L’abolizione del Don’t ask Don’t tell sembra avvicinarsi sempre di più. E questa volta, a farlo pensare, non è l’ennesima dichiarazione dello staff di Obama, ma un atto concreto. Stando a quanto scrive oggi il Washington Post, infatti, il presidente Obama ha dato il suo ok a un compromesso raggiunto con il ministero della Difesa che va verso l’abolizione del divieto per i militari omosessuali dichiarati di portare la divisa. Il compromesso è stato raggiunto ieri in serata e nel giro di pochi giorni i deputati dovrebbero votare gli emendamenti utili a porre fine alla politica voluta dall’amministrazione Clinton.
E nel pomeriggio è arrivata la notizia che tutti aspettavano: il sì del Pentagono. Una calusaola, infatti, imponeva che i cambiamenti non entrassero in vigore senza che il Pentagono avesse valutato "l’impatto sulle truppe".
Il segretario alla Difesa Robert Gates, però, ha detto che il testo dell’intesa può essere accettabile, anche se ha chiesto una revisione della questione a livello militare prima che venga adottata un’iniziativa legislativa. Lo ha reso noto il portavoce di Gates, Geoff Morrell. Il Congresso ha acconsentito a lasciare al ministro la decisione su quando la tanto attesa riforma entrerà in vigore, e quindi il Segretario alla Difesa "può accettare" i termini dell’iniziativa proposta dai parlamentari", ha detto Morrell.
In attesa che i deputati votino, il consigliere della Casa Bianca Peter Orszag ha scritto che l’amministrazione Obama "sostiene gli emendamenti proposti".
Per le associazioni imepgnate nell’affermazione dei diritti delle persone lgbt si tratta di una "svolta epica" anche se il fatto che il comrpomesso riesca ad ottenere i voti sufficienti è ancora tutto da dimostrare. I deputati repubblicani, infatti , vorrebbero mantenere inalterata la politica del DaDt e alcuni democratici hanno fatto sapere di essere contrari all’abolizione finché i vertici miltiari non saranno favorevoli. Adesso che, però, c’è anche il via libera del Pentagono, sarebbe davvero paradossale se a impedire che la riforma sia operativa sia il voto di alcuni deputati.
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