Quel testo non deve passare, almeno non così com’è. E’ questo il diktat che, con una lettera inviata lo scroso 8 gennaio, il nunzio apostolico Luigi Ventura ha voluto dare ai 201 componenti dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa del Ppe in nome e per conto del Vaticano. Il voto in questione riguarda il rapporto sulle discriminazioni sessuali ed era previsto per oggi, ma è stato rimandato ad Aprile proprio a causa degli effetti provocati dal diffondersi della notizia della missiva di Ventura. Nel rapporto, tra l’altro, viene chiesto di garantire il riconoscimento legale delle coppie formate da persone dello stesso sesso.
"Su incarico della segreteria di Stato – scrive il nunzio apostolico – vi faccio partecipi delle preoccupazioni della Santa Sede a proposito di due progetti di risoluzione il cui testo è in aperto contrasto alla legge naturale e ai valori promossi dalla chiesa cattolica e della necessità di partecipare attivamente al voto. Certi membri del Partito popolare europeo – prosegue Ventura – tra cui Volonté, Farina e Gatti sono già stati messi al corrente delle preoccupazioni della Santa Sede e hanno depositato degli emendamenti in vista di un miglioramento dei progetti di risoluzione. Nell’inviarvi un promemoria a questo proposito mi permetto di invitarvi ad appoggiare gli auspici della Santa Sede".
E gli emendamenti, effettivamente sono stati presentati: sono ottanta di cui la stragrande maggioranza presentata proprio dai parlamentari del Ppe che, evidentemente, hanno fedelmente eseguito gli ordini di Roma.
Il fatto è stato giudicato "inaccettabile e scandaloso" dalla parlamentare socialista lussemburghese Lydie Err che è intervenuta in aula raccontando a tutta l’assemblea il contenuto della lettera di Ventura denunciando come gli emendamenti presentati in conseguenza alla lettera, di fatto, snaturano il documento stesso. Il socialista svizzero Andreas Gross, relatore del rapporto, ha espresso sorpresa per la gran quantità di emendamenti presentati, cosa che lo ha portato a chiedere, ed ottenere, il rinvio del voto ad Aprile.
"Sono stato sorpreso – ha detto Gross – che siano stati presentati tanti emendamenti visto che in commissione il rapporto era stato adottato senza obiezioni e solo con alcune astensioni". Considerata la delicatezza dell’argomento trattato dal ropporto, quindi, Gross ha chiesto che si desse ad ogni parlamentare il tempo per riflettere adeguatamente su ciascun emendamento e che ilvoto fosse rimandato alla prossime seduta plenaria dell’assemblea che si svolgerà, appunto, ad Aprile.
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