Era il 9 dicembre 1980, a Palermo. Non è l’Arcigay che conosciamo oggi, ma un primo gruppo che aveva l’obiettivo di denunciare i continui episodi omofobici che si registravano in Italia e rivendicare i diritti della comunità LGBT+. La spinta a fondare la prima associazione, che si chiamava ARCI Gay, fu l’omicidio di due ragazzi omosessuali a Giarre, in provincia di Catania. Il delitto di Giarre, così è conosciuto ancora oggi quel tragico episodio. Due ragazzi, uccisi sembra su ordine delle rispettive famiglie, perché non potevano tollerare la vergogna di avere due figli omosessuali, i quali portavano avanti una relazione.
La nascita del primo Arci Gay fu la miccia che esplode, facendo nascere molti gruppi simili nelle maggiori città italiane. Tutti facevano riferimento ad ARCI, l’associazione di promozione sociale, fondata già nel 1957.
I passi di Arcigay, da Palermo a Bologna
A promuovere in tutto il territorio italiano le iniziative e la nascita di Arci Gay furono 3 grandi personaggi della comunità LGBT: Marco Bisceglia, sacerdote che per primo diede la sua benedizione a una finta coppia gay, fatto che gli costò la sospensione ma che non gli impedì di portare avanti le sue battaglie per ottenere pari diritti, Massimo Milani (figura storica del movimento LGBT palermitano) e Gino Campanella (ancora oggi membro del direttivo di Palermo). Nel 1981, Arci Gay organizzò nel capoluogo siciliano la prima festa nazionale dell’orgoglio omosessuale, e nel 1982 ci fu sempre a Palermo quello che è considerato il primo congresso dell’associazione. Parteciparono i vertici di ARCI e si decise di dare una sua identità all’associazione, arrivando così al 1984 e al primo ufficiale vertice. Tra il 2 e il 3 marzo 1985, a Bologna si riunirono tutti circoli gay d’Italia e nacque ufficialmente Arcigay. A Bologna, presso il Cassero, venne fissata la sede nazionale. Beppe Ramina fu eletto presidente, e lo storico attivista Franco Grillini primo segretario.
Gli sviluppi e i servizi offerti
Nel corso degli anni, lo Statuto cambiò più volte. Sotto la presidenza del senatore Sergio Lo Giudice (1998) si crearono dei comitati Arcigay in tutto il territorio nazionale e gli iscritti tesserati superarono i cento mila. Dal 2012, invece, diventò una federazione di associazioni, sparse in tutta Italia, e il logo cambiò in “Associazione LGBT Italiana”. L’ultima modifica allo Statuto è avvenuto quest’anno, con l’elezione di Gabriele Piazzoni come Segretario Generale e Luciano Lopopolo alla carica di presidente. L’associazione cambia nuovamente il logo, che diventa “Associazione LGBTI+“.
Arcigay offre 5 servizi definiti:
- tutela giuridica
- campagna di prevenzione, sensibilizzazione a informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili
- socializzazione
- lotta al bullismo omofobo e non
- attività culturali
Arcigay oggi
Con quasi 300.000 iscritti e un patrimonio di 260.696 € (dati del 2017) è ancora oggi l’associazione LGBT+ nazionale per eccellenza. Con 71 sedi, è presente in tutto il territorio nazionale. E’ sempre attiva nella lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, nell’organizzazione dei Gay Pride e tutte le attività volte a sensibilizzare la società di fronte all’emergenza omofobia e ad eventi dedicati alla cultura LGBT+.
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