L’Onu torna ad ammonire l’Italia su questioni legate alla parità dei diritti umani. Il 2 settembre scorso il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha ammonito l’Italia per le pratiche di mutilazioni genitali intersex (IGM, Intersex Genital Mutilations), denunciando ancora una volta tali pratiche come una violazione dell’art. 17 CRPD sulla “Protezione dell’integrità della persona”.
Facciamo chiarezza sulla questione, citando un articolo dell’associazione “Intersexioni”:
La definizione di “intersessualità” è controversa, ma se s’intende nel suo senso più ampio, essa comprende tutti i casi di anatomia sessuale atipica e/o “ambigua” a tre possibili livelli: genetico, ormonale e/o fenotipico. Attualmente, non è chiaro nemmeno il numero effettivo di persone con corpi considerati sessualmente atipici, perché non esistono statistiche serie e ufficiali ma soltanto estrapolazioni di dati. Si va da una stima di 1su 5-10.000 fino a una stima di 1su 1.000. L’associazione ritiene che la comunanza più forte tra persone che nascono con anatomia sessuale atipica sia l’essere state sottoposte a trattamenti medici forzati, volti a ricondurre l’intersessuale all’interno del sistema binario dei generi. È da circa 20 anni, infatti, che persone intersessuali in tutto il mondo hanno preso parola contro la classe medica per svelare tutto ciò che non era andato a buon fine nel processo di “normalizzazione” messo in atto sui loro corpi. Hanno messo in luce, soprattutto, le conseguenze negative della chirurgia genitale precoce e l’irreversibilità degli interventi, che ostacolano il diritto all’autodeterminazione dell’individuo e il diritto a una vita sessuale soddisfacente. Inoltre, hanno denunciato le conseguenze psicologiche degli interventi, causate dai continui esami e dalle operazioni ripetute ai genitali, vissute, secondo le testimonianze di molte persone, come veri e propri traumi. Sebbene queste critiche abbiano costretto i medici a rivedere in parte i loro protocolli, ancora oggi una parte di specialisti continua a consigliare gli interventi chirurgici ai genitori. I medici sostengono di agire per il bene futuro del/della paziente, adeguando il suo corpo a quello che viene considerato lo standard per un maschio o una femmina con il fine di evitarne la stigmatizzazione. Ma la perpetuazione di questo meccanismo dà il via ad un circolo vizioso, per cui il corpo che si discosta dalla media viene percepito come emergenza sociale e “normalizzato” e, di conseguenza, rimane nell’invisibilità, perpetuando lo stesso meccanismo (e le stesse sofferenze) all’infinito.
L’Associazione Radicale Certi Diritti e Intersexioni condividono e rilanciano le Osservazioni Conclusive del Comitato, in cui viene chiesto all’Italia di “garantire l’integrità fisica, l’autonomia e l’autodeterminazione ai bambini interessati“.
***
Abbiamo particolarmente apprezzato che il Comitato abbia messo in evidenza la mancanza di raccolta dati e di monitoraggio delle pratiche di mutilazione genitale intersex, e che abbia chiesto che vengano “fornite adeguata consulenza e sostegno alle famiglie con bambini intersex“.
Ringraziamo StopIGM.org che ha fornito al Comitato evidenza della pratica tuttora in uso in Italia. È dal 12 settembre 2013, quando abbiamo partecipato a un presidio nonviolento presso l’ospedale San Raffaele di Milano in occasione del IX Convegno di endocrinologia pediatrica, che sosteniamo l’associazione Zwischengeschle
“Chiediamo con forza che l’Italia si adegui immediatamente alle raccomandazioni Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Il Diritto all’integrità fisica è un diritto umano fondamentale che l’Italia non può più permettersi di violare! In particolare chiediamo che vengano vietati gli interventi di chirurgia genitale non consensuale e non necessaria per urgenti motivi di salute su bambini e adolescenti con variazioni nello sviluppo sessuale. Le persone interessate potranno poi decidere autonomamente, quando saranno in grado, se vogliono interventi chirurgici e altri trattamenti oppure no, e se sì, quali“, così Alessandro Comeni, membro del board di OII-Europe, presidente onorario dell’Associazione Radicale Certi Diritti e co-fondatore del collettivo Intersexioni.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
Pensavo che certe cose succedessero solo in America e invece...