Per cinque anni ho impiegato il mio talento creativo per pubblicizzare le incredibili capacità assorbenti di una nota marca di pannolini. Questo non solo mi ha dato il discutibile vantaggio di fare la conoscenza di miracolose microsfere in gradi di assorbire urine elefantiache ma anche una discreta conoscenza del lasso di tempo compreso tra il concepimento e l’iscrizione del bambino alle elementari. È comprensibile quindi che riscuota sempre una certa ammirazione da parte delle future mamme quando a prima vista riesco a capire di quanti mesi sono incinte, se sarà un maschio o una femmina e se sono particolarmente in buona anche il voto di laurea che conseguirà il nascituro di lì a 25 anni. Quando qualche mese fa ho incontrando una mia carissima amica lesbica ho quindi capito immediatamente che quel rigonfiamento non era dovuto ad un’abbuffata pantagruelica, sebbene conoscendola poteva benissimo essere, ma si trattava di ben altro: quinto mese. Data prevista: ottobre. Nome già scelto e, cosa più importante, già fissata la data del baby shower.
Negli ultimi mesi mi è capitato di conoscere o di venire a sapere di almeno altre 4 coppie lesbiche in dolce attesa. È allo stesso tempo una cosa fantastica e commovente l’impegno che queste ragazze stanno mettendo per realizzare il loro progetto di vita nonostante le difficoltà imposte da un sistema politico che è evidentemente sempre più disarmonico rispetto a quelle che sono le aspirazioni alla felicità dei propri cittadini. Inseminazioni artificiali praticate all’Estero o la scelta di un padre all’interno della propria cerchia di amici: la voglia di maternità e la determinazione nell’ottenerla sta sviluppando forme nuove e non convenzionali che trasformano il concetto di famiglia a cui eravamo abituati. Rapporti e compromessi che hanno come obiettivo quello di creare qualcosa che è sicuramente diverso ma affatto negativo. C’è un’ostinazione, un coraggio e una presa di coscienza ammirevole tra queste lesbiche (ma anche tra molti gay) determinate a soddisfare una naturale inclinazione alla genitorialità che non può avere limiti causati della propria omosessualità.
E se da un lato l’assenza di norme che agevolino la costituzione di famiglie omosessuali è avvilente e frustrante, dall’altra è proprio questo clima che ha fatto sì che alcuni di noi si ingegnassero per trovare strade diverse dando un volto nuovo al concetto di famiglia e di educazione dei figli. Una prospettiva moderna e rivoluzionaria, che crea approcci alternativi alle interpretazioni spesso parziali e politicamente schierate che molte teorie pseudo pedagogiche continuano ad imporre proponendo la famiglia eterosessuale come struttura unica e perfetta.
Personalmente non credo che la tradizione sia sempre una conferma della bontà di un comportamento, come anche sono certo che l’istinto paterno e materno abbiano una giustezza naturale che nessuna puericultura dovrebbe mettere in discussione, e sebbene sia doveroso da parte di noi omosessuali porci dei dubbi sulle nostre capacità genitoriali è anche legittimo agire coerentemente con il percorso di vita che si è scelto di fare e che, in questo caso, include anche il desiderio di avere dei figli. Del resto non mi pare che la formula "Mulino Bianco" abbia poi dato sempre risultati eccellenti, a riprova che la qualità di un’educazione non è determinata dalle inclinazioni sessuali dei genitori. Tutti possiamo fallire nel tentativo di allevare dei figli e spessissimo lo facciamo a prescindere dalle nostre migliori intenzioni. E per metterci a riparo da questo non basterebbe imparare a memoria i contenuti di tutti i libri della biblioteca della facoltà di Pedagogia. Semmai, la sola soluzione è provare, consapevoli di agire al meglio delle nostre possibilità, cercando di trasferire ai figli le nostre esperienze e avendo la capacità di lasciare che le loro si vadano a formare senza ingerenze. Relazionandosi con loro sapendo dosare cervello e cuore, comprensione e severità e di sicuro quand’anche il risultato non fosse dei migliori, non dipenderà mai dal fatto che il bambino ha avuto due mamme o due papà.
di Insy Loan ad alcuni meglio noto come Alessandro Michetti
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