha rivelato nel corso di un incontro alla Carnegie Hall di New York che il personaggio di Albus Silente è gay. La domanda l’aveva posta un giovane fan: quando Silente troverà «il vero amore della sua vita?» Niente esitazioni nella risposta della Rawling: «Silente è gay». Dopo un momento di silenzio per la meraviglia, il pubblico ha applaudito.
La scrittrice ha spiegato la storia del preside di Hogwarts: da giovane si era invaghito di un mago oscuro vissuto prima di Lord Voldemort, Gellert Grindelwald, e molti anni più tardi lo sconfiggerà in una lunga battaglia fra maghi buoni e cattivi. Questa storia d’amore fu la «sua grande tragedia» ha detto ancora la Rowling, spiegando che «quando ci si innamora si può diventare ciechi».
L’ultimo volume della saga del maghetto, ha spiegato l’autrice, sostiene «la tolleranza» e invita al «rispetto delle diversità». «Se avessi saputo che la reazione sarebbe stata così positiva – ha detto subito dopo la rivelazione – non avrei aspettato tanto a far uscire allo scoperto il personaggio».
Maria Laura Rodotà, dalle pagine del Corriere della Sera si pone una domanda: «Adesso quand’è che Rowling ci conferma che la prof. McGranitt è lesbica? Lo pensiamo in tanti, ci insospettisce la passione per il Quidditch; e anche lei va liberata dall’ipocrisia, che diamine.»
Antonio Scurati, dalle pagine de La Stampa, scrive che «da ieri, milioni di ragazzini e ragazzine di tutto il mondo sanno che il bene è gay. I fan sono sconcertati, le reazioni controverse, ma una nuova era dell’educazione dei fanciulli è iniziata. Fino a ieri sembravamo doverci rassegnare al fatto che l’eroe del nostro tempo fosse il serial killer, che i talk show serali dedicassero decine di puntate alla psicologia di madri infanticide, che il ceto politico venisse narrato invariabilmente come una casta di privilegiati e corrotti, che il caso letterario dell’anno guadagnasse l’attenzione mondiale raccontandoci con dovizia di dettagli orrorifici tutto quel che già sapevamo sulle tecniche politiche di sterminio di massa praticate dalla Germania nazista, ma rinnovasse il genere abbandonando lo sguardo pietoso sulla vittima, o il punto di vista della stessa, a vantaggio di quello di un gagà nazista dedito ai piaceri della sodomia e della strage.»
Nel mondo della fantasia l’outing di un preside può fare scalpore. Ma cosa succede quando a dichiararsi gay è un preside "babbano" (I babbani sono, nella saga di Harry, gli umani senza poteri magici, ndr)? Lo abbiamo chiesto a Vanni Piccolo, personalità storica del movimento lgbt che molti anni fa dichiarò pubblicamente la sua omosessualità e che da allora, prima da insegnante e poi da preside, si interessa di scuola e omosessualità. «Che l’omosessualità sia un bene i miei alunni lo sanno da 40 anni – ci ha detto Piccolo -. La visibilità degli educatori omosex, essendo l’insegnante una figura di riferimento, può creare una condivisione sociale applaudita dall’opinione pubblica. Ben venga, quindi, questo outing. C’è bisogno che l’immagine del gay sia collocata in una cornice di successo: che questo avvenga con un libro o un’altra cosa non importa. L’importante è che ci sia una rappresentazione positiva dell’omosessualità.» «In questi giorni ho ricevuto una lettera da un mio ex alunno – continua Piccolo – che mi spiegava come, dopo più di 20 anni, avere avuto un insegnate gay dichiarato lo ha aiutato a non sentirsi solo e a trovare la sua strada. Oggi convive felicemente con un inglese col quale si sposerà fra poco. E io andrò al suo matrimonio.»
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