Ventinove anni, di Palermo, Giulia Di Vita è una delle deputate più gay friendly del Parlamento, ci dicono gli attivisti lgbt del Movimento 5 Stelle. Onorevole – o meglio, cittadina – in Commissione Giustizia alla Camera, ha seguito l’iter della legge contro l’omofobia fino a ieri, quando non è riuscita a fermare l’accordo fra PD e Scelta Civica. E a Gay.it denuncia la proposta arrivata dal PDL: “volevano che li aiutassimo ad affossare la legge”.
Come è andato il dibattito alla Camera lo abbiamo visto e la votazione anche. Raccontaci come li hai vissuti tu
La legge l’ho seguita fin dal dibattito in Commissione Giustizia per cui non nutrivo molte speranze, anzi, ero un po’ rassegnata. Sapevo che il PD voleva a tutti i costi un accordo col PDL ma non mi sarei aspettata che il risultato finale potesse essere così pessimo. Sono rimasta spiacevolmente colpita.
Avete offerto i vostri voti al PD per approvare una legge senza quel subemendamento che salva le organizzazioni omofobe eppure l’accordo è stato trovato con SC. Cosa c’è che non va nel rapporto fra PD e M5S?
Se il PD avesse fatto un accordo con noi il testo sarebbe tornato quello originale, con aggravante e definizione di omofobia ma nessuno ha risposto al nostro appello. Ho cercato più volte un dialogo con Scalfarotto in Commissione ma era arrivato al punto di non rivolgermi nemmeno più la parola. Parlava anzi ai miei colleghi, come se nemmeno esitessi. Non è stato bello dal punto di vista umano.
Col PDL, però, avete parlato…
Ci è arrivata una proposta, sì
Di che tipo?
A noi quel testo non piaceva per un motivo, a loro per un altro. Ci hanno proposto un accordo perché li aiutassimo a bloccare la legge.
E con i colleghi del PD avete avuto contatti?
Per portare a casa un buon risultato abbiamo abbassato le pretese. Gli abbiamo detto: “non volete inserire l’orientamento sessuale? Allora aggiungiamo la definizione di omofobia”. Abbiamo detto: “usateci come capro espiatorio: date la colpa a noi per far saltare l’accordo col PDL, usateci come scusa per non scendere al compromesso”. Ma nemmeno questo è servito.
Hai qualcosa da rimproverarti per questo risultato?
Credo di aver fatto davvero tutto quello che era possibile e anche di più.
Quali sono le prossime mosse? Cercherete un accordo anche al Senato?
Certo, sperando che stavolta capiscano l’errore fatto. Mi hanno fatto piacere le dichiarazioni di Sergio Lo Giudice che riconosce la pericolosità del testo che è passato.
Alla fine vi siete astenuti, anziché dare voto contrario
Non volevamo essere responsabili dell’affossamento di una legge che in questo modo potrà arrivare al Senato ed essere migliorata. E poi l’aggravante è stata inserita, come chiedevamo.
Chi ha avuto l’idea di attaccare alle giacche dei triangoli rosa durante la discussione generale e dei garofani rosa ieri?
Gli attivisti lgbt del m5s ci hanno fatto queste proposte e noi le abbiamo accolte molto volentieri. Volevamo far vedere che il nostro sostegno era incondizionato e che noi ci credevamo davvero in questa legge.
E l’idea del bacio?
Quel gesto è stata una proposta di un’altra depuatata, Chiara Di Benedetto, per far svegliare la stampa. Tutti parlavano solo di Berlusconi mentre su questa legge c’era troppo silenzio. Ci siamo rusciti, sembra.
Tu chi hai baciato?
(ride) Giulia Grillo.
di Daniele Nardini
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