Quali sono le sfide più urgenti per le nuove generazioni? Il MUDEC passa direttamente la parola a loro.
Sabato 20 Maggio, dalle 15 alle 18, e Domenica 21, dalle 11 alle 13, il Museo delle Culture di Milano in collaborazione con 24 Ore Cultura terrà ben 2 giornate di laboratori e workshop rivolti a giovani dai 15 ai 18 anni.
Due giornate dove le teen queer voices avranno modo di esprimersi e riflettere sugli argomenti che hanno più a cuore, in 3 ore di dibatitti, confronti, e punti d’incontro.
Un laboratorio diviso in due parti, con una una prima dedicata alla mostra Muholi. A Visual Activist, esposizione dell’artista Zanele Muholi – da sempre impegnatə ad unire arti visive con identità queer, blackness, e le battaglie dei gruppi marginalizzati – e una seconda finalizzata a stimolare ‘riflessioni collettive’, tra il vissuto personale e le urgenze di tutte le soggettività coinvolte.
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“Intersezionalità è la parola chiave” spiega a Gay.it, Nicole Moolhuijsen, dottoranda presso l’Università di Leicester ed esperta di pratiche queer nelle istituzioni culturali: “La mostra ha l’obiettivo di far nascere domande, e riflettere sul proprio background culturale e le istanze che lə ragazzə vivono in prima persona”.
Moolhuijsen concluderà il workshop con una presentazione finale che metterà in evidenza come i musei hanno la responsabilità di promuovere queste istanze, e al contempo, far emergere la complessità delle tematiche affrontate senza stereotipi.
“Le istituzioni culturali sono spazi dove si può e deve riflettere sulle tematiche attuali, e le questioni LGBTQIA+ non dovrebbero essere divisive, perché si tratta di diritti umani” spiega Moolhuijsen “All’interno di uno spazio culturale è interessante andare un po’ al di là delle polarizzazioni facili e cercare di entrare nel profondo delle questioni, mettendo le sfide dei ragazzi in connessione agli stimoli dell’artista“.
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Un gioco di rimandi tra arte e pubblico, ma anche un’occasione che evidenzia come le nuove generazioni si nutrono di consapevolezza, curiosità, e volontà di rimediare ai ‘buchi’ delle precedenti: “L’obiettivo è quello di creare uno spazio aperto e sicuro, dove potersi confrontare liberamente. Noi abbiamo il compito di mediare e facilitare la riflessione, ma la parola è a loro” dice Moolhuijsen, parlando di un progetto che incoraggia lə adolescenti a pretendere di più dalle istituzioni e non limitare la cultura LGBTQIA+ a specifici contesti: “Magari con modalità diverse, ma questi temi possono e devono entrare in tutti gli ambienti culturali”.
Se avete tra i 15 e i 18 anni, potete iscrivervi ai workshop qui.
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