La Panasonic, una delle maggiori aziende al mondo nella produzione di materiali elettronici, ha indetto una nuova policy aziendale pro LGBT: dal 1 Aprile i propri dipendenti omosessuali e transessuali avranno gli stessi diritti degli eterosessuali, anche laddove il Paese di appartenenza non li preveda.
Per quanto la nuova policy di Panasonic sia assolutamente innovativa e forward, purtroppo non è stata accolta da tutte le filiali dell’azienda. Per ora verrà adottata, oltre alla sede principale in Giappone, in Europa, USA e Canada mentre quelle in Africa e nel resto dell’Asia si è deciso di non adottarla. Purtroppo in Paesi come la Cina, Corea del Sud, Flippines e in gran parte dell’Asia fare coming out può avere ancora delle serie complicazioni, e i soggetti interessati potrebbero diventare bersaglio di abusi e altre nefandezze.
Ma non è la sola novità che Panasonic promuove: infatti la compagnia incoraggerà gli impiegati a prendersi più tempo libero, sia pagato che non, in modo da seguire gli studi e altri interessi al di fuori del lavoro. Tetsuya Senmatsu, il responsabile principale della Panasonic, dice: “Pensiamo che i nostri lavoratori debbano andare al di fuori della compagnia, del proprio lavoro, per conoscere di più il mondo”.
E per chi vi sta all’interno dell’azienda, etero gay o trans che sia, e una stima generale calcola che i dipendenti LGBT di Panasonic siano un 7% dei lavoratori totali, si propone lo stesso livello di apertura, mentale e pratica, con l’approvazione di pari diritti e possibilità.
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