58enne CEO Apple dal 2011, Tim Cook è diventato nel 2014 il primo amministratore delegato di una società Fortune 500 dichiaratamente gay. 5 anni fa, infatti, Cook fece coming out, attraverso una dichiarazione rilasciata a Bloomberg.
5 anni dopo, dalle pagine di People Spagna, Tim ha motivato quella scelta, mai rinnegata.
Avevo ricevuto tante lettere da ragazzi che erano in difficoltà per il loro orientamento sessuale. Erano depressi. Alcuni di loro mi avevano confessato pensieri suicidi, altri erano stati cacciati di casa dai genitori, dalle proprie famiglie. Mi sono chiesto cosa potessi fare. Ovviamente non potevo parlare singolarmente con quanti si erano messi in contatto con me, ma sai anche che se alcune persone ti cercano, molte altre non lo fanno, e sono là fuori a chiedersi se hanno un futuro o no, chiedendosi se la loro vita migliorerà. A quel punto ho preso una decisione. Ci sono state un sacco di persone prima di me che hanno reso possibile discutere di tutto questo, qui oggi, e sentivo la necessità di fare qualcosa per aiutare queste persone più giovani. Probabilmente ci è voluto un anno per trovare esattamente le parole che volevo, per scegliere il momento giusto per l’azienda, perché non volevo che fosse una distrazione e così via. Non me ne sono pentito neanche per un minuto. Affatto.
Cook, da allora, ha ricevuto decine di messaggi da parte di padri e madri preoccupate, per il futuro dei propri figli omosessuali. “Alcuni di loro lottano, pensano che il potenziale dei loro figli sia frenato perché gay. Pensano che saranno vittime di bullismo e omofobia. Pensano che l’omosessualità sia quasi un ergastolo, che significhi non avere una vita felice”. “Il mio messaggio per tutti loro è che non deve essere così. Tutto questo inizia proprio da loro, perché se trattano il loro bambino con rispetto e dignità allora quel bambino potrà fare tutto ciò che vuole, incluso essere l’amministratore delegato di Apple, il presidente degli Stati Uniti d’America o quello che vogliono. Essere gay non è un limite. È una caratteristica.“
Cook si è poi rivolto direttamente ai giovani, a quei ragazzi e ragazze che vivono con paura la propria omosessualità.
Devono capire che essere gay è il più grande dono di Dio. Questo è quello che mi auguro: far arrivare questo messaggio a tutti i bambini alle prese con la loro identità, che non sono sicuri di essere abbastanza forti o abbastanza bravi, o che si sentono in quale modo inferiori, o peggio ostracizzati. La vita non ha bisogno di essere così. E per le persone che si chiedono come dovrebbero trattare gli omosessuali, il semplice messaggio è siate gentili. Trattatevi reciprocamente con gentilezza, dignità e rispetto. E se lo fai, non devi preoccuparti di camminare sui gusci d’uovo. Siamo come tutti gli altri. Ci piace essere trattati con dignità e rispetto.
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