Theresa May nuovo premier UK
gestirà la Brexit:
come la pensa sui diritti LGBTI?

In parlamento dal 1997, ecco come si è comportata sinora sulle tematiche LGBTI.

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2 min. di lettura

E’ la nuova leader dei conservatori inglesi: Theresa May, ex ministro degli interni nel governo di David Cameron, a cui succederà presto alla guida del Regno Unito. A lei il difficile compito di guidare le trattative per la Brexit.

Cosa ne pensa dei diritti LGBTI il nuovo primo ministro inglese, prima donna dopo Margareth Thatcher a diventare inquilina di Downing Street 10?

Luci ed ombre si alternano, ripercorrendo il rapporto con le istanze dei diritti LGBTI della donna che dovrà gestire la più grande crisi geopolitica che il Regno Unito abbia conosciuto dal 1945 a oggi.

Parlamentare dal 1997, Theresa May:

– ha votato NO nel 1998 alla proposta di legge di parificazione dell’età del consenso per i rapporti sessuali a 16 anni;

– nel 2002 ha votato NO alla legge che permette l’adozione alle coppie gay;

– Nel 2003 era ASSENTE durante la votazione per abolire la legge della Thatcher denominata Section 28, che proibiva di nominare l’omosessualità e farne promozione nelle scuole e nelle strutture pubbliche (una delle peggiori pagine del thatcherismo emulata successivamente da Putin in Russia);

– Nel 2004 era ASSENTE durante la votazione del Gender Recognition Act, la legge che dava diritti alle persone transgender;

E’ solo a partire dal 2004 che la Signora May comincia a interessarsi dei diritti LGBTI.

– Nel 2004 vota SI’ alle civil partnership, la legge sulle unioni civili che precedette i matrimoni gay;

– nel 2007 è di nuovo ASSENTE sulla parte riguardante i diritti LGBT dell’Equality Act

– nel 2013 ormai nel governo, vota SI’ alla legge sui matrimoni gay voluta da David Cameron;

– Theresa May è stata duramente contestata come ministro degli Interni per la sua gestione dei rifugiati LGBT scappati da paesi dove l’omosessualità è un reato. Ha permesso la deportazione di centinaia di persone LGBT che nei loro paesi hanno poi ricevuto condanne in prigione  o la pena di morte a causa della loro omosessualità dichiarata. Inoltre, non ha mai preso posizione ufficiale per le centinaia di casi di rifugiate donne bisex o lesbiche che hanno denunciato violenze sessuali nei centri di detenzione.

– Theresa May circa due mesi fa ha votato SI’ all’abolizione dello Human Rights Act, con cui è stata decriminalizzata l’omosessualità nell’Irlanda del Nord, garantendo i diritti di locazione alle coppie dello stesso sesso, permettendo alle persone gay di servire l’esercito.

Nonostante ci siano molte più ombre che luci, May ha dichiarato nel suo programma politico come leader e primo ministro che lavorerà per l’uguaglianza e si schiererà a favore dei diritti delle persone LGBTI, combattendo l’omofobia e la transfobia.

Vedremo.

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Giovanni Di Colere 12.7.16 - 11:43

Ha votato Sì al matrimonio gay e questo cancella ogni posizione precedente più illiberale. Sulle deportazione c'è una legge e non è solo inglese sul diritto d'asilo. Articolo fazioso come quello su Corbyn e i il presunto favore che godrebbe nel popolo che in realtà sono i militanti e i sindacalisti

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