Leo vive fra i palazzoni e gli scogli taglienti di Taranto, città- emblema di un sud difficile, con una madre superstiziosa, un padre perso tra i libri, e tre amici fidati con i quali va avanti alla giornata. La sua inquietudine, che rappresenta bene quella dei giovani che alla cieca cercano una strada, lo porterà in quattro città che segnano i capitoli del libro. Le pagine migliori sono quelle di Modena, con la famosa Accademia Militare che viene descritta come un coacervo di pulsioni omoerotiche inespresse, tanto più aggressive quanto forti, un mondo chiuso che imprigiona lo spirito liberi di Leo e gli fa ammettere di essere un cadetto fallito. Ma Bari, preda della criminalità organizzata, lo deluderà ancora. Milano, in casa di una famosa poetessa, non saprà indicagli una strada alternativa. E allora via, verso una nuova città e una nuova speranza: perché tutte le esperienze si mettono in fila e un giorno potrebbero formare un quadri più chiaro, indicare una strada più sgombra. Il semplice narrare di Cosimo Argentina è un raro esempio di linguaggio in equilibrio fra vita e letteratura: non indulge all’eccessivo realismo (niente pulp o cannibali) né alla superficiale tentazione di esprimere punti di vista basati sulla propria esperienza.
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di David Fiesoli
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