Storia del movimento LGBTQI italiano: 2015

I gay pride in tutta Italia. La polemica su Dolce e Gabbana. La Ministra Boschi al Village di Padova. Lo scandalo di Monsignor Krysztof Charamsa e molto altro.

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Nel 2015 sono 15 le città ospitanti dell’Onda Pride. La stagione dei Pride si è aperta il 6 giugno con Verona – già ospite in passato di Pride – Benevento e Pavia, al loro primo Pride. Il 13 giugno si è tenuto il Pride a Roma, durante il quale i manifestanti hanno usato come formula il Family Gay, in contrapposizione con il Family Day che si sarebbe tenuto nella capitale dopo qualche giorno. Il 27 giugno è stata la volta di Torino, Milano, Bologna, Palermo, Perugia e del Sardegna PrideCagliari. Il 4 luglio Foggia ha ospitato il suo primo Pride, e contemporaneamente si sfilava a Genova e Catania. Napoli ha ospitato il Pride del Mediterraneo l’11 luglio, mentre Reggio Calabria ha chiuso l’onda il primo di agosto.

Nel 2015 è stato adottato It’s Human Pride, come slogan per l’Onda Pride in ottica di rivendicazione dei diritti umani.

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Da giorno di festa a scene di guerriglia urbana nel centro città per il tredicesimo Gay pride in Turchia. I ragazzi, rifugiati nei bar di viale Istiklal a Istanbul, si sono affacciati dalle finestre o sono saliti su alcune terrazze dei caffè che si affacciano sulla via, urlando a squarciagola slogan del tipo: “scappa, scappa Erdogan, arrivano i gay!” oppure “basta, ne abbiamo abbastanza!” ma anche “noi siamo gay, noi esistiamo!” per finire con “Tutti insieme contro il fascismo!”.

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In Irlanda, dopo vari distinguo, il movimento si è unito sotto l’insegna della Yes Equality e ha condotto una campagna strepitosa che, evitando le prese di posizioni ideologiche, ha parlato direttamente al cuore degli irlandesi vincendo il referendum a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Panorama dedica la copertina e un’intervista a Dolce e Gabbana, provocando moltissime reazioni tra cui quella di Elton John che invitano il popolo del web a boicottare i due stilisti italiani.

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“Panorama”, del 25 marzo 2015, con toni un po’ polemici dedica la copertina alle reazioni di parte del mondo LGBT (e non solo), rispetto alle dichiarazioni di Dolce & Gabbana contrarie alla paternità per coppie omogenitoriali.

Dopo la grande festa di apertura che ha visto una straordinaria Fiorella Mannoia inaugurare ufficialmente la kermesse, la programmazione del Padova Pride Village entra a regime proponendo, dal 24 al 27 giugno, un fitto calendario di appuntamenti musicali e culturali oltre alla ‘clamorosa’ presenza dell’attuale Ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. È la prima volta che un Ministro in carica fa visita a un Village gay.

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Rende sostenere la ‘causa gay’? Probabilmente sì se Mark Zuckerberg, fondatore e Ceo di Facebook, il social network più famoso e popolato al mondo (un miliardo e 400 milioni di utenti), ha ormai fatto della battaglia in favore dell’amore LGBT un marchio di fabbrica.

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L’Assessore Rozza e la Consigliera Iardino tagliano il nastro nella festa di riqualificazione della Gay street di Milano. A fine settembre decido di dare in gestione i locali di via Sammartini con una festa d’addio.

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Cristiano Malgioglio e Ivan Cattaneo all’After Line.

Scuote tutto il mondo la notizia di Monsignor Krysztof Charamsa, teologo e ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha dichiarato la propria omosessualità (con tanto di presentazione del suo compagno) denunciando l’“omofobia paranoica” che ancora oggi domina il Santo Uffizio e il Vaticano. La reazione della Santa Sede è stata immediata: abbandono di tutti gli incarichi, incluso l’insegnamento.

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Il settimanale Chi paparazza il ballerino Roberto Bolle con il suo partner, il chirurgo estetico Antonio Spagnolo: baci notturni appassionati.

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Manifesto per l’inaugurazione, a Milano, della libreria Antigone. Dopo anni, la città torna ad avere una sua libreria LGBT.
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Nel 2015 esce per Il Saggiatore “Tutta un’altra storia”, saggio storico di Giovanni Dall’Orto sull’omosessualità dall’antichità al secondo dopoguerra, contenente documenti mai pubblicati fino ad allora.

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