Andrea Ripa di Meana: “Mia madre non era omofoba!”

"Altro che omofoba! È stata una delle prime a scendere in piazza per manifestare contro le discriminazioni e partecipò al Gay Pride, di sua spontanea volontà."

Ripa di Meana
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Marina Ripa di Meana, amava essere chiamata semplicemente Marina, nonostante il tir di cognomi e titoli che si portava dietro. Negli anni quel nome breve, ma intenso, è stato il più celebrato in quei salotti che da oggi, dopo la sua partenza verso un mondo migliore, non saranno più gli stessi. Il papà ha sempre evidenziato la sua incoscienza, mentre gli amici più intimi si divertivano a paragonarla alla “tramontana” per l’insolita capacità di distruggere sempre tutto. Ha cavalcato la vita come mai nessuno prima ed ha sempre fatto quello che voleva: il sesso senza tabù, quattordici libri, due matrimoni, un reality, un paio di film e persino un periodo di meretricio per comprare la droga preferita all’ex amante Franco Angeli. Poi le battaglie per salvare il Pincio di Roma, contro il cancro, per i suoi amici animali e quelle per l’ambiente assieme a suo marito Carlo. E poi ancora quella volta in cui Gianni Agnelli la trovò a letto con Mattiacci e De Dominicis, la torta in faccia a Costanzo, il ‘Piscio d’Artista’ addosso a Sgarbi, il calcio in culo a Gassman, il vaffanculo a Sordi, le amicizie speciali con Pasolini, Moravia, Parise e Craxi, la polemica per la misera pensione percepita e due figli: l’attrice Lucrezia Lante della Rovere e Andrea Cardella Ripa di Meana adottato cinque anni fa, dopo trent’anni di onorato servizio. E con Andrea abbiamo ricordato l’imprevedibile Marina e le sue ‘strane’ posizioni sul mondo gay che l’hanno resa, da sempre, un’icona a metà.

Sono fuori luogo se le chiedo come sta?

Vado avanti come avrebbe voluto Marina. Nella nostra lunga vita assieme mi ha insegnato tantissime cose tra cui quella di non piangermi mai addosso, e così sto provando a fare, pur non essendo affatto facile. 

Perché Marina, assieme a suo marito Carlo, decise di adottarla?

Nonostante sia una cosa avvenuta cinque anni fa, ancora non l’ho capito. Io avevo ed ho ancora oggi una famiglia, ma loro mi han sempre detto che lo facevano per garantirmi, grazie a quel cognome, un futuro migliore dopo i meravigliosi anni passati assieme tra gioie, dolori e tante battaglie. 

Ripa di Meana

Lucrezia come reagì a questo desiderio di sua madre?

Non benissimo. Sia chiaro: nessuna invidia e nessuna gelosia, ma Lucrezia, cresciuta con tutti i disagi dei figli unici, non riusciva a vedersi di punto in bianco un fratello. Per questo sono stato adottato solamente da Carlo, mentre Marina si limitò a firmare come moglie. 

E la sua famiglia d’origine, invece?

Fu un fulmine a ciel sereno anche per loro, ma quando capirono le ragioni, si tranquillizzarono.   

Nonostante l’adozione, non ha mai smesso di dare del ‘lei’ a Marina. Posso chiederle il perché?

Non c’era un motivo specifico a dire il vero. Era una forma di educazione e rispetto, e le dirò: anche a Marina piaceva questo mio modo di rivolgermi a lei. Non dimentichiamoci che ancor prima di diventare figlio, sono stato per venticinque anni il suo assistente. 

Ripa di Meana
Andrea e la madre Marina.

È stato difficile andare d’accordo con una donna che viene paragonata, ancora oggi, alla tramontana?

Come in tutte le relazioni ci sono stati momenti di alti e bassi. Tra noi ci sono state diverse incomprensioni, anche molto difficili da superare, ma alla fine non riuscivamo mai a fare a meno l’uno dell’altro. Entrambi non sapevamo proprio cosa fosse il rancore.

Oggi Carlo come sta?

Pian piano sta iniziando a realizzare. Si domanda spesso come farà senza la sua Marina ed io, puntualmente, gli ripeto quello che mi ha raccomandato sua moglie per me e, soprattutto, per lui. La verità è che lei non voleva vederlo soffrire, per questo decise di salutarlo due sere prima dall’inizio della sedazione. 

Ripa di Meana
Carlo Ripa di Meana e Marina.

La strumentalizzazione della notizia che Carlo avrebbe scoperto la morte di Marina dalla Tv, come se la spiega?

In Italia, ahimè, ci sono pessimi giornalisti che si professano persino amici. Aveva ragione Valeria Marini…

Prego?

Una volta la incontrammo nell’area vip di un aeroporto. Era in compagnia di una nota giornalista amica e quando quest’ultima se ne andò, Marina iniziò a spendere belle parole ricordando l’amicizia che le vedeva legate da anni, ma Valeria d’emblée ci disse: “Sarà sicuramente un’amica e una bravissima persona, ma è pur sempre una giornalista, ricordatelo!”. E aveva ragione. 

Il suo lavoro è sempre stato quello di occuparsi dell’agenda di Marina. Da oggi in poi cosa farà?

Mi occuperò di Carlo. È quello che ho promesso a Marina poco prima che morisse. Era molto preoccupata per lui e le dirò: mi sarei occupato di Carlo anche se non fossi stato adottato. 

C’è stato un via vai di grandi amici per l’ultimo saluto, ma c’è stato qualcuno che Marina avrebbe tanto voluto, ma che non si è presentato?

No! Per l’ultimo saluto son venuti veramente tutti. È stata una gioia immensa vedere così tanto affetto.

Sua mamma è stata sempre un’icona gay discussa. Ha mai capito le sue idee?

Le ho sempre capite e posso affermare tranquillamente che era tutto tranne che omofoba! Marina, da sempre circondata da amici gay, non credeva nel matrimonio come sacramento e rivendicava la libertà dai vincoli matrimoniali che solo le coppie omosessuali ancora avevano. 

Era contraria anche alle adozioni, a dire il vero…

Era dell’idea che un bambino avesse bisogno di un padre ed una madre, ma questo non vuol dire essere omofobi. 

Ripa di Meana

E cosa vuol dire, mi scusi?

Avere delle posizioni diverse. Marina è stata una delle prime a scendere in piazza per manifestare contro le discriminazioni. Credeva nei diritti civili e partecipò anche al Gay Pride, di sua spontanea volontà, quando non aveva ancora il meritato seguito che ha oggi.

Anche lei la pensa come Marina?

Sì, assolutamente, ma non posso di certo passare come una persona omofoba.

Marina ha mai conosciuto un suo compagno?

Sì, anni fa. È stato anche il suo massaggiatore, nonché insegnante di fitness. Una storia che finì troppo presto per via del mio lavoro. 

E come reagì Marina a quel fidanzamento?

Benissimo. In quell’occasione era molto felice di vedermi sereno e con una persona accanto. 

Il suo rapporto con Lucrezia, oggi, com’è?

Ottimo. Un’amica vera. Dopo la perdita di Marina ci siamo uniti ancor di più. È una persona meravigliosa e una grandissima attrice. Ora stiamo pensando di fare una mostra per ricordarla tra cappelli, scarpe, vestiti e oggetti vari che hanno contribuito a rendere Marina un personaggio unico. 

Qualcuno le sta già parlando di eredità?

Non ancora e spero che questa cosa non accada mai. Preferirei che si parlasse di “Ora ti curo io – ho preso il Cancro per le corna!” un libro che uscirà a metà febbraio, scritto con l’amico giornalista Marino Collacciani, dove si parlerà della terribile malattia che l’ha portata via

Come avrebbe voluto essere ricordata Marina?

Così com’è sempre stata. Lei ha curato tutta la regia della sua morte ed io non smetterò mai di ricordarla. 

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