«L’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria
coscienza”. Questo, secondo quanto riferiscono fonti investigative, il contenuto della lettera di Simone D., il 21enne suicida a Roma la scorsa notte. Il ragazzo viveva nel comprensorio in via Casilina dal cui appartamento all’undicesimo piano si e’ lanciato nel vuoto.
Le stesse fonti, però, escludono che il ragazzo avesse subito vessazioni da parte di alcuno, né ci sarebbe stato un episodio scatenante, ma la decisione di farla finita sarebbe piuttosto scaturita solo da un disagio personale. La procura di Roma ha aperto un’inchiesta.
Manifestazione mercoledì – Le associazioni intanto si mobilitano per sollecitare il parlamento ad approvare una legge contro l’omofobia. Lo faranno mercoledì prossimo nella Gay Street, in via di San Giovanni in Laterano. La consigliera capitolina Imma Battaglia ha chiesto al sindaco Marino “di far sventolare nella piazza del Campidoglio la bandiera Rainbow”.
Viceministro Guerra: “responsabilità è di tutti” – Si tratta del quinto episodio di suicidio di ragazzi gay a Roma nell’ultimo periodo. “Provo un dolore profondo per lui, che ha deciso di rinunciare a vivere perché si sentiva ‘sbagliato’, e sono vicina alla sua famiglia”, ha detto il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità, Maria Cecilia Guerra. E ha aggiunto: “Tutti abbiamo responsabilità, ciascuno a suo modo: le istituzioni, la scuola, la famiglia, i mass-media, e non voglio certo sottrarmi alle mie. Sono ben consapevole che è necessario fare molto di più”. E ancora: “Le prime iniziative che ho preso, da quando mi sono state conferite le deleghe relative alla lotta contro le discriminazioni in base all’orientamento sessuale e all’identità di genere, in collaborazione con il Dipartimento Pari Opportunità e con il Ministero della Pubblica Istruzione, vanno proprio nella direzione di agire subito dentro e con la scuola, e di lavorare insieme alle famiglie”.
Arcigay: aprire un tavolo interministeriale – Fa bene la viceministro Guerra – dice il presidente di Arcigay Flavio Romani – a richiamare le responsabilità di tutte e tutti rispetto a questo dramma. Ed è proprio perché la responsabilità non diventi una delle tante parole di circostanza che si adoperano in questi casi, che esortiamo la viceministro a rendere concreto il suo richiamo all’azione e a sollecitare subito l’apertura di un tavolo interministeriale che porti in tempi rapidi alla definizione di una road map di interventi sull’omotransfobia”.
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