Rent: sbarca in Italia il musical del Duemila

A milano e a Bologna arriva lo spettacolo 'cultu' di Jonathan Larson: un manifesto giovanile dolce-amaro lontano da pregiudizi e ipocrisie.

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Preparatevi ad un meraviglioso viaggio nelle emozioni di storie vere che prendono forma nello scenario freddo di una grande metropoli come New York,con il sottofondo di una musica che vi scuote come una scarica di adrenalina, ma capace di scaldarvi il cuore. E se vi capiterà di non riuscire a trattenere le mani, le gambe, la testa, il corpo che si muovono a ritmo, non dovete preoccuparvi: è quello che è accade alle migliaia di spettatori che si recano al Nederlander Theatre, nella 41ma East di Broadway per assistere a Rent. Oggi lo spettacolo scritto da Jonathan Larson prende forma in Italia, con produzione, attori, musicisti e tecnici italiani che portano avanti anche nel nostro paese il progetto di Larson. La sinergia che si è creata tra le produzioni dei due Paesi ha portato parte dello staff americano a collaborare nella messa in scena italiana, a Milano fino a fine marzo e a Bologna fino all’estate. Jonathan Larson è nato il 4 Febbraio 1960, minore di due figli, da una famiglia ebrea. E’ cresciuto in un quartiere medio borghese a trenta chilometri da New York. Drammaturgo, compositore e pianista di spiccato talento, Larson era animato dal desiderio di rinnovare il musical americano – combinando la tradizione di Broadway con il rock – cercando al tempo stesso di comunicare qualcosa non di effimero, in chiave moderna e accessibile e tutti. Ha quindi lavorato per sette anni sull’opera lirica La Bohème, ricollocando nell’East Village di New York City la storia degli artisti parigini di Giacomo Puccini, rappresentando un paradigma dei tempi moderni. Jonathan Larson è morto all’età di trentacinque anni (il 25 Gennaio 1996), a causa di un aneurisma aortico, poco prima che il suo spettacolo diventasse una delle più celebrate rappresentazioni teatrali degli ultimi venti anni.

Cosa é Rent: Rent significa affitto. E molte altre cose. È un manifesto giovanile dolce-amaro che ha l’intento di rappresentare persone e non personaggi, giovani che affrontano ansie, passioni e sofferenze senza indossare la maschera dei pregiudizi e dell’ipocrisia. Rent è l’icona di relazioni capaci di superare ogni tentazione di abbandono al cinismo e alla disillusione; è autentico, quasi in modo scomodo, poiché dipinge verità che molte persone scelgono di non conoscere. L’Aids, infatti, è vissuto come malattia tanto fisica quanto sociale, che si tenta di sconfiggere con la comprensione, la solidarietà e l’aiuto reciproco. Rent non rappresenta “il diverso” per provocare o stupire, ma per porre in discussione ciò che è “normale”; o considerato tale. Vuole ricordare, o informare per la prima volta, che anche le vite ai margini della società sono vite di qualità degne di essere vissute.
La trama – Prendendo le mosse dai bohèmian pucciniani, Jonathan Larson ha raccontato la storia di alcuni giovani le cui vite si intrecciano nei sobborghi di New York. La prima impressione è che si tratti dello spaccato di un diffuso malessere che, come l’Aids – uno dei protagonisti dello spettacolo – ha contagiato un po’ tutti, in modo differente, chi nel corpo, chi nell’anima, prendendo varie forme, dalla tossicodipendenza all’arrivismo egoista, dalla paura di amare alla possessività. Poi, con lo svilupparsi delle storie, si comprende che il vero protagonista è l’amore, l’amore in tutte le sue manifestazioni, l’amore eterosessuale, gay e lesbico, l’amore turbolento, l’amore fuggito, l’amore perduto, insomma l’amore per la vita, forse l’amore universale, quello che fa superare gli interessi egoistici, le paure esistenziali, le debolezze di ognuno e ci fa affrontare anche le miserie di questa vita, quando le incontriamo. C’è chi ce la fa, chi cresce, chi cambia, chi, comunque, lotta e chi invece non ce la fa e muore, o tenta la fuga, ma l’amore riesce a fare l’impossibile, a far tornare chi era fuggito e a far vivere chi non c’è più. Le verità della vita sono raccontate in modo fresco e accompagnate da una musica mai inopportuna, spesso emozionante. Grandi le voci di Roger (Michele Carfora), Joanne (Roberta Faccani) e Collins (Alan Mingo).

Rent ha ricevuto nel 1996, poco dopo il debutto a Broadway, prestigiosi premi e riconoscimenti: Pulitzer Prize for Drama, quattro Tony Awards (tra cui quello per il miglior musical), Best Musical Awards from the New York Drama Critics Circle, tre Obie Awards, un Drama Desk Award. La produzione è Duke International. Dietro al nome si cela un numero fortunato, il 23, e il profilo di Duca, un simpatico boxer. La casa di produzione nasce a Modena, per Rent e con Rent, da un’idea di Nicoletta Mantovani che coinvolge subito la sua migliore amica Jenny Benedetti. Non si può scrivere una biografia di un neonato, ma si può raccontare il lavoro del presente e la passione che lo sostiene. Con loro lavorano tre professioniste che da anni collaborano con Nicoletta Mantovani: Serena Belladelli, Serena Argentini, Stefania Verzoni. Come avvenuto a Broadway, la Duke International ha deciso di non legare la scelta dei cast ad affermati personaggi di spettacolo, ma di dare spazio a giovani professionisti, un atto coraggioso che riflette l’intensità del messaggio di Rent. La Duke International ha acquistato dalla produzione americana, oltre alla sceneggiatura e musiche originali, lo regia, i costumi, le luci la scenografia e la coreografia, al fine di rendere la rappresentazione italiana il più rispondente possibile al progetto originale tracciato da Jonathan Larson.
Gli interpreti: Karima Machehour (Mími), Michele Carfora (Roger), Gabriele Foschi (Mark), Francesca Taverni (Maureen), Roberta Faccani (Joanne), Laronte (Angel), Alan Mingo (Collins), Claudio Castrogiovanni (Benny), Michel Altieri (Mr. Jefferson), Graziano Borcíani (Alexí Darling), Paolo Caiti (Gordon), Stefania Caracciolo (cover Mimì), Serafina Frassica (Mrs, Jefferson), Cristina Ginevri (Mamma), Umberto Scida (Steve), Matteo Setti (Paul).
La Band: Lorenzo Sebastiani (direzione – pianoforte e tastiere), Massimiliano Freschi (basso), Andrea Morelli (chitarre), Claudio G. Morosi (tastiere e chitarre), Fabio Sartoni (battería). Direzione artistica e testi italiani : Michele Centonze. Regia : Michael Greif & Fabrizio Angelini Coreografia : Marlies Yearby & Alan Mingo Scenografia : Paul Clay

Rent sarà a Milano, presso il Teatro Smeraldo (P.zza XXV Aprile, 10) dal 4
Febbraio al 26 Marzo, e a Bologna, presso il Teatro delle Celebrazioni
(Vie Saragozza, 234) dal 30 Marzo al 9 Aprile. Info-line : 02. 29017020
(Ufficio Promozione Gruppi Teatro Smeraldo).

Biglietti (Teatro Smeraldo) balconata £ 30.000; poltrona £.40.000;
poltronissima £ 50.000
Per informazioni e prenotazioni 02.2900.6767

di Marco Volante

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