Maschile Singolare è un film atipico per la produzione cinematografica italiana, che racconta con straordinaria onestà e limpidezza una comunità nella stragrande maggioranza dei casi esclusa dal grande schermo, censurata, dimenticata. La nostra comunità.
Diretto da Alessandro Guida e Matteo Pilati, entrambi co-sceneggiatori al fianco di Giuseppe Paternò Raddusa, Maschile Singolare, in arrivo su Amazon Prime Video il 4 giugno, è un romanzo di formazione che parte da un “divorzio gay”, perché incredibile ma vero anche le coppie gay unite civilmente possono scoppiare, e diventa altro, accompagnando il suo dolce e spaesato protagonista verso un futuro diverso, fino a poco tempo prima per lui inimmaginabile.
Dopo 12 anni d’amore, Antonio, architetto disoccupato con la passione per la cucina e i dolci, si ritrova sulla porta di casa, perché il marito, dal quale dipende sia psicologicamente che economicamente, si è innamorato di un altro. Antonio, interpretato dal bravo Giancarlo Commare, deve così trovare dall’oggi al domani una nuova casa, un lavoro che lo mantenga e una serenità psicologica improvvisamente venuta a mancare. Va così a vivere con Denis (Eduardo Valdarnini), biondino disinibito dalla vita sessualmente parlando a dir poco impegnativa, e trova lavoro nel forno di Luca (Gianmaro Saurino), affascinante maschio alfa che presto diventa suo scopamico. A completare questa inedita e improvvisata ‘famiglia’ l’amica di sempre, la frociarola Cristina (Michela Giraud). E mentre le app di dating sfamano i suoi bisogni fisici e “sentimentali”, Antonio scopre quanto essere single dopo 12 anni non sia poi così male, e soprattutto quanto in passato abbia sbagliato a sacrificare la propria indipendenza per il bene della sua relazione. Ma quando all’orizzonte si affaccia la possibilità di un nuovo amore, tutto cambia…
Girato in modo del tutto indipendente, in appena 3 settimane, con pochi soldi e tanta voglia di stupire, Maschile Singolare è un prodotto che disegna in modo alquanto credibile la quotidianità di un ragazzo gay che vive in una grande città, mentre si muove con orgoglio e piena accettazione tra locali queer, app e rapporti pronti ad esplodere dopo aver prontamente illuso.
Paternò e Pilati hanno scritto un film leggero, fresco, pieno di vita e al tempo stesso drammatico, ma senza mai enfatizzare quel dolore puntualmente emerso. C’è il lessico di una comunità, al suo interno, le vicissitudini che 30enni dichiarati incontrano e vivono sulla propria pelle. Si parla e si fa sesso, in Maschile Singolare, senza necessariamente nascondersi dietro un’autocensura preventiva negli anni diventata insostenibile. C’è un sottobosco di incontri nati in chat unicamente centrati sulla botta-e-via, ci sono gli inevitabili cliché e rapporti incompiuti frenati dalla paura del fallimento, dal terrore della sofferenza. Perché a volta è meglio nascondersi dietro un’apparente corazza di gestibile solitudine, facilitata da conoscenze mordi-e-fuggi, che rischiare di sbatterci la testa, abbracciando il dolore dopo aver toccato picchi di felicità assoluta.
Antonio, la cui vita viene stravolta da una decisione altrui a cui non può porre rimedio, è costretto a cambiare, a maturare, non avendo fino a quel momento mai affrontato problemi e criticità. La macchina da presa di Guida e Pilati segue il suo protagonista come un’ombra, lo osserva senza mai eccedere, provando così a farsi credibile verità. La recitazione degli stessi protagonisti è quanto mai naturale, spontanea si potrebbe dire, tra mimica e battute fulminanti, fondamentali per rendere i vari personaggi riconoscibili, credibili.
Il tema universale della ricerca di sé si svolge così in una quotidianità a tinte dichiaratamente, sfacciatamente e orgogliosamente LGBT+, dalla quale sono finalmente assenti turbamenti, dubbi, segreti da nascondere, così fastidiosamente tipici all’interno della cinematografia nazionale quando qualcuno si ricorda della nostra esistenza e decide di ‘raccontarci’.