«Negli ultimi anni sono cambiate tante cose ed ho capito, forse un po’ in ritardo, che non bisogna vivere il cambiamento come un qualcosa di negativo.» Inizia così la mia chiacchierata con una nuovissima Chiara. Più bella. Più brava. Più rossa. Più magra, ma soprattutto più consapevole di quello che sta facendo e lo si capisce, sin da subito, ascoltando il nuovo lavoro Nessun posto è casa mia, uscito pochi giorni fa e già in testa nella classifica dei dischi più venduti. E, consapevole di aver portato all’ultimo Festival di Sanremo un pezzo difficilissimo, in quest’intervista Chiara si racconta come non ha davvero fatto mai.
Innanzitutto partiamo dalla tua bellezza. Cos’è successo in questo periodo?
In realtà ho cambiato semplicemente stile di vita. Ho smesso di fumare, ho smesso di bere, non mangio più carne e, a dire il vero, neanche i latticini. Il pesce, invece, ogni tanto, sì. Sono una mezza vegetariana, mettiamola così. E poi ho iniziato un percorso di analisi che mi sta dando tanto aiuto.
Ho letto che in molti ti fermano per strada per avere informazioni sul tuo nuovo aspetto. Ti diverte come cosa?
All’inizio sì, ora comincia a stancarmi. Sono tornata ad essere quella di un tempo. Prima di X Factor ero proprio così. I chili sono arrivati con lo stress..
Tu sei stata la rivelazione di un talent show. Non hai paura di restare intrappolata in quell’immagine?
Mmm, no. Però, allo stesso tempo, con questo nuovo progetto voglio accantonare quella Chiara lì. Sarei patetica se rinnegassi i benefici del talent, ma questo è il disco che avrei fatto se non fossi passata da lì.
Arriviamo a Sanremo. Pezzo bellissimo, ma difficile da arrivare al primo ascolto, non trovi?
Ne ero consapevole, ma volevo mostrarmi finalmente per quella che sono. Mi sono presa tutte le responsabilità e penso, mai come stavolta, di aver fatto la cosa giusta. Nessun posto a casa mia ha fatto sì che nessuno dicesse: “È sempre la solita Chiara!”
Rimasta male della classifica finale?
La verità? No! La classifica, a meno che non vinci, conta poco. Questo è stato il mio terzo Sanremo e l’ho volutamente preso come una vetrina promozionale. Ero certa di non avere una canzone che avrebbe potuto ambire alla vittoria.
Ora è uscito anche il tuo terzo disco…
È un disco che merita di essere ascoltato in tutta la sua interezza. Mi rappresenta come non mai: dai testi, alle musiche. L’ho fatto in questo anno e mezzo dove mi ero completamente ritirata.
Sentivi davvero tutta questa necessità di sparire?
Non avevo altra scelta a dire il vero. Dovevo capire che tipo di donna avrei voluto essere e per ricostruire ci vuole ordine, ma soprattutto tempo. Tanto tempo.
Posso chiederti come mai è uscito così in ritardo, rispetto alla tua partecipazione al Festival?
Perché è un disco che aveva bisogno del suo tempo. Nel gran casino sanremese sarebbe passato in secondo piano e non era questa la mia intenzione. Non volevo che si perdesse nel nulla.
Che aspettative hai da questo nuovo progetto?
Credo che i frutti, stavolta, li raccoglierò con il tempo. Il primo singolo è arrivato ai miei sostenitori, ma anche a tanta gente che, fino a poco fa, magari neanche mi conosceva. Ecco, con questo disco vorrei abbracciare anche altra gente e ampliare il mio pubblico.
A proposito di pubblico, piaci molto al mondo gay. Ti sei mai chiesta perché?
Non me lo sono mai chiesta perché non ho mai fatto divisioni tra etero e gay, ma ne sono comunque molto onorata. La musica unisce davvero tutti!
Hai parlato più volte della tua insicurezza. A trent’anni compiuti, si cambia?
Si cambia perché inevitabilmente si prende consapevolezza dell’insicurezza. Però, allo stesso tempo, le insicurezze rimangono lì. Direi che con il passare del tempo le impari a gestire. E poi, se posso dirla tutta, le insicurezze sono anche sinonimo d’intelligenza.
In che senso?
Una persona insicura è una persona che si mette sempre in discussione. E in discussione, secondo me, oggi come oggi, ci si mettono solo le persone intelligenti.
Ad ogni modo ha avuto una svolta il tuo cuore perché, da quanto apprendo, sei felicemente innamorata…
È vero: il mio cuore, ora, è in un’oasi felice. È arrivato l’amore nel momento più giusto; nel momento in cui ero cambiata anch’io. Ho capito, forse un po’ in ritardo, che non bisogna vivere sempre il cambiamento come un qualcosa di negativo.
Vi siete trovati in Thailandia: mica ci vorrai far arrivare fino a lì per trovare il grande amore, vero?
(Ride, ndr) Non è andata così! Ero in Thailandia e mi sono ricordata che quando stavamo insieme, circa sette anni prima, lui era andato a fare l’Erasmus a Bangkok e mi scriveva, ogni sera, che andava a dormire alle nove. Una volta lì, quando ho visto il gran movimento che c’era, gli ho scritto subito un sms di gelosia retroattiva!
E cosa gli hai scritto, se posso?
«E meno male che dicevi che eri fedele; qui è tutto un gran casino!».
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