Vengono da Napoli, Principe e socio M. E cantano la storia di Ciccio, ex sessantottino non violento che, per caso, vince un concorso per entrare nell’Arma dei Carabinieri e lì, oltre a trovarsi molto a disagio, gli capita anche di innamorarsi di un commilitone.
Allora, questa storia d’amore gay?
Principe – "Ma non è il punto centrale della canzone, a Ciccio capita di innamorarsi. E’ un passaggio della canzone. Non è un testo improntato su questo argomento. Non ce n’è alcun bisogno al giorno d’oggi, è la cosa più naturale del mondo".
Si è parlato di una forte influenza pasoliniana nella vostra canzone.
Principe – "Lo abbiamo letto sui giornali, magari, ma ci sembra un accostamento anche troppo alto".
Ed Eminem?
Principe – "Eminem è figlio di eventi, Ciccio è figlio di una condizione sociale. Comunque l’odio che prova è un problema suo".
Ma Ciccio è un personaggio reale?
Socio M. – "La canzone è solo in parte romanzata. A differenza del testo, però Ciccio è tuttora in vita, non è in paradiso. Magari, chissà, faremo una prossima puntata delle sue vicissitudini".
Parlateci un po’di voi.
Principe – "Io mi chiamo così perchè abito nel castello. Cioè nel Maschio Angioino, a Napoli. Mio padre è il custode e ci tengo a precisare la mia condizione sociale".
Socio M. – "Io abito in un condominio, invece. M sta per Mauro e per mouse, visto che sono un esperto di computer. Ci conosciamo da dieci anni ma la collaborazione è nata dopo tre o quattro".
La vostra musica?
Principe – "Sergio Bruni, Napoli centrale. Ci hanno definito "napoletan power" e questo ci fa piacere. I 99 Posse e gli Assalti Frontali ci piacciono, ma noi seguiamo più la musica d’autore, anche se condividiamo il messaggio".
di Paola Faggioli
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