Amanda Lear: «Mi ritiro dalle scene. Addio!»

«Oggi scappo dai selfie, dagli abbracci dei miei fan e mi rifugio, ancora per poco, tra i miei quadri e il teatro»

Amanda Lear: «Mi ritiro dalle scene. Addio!» - amanda lear - Gay.it
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L’incontro con Amanda Lear avviene a Parigi, più precisamente al Théatre de la Michodière dove, da anni, l’immensa Lear porta in scena la fortunata commedia La Candidate. Quando arrivo lei è nel suo piccolo camerino invaso da foto, fiori e lettere.  Sta riguardando il copione anche se non ne ha affatto bisogno. Dal vivo è di una bellezza disarmante. Sembra che il tempo, per lei, non sia davvero mai passato. Mentre sorseggia un tè per scaldarsi la voce, la donna che ha venduto più di ventisette milioni di dischi, mi parla del suo addio al mondo dello spettacolo, del mondo trans, dei gay, delle infinite leggende che girano sul suo conto, del flirtaggio selvaggio con uomini e donne, del film appena girato in Italia e di un passato televisivo che l’iconica Lear vuole definitivamente cancellare.

Ho letto una sua dichiarazione che vorrebbe ritirarsi dalle scene: fa mica sul serio?

Certo che faccio sul serio! Fra qualche mese avrò quarant’anni di carriera alle spalle. Quarant’anni di successo senza pausa. Sono tutte le sere sul palco in teatro, e mi creda: è molto più faticoso che fare televisione, leggere un gobbo e cantare in playback. Mi fermerò non appena finirà la mia tournée e dopo l’uscita del film di Messeri. 

Eppure sta avendo molto successo con lo spettacolo La Candidate. Perché finirla qua?

La Candidate è una commedia che porto avanti da diversi anni e che continua ad avere, nonostante le innumerevoli repliche, tanto successo. Le dirò: mi sarebbe piaciuto recitare in teatro anche in Italia, ma purtroppo non è mai arrivata nessuna proposta interessante.

 

 

E, una volta lontana dalle scene, cosa le piacerebbe fare?

In primis avrei bisogno di un po’ di riposo; poi vorrei solo viaggiare, godermi la vita e divertirmi, anche se le confesso che mi hanno già proposto un altro spettacolo e un film. Ma che dovrò fare ancora? Morire sul palco? (ride, ndr)

Continua a portare in giro nel mondo la sua pittura. Quanto potrebbe costare una sua opera?

Deve sapere che la pittura mi da tanta felicità. Quando dipingo divento un’altra persona. Un piccolo quadro può costare meno di un abito firmato e dura molto di più! Invece, un quadro grande, tipo 2×150, può costare anche 20.000 dollari. Il prezzo poi, dipende sempre dal gallerista.

Qualcuno sosteneva che l’arte fosse la più grande truffa di sempre. Lo pensa anche lei?

L’arte moderna può sembrare una truffa, anche se questa cosa la dicevano cent’anni fa di van Gogh. E pensare che oggi troviamo emozionante la sua pittura.

E quando guarda i suoi quadri cosa pensa?

Che sono ben fatti, le può andar bene come risposta? Ho trovato un mezzo per trasmettere emozioni e gioia di vivere alla gente.

Amanda Lear: «Mi ritiro dalle scene. Addio!» - o AMANDA LEAR facebook - Gay.it

Cantante, attrice, pittrice, modella, musa e conduttrice. Dove pensa di aver dato il meglio?

Non posso giudicare il mio lavoro artistico. Alla fin fine mi piace tutto quello che faccio. Mi ritengo una bravissima attrice ed una valida pittrice. Fare la modella, detto tra noi, non mi è mai piaciuto e condurre un programma non è mai stato così emozionante. Musa, poi..

Non le piace che venga sempre associata alla figura di Salvador Dalí?

Sì, ma sono anche stata la musa di David Bowie, di Andy Warhol, dei Roxy Music e di Jean Paul Gaultier.

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Dica la verità: non si è stancata di essere ricordata, in Italia, solamente come quella che cantava Tomorrow

Sì! In Italia, purtroppo, mi ricordano solo per quella che ha cantato Tomorrow. In altri Paesi, invece, apprezzano anche i miei ultimi album, che sono certamente di migliore qualità. La mia voce, grazie all’allenamento quotidiano a teatro, è migliorata tantissimo.

Col senno di poi, c’è qualcosa che eliminerebbe volentieri dal curriculum?

Altroché! Ad esempio ho inciso qualche brano sbagliato, spinta dalla casa discografica tedesca che voleva robaccia commerciale e di grande consumo. Poi, anche in tv, mi hanno infilata in certi programmi orrendi che era meglio non fare. Esperienze da dimenticare.

Tipo?

Ballando con le Stelle. Un programma poco dignitoso per una star del mio livello. 

 

Si sente più icona o più una leggenda vivente?

Senta: l’icona è al cimitero, imbalsamata, mentre io sono viva. Preferisco essere una leggenda, se proprio devo scegliere, anche se trovo tutto ciò un po’ ridicolo.

Conosce qualche leggenda sul suo conto?

Infinite: l’età, la data di nascita, i lavori fatti, i fidanzati e le case. Ci sono cose scritte su di me totalmente false, ma fa parte del gioco.

Piace tanto al mondo trans. Questa cosa la rende orgogliosa e non le scuce un baffo?

Lo so che piaccio molto alle trans, come so che piaccio molto al mondo gay. Mi fa piacere e sono felice di ricevere tanto affetto da un pubblico così fedele. A volte trovo i miei fans un po’ invadenti, ma non è colpa loro. È come se avessi paura della gente. Spesso mi nascondo o scappo via per evitare il solito selfie. Che poi, in tutta sincerità, quando li rivedo li trovo sempre così brutti. Non me la tiro, mi creda, ma sono veramente a disagio in mezzo alla gente. Mi sento me stessa e a mio agio solo sul palco.

Ha sedotto tanti uomini, le è mai capitato di aver sedotto, involontariamente, qualche donna?

Sedurre uomini o donne, per me, è lo stesso. La seduzione è sempre un gioco così affascinante, non trova? Poi, lasciarsi sedurre, non comprometterebbe nulla. Non necessariamente bisogna finire a letto. Oggi le posso garantire che preferisco un flirt al banalissimo sesso.

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Amanda Lear sfila durante una sfilata di Jean Paul Gaultier.

Ha recitato nel nuovo film di Messeri “Metti una notte“. Come pensa che l’accoglierà la critica?

Nel film di Messeri ho il ruolo di una vecchia mitomane che si diverte come se non ci fosse un domani. Una donna che prende la vita senza fare sul serio e le dirò: mi piace molto questo ruolo. Vorrei essere proprio come lei. Ma, purtroppo, sono molto più seria e sin troppo angosciata. Sul set mi hanno invecchiata col trucco e con il look, ma sono serena: così tutti potranno vedere che attrice sono e che accetto una luce naturale. Una luce tanto diversa dalla bella luce che ho in tv, come quella di Barbara D’Urso.  

Le capita mai di soffermarsi a pensare a dove è arrivata?

No: fare l’attrice mi ha insegnato ad essere molto più umile. 

 

E, in tutta la sua carriera, visto il suo successo, ha mai avuto deliri di onnipotenza?

Delirio di onnipotenza? Io? (ride, ndr)

Sì..

Ma cosa dice? Faccio un lavoro come un altro. Nessuno mi regala niente. Devo lottare ogni giorno per impormi. Ho incontrato grandissime star in tutta la mia vita come Elizabeth Taylor, Kirk Douglas, Fellini e sa cosa mi ha sempre colpito? La loro massima disponibilità. Disponibilità che poi non trovo nelle piccole stelline della tv uscita dai reality, per non parlare delle patetiche troniste del pomeriggio televisivo.

Abbiamo visto un suo recente selfie assieme ad Ornella Vanoni. Bolle qualcosa in pentola?

Ornella è venuta qui a Parigi perché voleva tanto vedermi recitare. Ero onoratissima. Ammiro da sempre la sua voce e la sua carriera. Mi ha proposto un lavoro assieme, ma le ho detto che mi ritirerò dalla scene. Basta, sparisco, addio!

https://www.instagram.com/p/BNW5GpZhGvN/?taken-by=ornellavanoniofficialpage

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