Hai voglia? Vieni da Mr. Dick

La sexy pasticceria è davvero il trionfo della volgarità? Vediamolo insieme.

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Mr. Dick è il primo brand di pasticceria sexy in Italia. Nato ai principi del 2022 a Milano e fondato dall’imprenditrice Claudia Mangano, il negozio che vende dolci artigianali a forma di pene e di vulva ha suscitato clamore fin dalla sua apertura. Da una parte ha riscosso così tanto successo da far sì che si aprisse una seconda sede a Roma, e in seguito anche a Genova, Bologna, Napoli e Verona. Dall’altra, ha fatto inarcare il sopracciglio a diversi cittadini che hanno immediatamente cercato di boicottare le varie filiali. Dopotutto, città che vai, indignazione che trovi. In nome del “pubblico decoro”, i gestori sono stati costretti a offuscare il logo del brand a Milano, e a Roma, addirittura, a coprire le vetrine e rimuovere l’intera insegna. Eppure, le code chilometriche non sembrano diminuire. Perciò è il caso di chiedersi: dietro il grande successo della pasticceria, è davvero il caso di urlare allo scandalo e parlare di attentato al buon gusto? Mr. Dick è davvero il trionfo della volgarità? Vediamolo insieme.

Il concetto di volgarità è andato modificandosi nel tempo, a tal punto da assumere due connotazioni distinte. A livello etimologico, “volgarità” viene dal latino “vulgus”, che significa “popolo”. Il termine nasce, quindi, con un’accezione negativa ed elitista, in quanto veniva usato dalla classe aristocratica per schernire tutto ciò che era rozzo e plebeo. Durante le rivolte del 68, tuttavia, si assiste a una riappropriazione di questo concetto da parte del popolo stesso. La parola “volgarità” si trasforma in un grido contro le convenzioni dei ceti alti, un rigetto del protocollo borghese e di tutte quelle virtù considerate allora importanti: ordine, disciplina, pudicizia. Difatti, è proprio in tale periodo che il concetto di “divulgazione” prende piede, in quanto il far arrivare qualcosa al maggior numero di persone e renderlo comune viene per la prima volta visto positivamente. Volgare era, dunque, tutto ciò che esulava e non si atteneva alle norme sociali del bon ton, diventando così sinonimo di “spontaneità”.

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Pic by @mrdickitalia, Instagram.

Sotto questa luce, Mr. Dick è senza dubbio volgare, dal momento che si rivolge a chiunque, senza filtri né distinzione di clientela. Il tono sfacciatamente esplicito e sarcastico ha l’obiettivo di strappare una risata e al contempo sdoganare il tabù del sesso di cui l’Italia è ancora schiava. Le persone sono consapevoli del tipo di dolci venduti all’interno della sexy pasticceria, di conseguenza scegliere di entrarci è una scelta attiva e non obbligata. Se l’idea non piace, basta semplicemente girarsi dall’altra parte. Mr. Dick è un posto nel quale ci si diverte e si gode del buon cibo con spensieratezza e autoironia, prendendo in giro il fallocentrismo della nostra cultura e al contempo ribadendo l’importanza del piacere erotico.

La verità è che dietro l’intento di far chiudere il brand si cela un bigottismo che rivela come ancora oggi venga vissuta la sessualità nel nostro Paese. Dietro all’apparente scandalo si nasconde il pensiero egemonico che unisce censura e ipocrisia. Con la scusa di proteggere i ragazzi, si cerca in realtà di nascondere la sessualità agli stessi, come se fosse qualcosa di sbagliato. Eppure al contempo, i giovani sono sempre più lasciati soli nella scoperta della loro sessualità, con la pornografia come unica guida. A partire dal potere catartico della risata, invece, da Mr. Dick vengono periodicamente organizzati incontri di educazione sessuale da parte di professionali del settore, al fine di far riflettere e instaurare il dialogo all’interno di un contesto goliardico e leggero. E il grande successo della pasticceria mostra esattamente che le persone hanno sempre più esigenza e interesse di affrontare queste tematiche.

Le norme del quieto vivere sono fondamentali. Decostruire il concetto di volgarità non significa non avere regole e vivere allo stato brado. La parola è fondamentale, ma bisogna conoscere la volgarità per poterla definire. Lo stesso vale per il protocollo, che rimane comunque importante: per poterlo superare bisogna prima averlo imparato. E questo Mr. Dick lo sa bene. La sua irriverenza non sfocia mai in una scortesia nei confronti della clientela. Il senso del pudore è naturale e va sempre rispettato. Ma c’è differenza tra l’imbarazzo o il fastidio che può creare un dolce a forma di genitale e la violazione dell’etica del comportamento individuale. Dato che il concetto di “cattivo gusto” è soggettivo, è opportuno non confondere la volgarità con la maleducazione, in quanto tra disagio e mancanza di rispetto c’è una bella differenza. Il primo è soggettivo, il secondo non lo è e perciò merita un’intervenzione dal momento che arreca un danno fisico o psicologico alla comunità. Di conseguenza, coloro che si oppongono al brand di Mr. Dick si appellano a una volgarità etica, quando in realtà il discorso è puramente estetico. Se la volgarità è nei modi, allora il decoro rimane circoscritto al campo della sensibilità estetica, che è personale e non può invocare una condanna morale. Un vero provvedimento va preso solo quando la stessa volgarità entra nell’etica del fare civile, scivolando in vizi quali il teppismo, la violenza o la villania. Rimanendo però in un contesto beffardo e ilare, la sexy pasticceria ha tutto il diritto di essere lasciata in pace, libera e aperta (in tutti i sensi).

Mr. Dick è un grande progetto, necessario nella nostra Italia. Con spensieratezza e un pizzico di sfacciataggine ci insegna che delle volte la vita va presa con leggerezza, o meglio a morsi, e che i tabù vanno affrontati di petto, o piuttosto, di gola. Grazie alla sua “volgarità” è in grado di arrivare a ogni tipo di pubblico e affermare così la sua rivoluzionaria spontaneità. Come afferma il filosofo Javier Gomá, “la volgarità è il risultato contemporaneo dell’uguaglianza e del processo di liberazione soggettiva del sé … È l’esteriorizzazione della spontaneità di un io grezzo, le cui espressioni hanno lo stesso diritto di manifestarsi come i prodotti culturali più alti … La volgarità è il punto di partenza, e non di arrivo, di una cultura che vuole essere realistica”.

Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=lBcQOMd95BQ

Foto: @mrdickitalia, Instagram

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