4 milioni di dollari spesi per tracciare i preti gay: l’assurdo progetto di un’organizzazione cattolica americana

Acquistavano dati sensibili da app di tracciamento e poi condividevano le informazioni con i vescovi. La cosa, in America, è totalmente legale.

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Un gruppo di cattolici conservatori del Colorado avrebbe acquistato dati di tracciamento di app mobili per identificare i preti che utilizzavano app di incontri e di appuntamenti LGBTQIA+ per poi condividerli con vescovi di tutta la nazione.

L’organizzazione di Denver senza scopo di lucro chiamata Laity and Clergy for Renewal è stata il motore di quest’operazione segreta svelata solo nelle scorse ore da un’inchiesta del Washington Post.

“Scovare” i preti gay attraverso le app di incontri

Secondo i documenti pubblici, una registrazione audio del presidente dell’organizzazione e altri documenti, i filantropi Mark Bauman, John Martin e Tim Reichert sarebbero le menti dietro a questo assurdo progetto.

Lo sfruttamento dei dati sensibili è emblematico di una nuova frontiera della sorveglianza, in cui i privati possono potenzialmente tracciare la posizione e le attività di altre persone utilizzando informazioni disponibili commercialmente.

Nessuna legge sulla privacy dei dati negli Stati Uniti ne vieta infatti la vendita: chiunque può avanzare una proposta di acquisto a qualsiasi servizio di acquisizione dati per comprare letteralmente informazioni sensibili sui suoi utilizzatori.

Lo scopo del progetto, secondo i documenti fiscali, è quello di “abilitare la chiesa a svolgere la sua missione” fornendo ai vescovi “risorse basate su prove” per identificare le debolezze nell’attività clericale dei propri sottoposti.

Tuttavia, il progetto non è altro che un’ignobile forma di spionaggio e coercizione, dannosa sia per le vittime che per la reputazione della Chiesa cattolica di per sé.

La storia è diventata virale grazie all’uscita pubblica del Monsignor Jeffrey Burrill, che ha rinunciato alla sua posizione di amministratore capo della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) dopo che un sito di notizie cattoliche, il Pillar, ha rivelato di essere in possesso di dati che mostravano Burril come un assiduo utilizzatore dell’app di incontri Grindr, nonché dettagli sulla sua posizione che lo vedevano frequentatore di un bar gay e di un centro massaggi.

L’entità delle attività di sorveglianza non è però stata resa nota, almeno fino alle scorse ore. L’organizzazione avrebbe speso almeno 4 milioni di dollari, presentando i propri riscontri a decine di vescovi statunitensi.

Non è ancora chiaro però l’impatto passato, presente e futuro di queste attività sulla struttura clericale americana. Ad eccezione di Burrill, non si sa se i dati abbiano portato alle dimissioni o alla cessazione di altri preti o seminaristi.

L’esistenza di un progetto simile riflette una nuova destra estremista cattolica americana che considera i dettami cristiani sull’omosessualità come una questione esistenziale per la Chiesa, e che non si fida più neanche dei vescovi che la amministrano.

Si tratta di un ribaltamento delle dinamiche di potere tradizionali Chiesa, con organizzazioni laiche che pretendono di tenere “in scacco” i suoi esponenti. Non è più la Chiesa a monitorare sulla presunta moralità dei suoi seguaci, ma il contrario.

La compravendita di dati negli Stati Uniti

Questa storia ha sollevato numerose preoccupazioni sulla privacy dei dati personali e sulle possibili conseguenze negative dell’uso non autorizzato di informazioni sensibili da parte di organizzazioni di questo tipo.

L’idea che un gruppo privato possa acquisire informazioni sensibili sui movimenti e sulle attività di individui che non hanno dato il loro consenso è preoccupante e solleva importanti questioni etiche e legali.

Inoltre, il progetto ha suscitato critiche anche da parte di membri della chiesa stessa. Alcuni vedono l’uso di dati personali come una forma di spionaggio e una violazione della privacy dei preti e dei seminaristi coinvolti.

Altri hanno espresso preoccupazione per il fatto che il progetto possa danneggiare le relazioni tra i preti e i vescovi, nonchè la reputazione della Chiesa cattolica stessa.

Nessuno però si è posto quello che è il dubbio fondamentale: perché nel 2023 orientamento sessuale e identità di genere risultano ancora discriminanti significative nella valutazione di una figura appartenente al clero?

 

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