ROMA – Una "Bridget Jones" ebrea newyorkese che, strizzando l’occhio a Woody Allen e ammaliata da una frase del poeta praghese Rainer Maria Rilke, decide di essere lesbica. E’ quanto accade in "Kissing Jessica Stein", il divertente film di Charles Herman-Wurmfeld (distribuzione Fox) in uscita venerdì nelle sale italiane.
Scritto, interpretato e coprodotto da Heather Juergensen e Jennifer Westfeldt il film racconta la storia di Jessica Stein (intrepretata dalla Westfeldt) giornalista di New York stressata e nevrotica. Da oltre un anno non ha un fidanzato e dopo una serie di appuntamenti galanti da incubo risponde a una inserzione personale, un annuncio che però campeggia nella sezione "donne che cercano donne". Autrice dell’annuncio è Helen Cooper (interpretata dalla Juergensen) un’originale e intellettuale hippy eterosessuale ma annoiata da tante relazioni, e curiosa di provare la propria omosessualità.
Heather Juergensen e Jennifer Westfeld si sono ritagliate così una commedia ‘su misura’: le due attrici erano stanche dei soliti ruoli disponibili per loro e hanno dunque messo in piedi questa commedia gradevole e divertente, che più di una volta subisce l’influenza delle atmosfere care a Woody Allen. In origine il film era un testo teatrale, "Lipschtick", andato in scena per sole sei serate in un teatro dell’off-off Broadway, ma diventato oggetto di conversazione da un capo all’altro dell’America. Incoraggiate dal ‘passaparola’ ma probabilmente deluse dalla poca permanenza in teatro, Juergensen e Westfeld hanno riscritto la sceneggiatura adattandola al cinema e hanno trovato nel regista Herman-Wurmfeld l’entusiasmo per partire con il primo ciak. La commedia, nelle intenzioni delle autrici, non vuole essere un proclama sul tema delle preferenze sessuali, ma l’occasione per esplorare il concetto di una sequela di diversi aspetti sessuali.
"La verità – raccontano – è che nell’amicizia tra donne c’è una intimità e una connessione davvero unica. Volevamo raccontare la storia peculiare di due persone molto particolari e volevamo solo cercare di capire cosa succede quando si mettono da parte nozioni preconcette su chi siamo, su chi dovremmo essere e con chi dovremmo vivere". Il film è diventato un vero e proprio caso. E’ stato girato con pochissimi soldi in soli 22 giorni, e al progetto hanno partecipato gli amici e i parenti delle due autrici e attrici. Il successo, di critica e di pubblico, è stato inaspettato e travolgente. E la major americana Fox non ha perso tempo, e ha deciso di distribuirlo in America e all’estero. Così, una commedia girata per ribellione e scommessa da due attrici sconosciute e arrabbiate ha conquistato Hollywood. C’è di che sperare, per tutte le Bridget Jones del mondo, lesbiche o no.
di Demetrio Fury
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