Teen Star, infiltrazioni di integralismo cattolico nella scuola italiana, i genitori ritirano i figli

La protesta dei genitori: "Riteniamo che un ente cattolico non sia una scelta neutra all’interno della scuola pubblica, definita laica dalla nostra Costituzione".

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Castità, metodo Ogino Knaus e Teologia del Corpo: sono gli ingredienti del controverso corso di educazione affettiva e sessuale Teen Star, rivolto alla scuola secondaria di primo grado e fulcro di una bufera di polemiche su una scuola media torinese.

L’Istituto Comprensivo Statale Costantino Nigra avrebbe ospitato solo poche lezioni prima di essere oggetto di una scrupolosa valutazione da parte di alcune famiglie, che scoperti i sottotesti filocattolici del corso avrebbero ritirato l* adolescenti dal programma.

Rimangono tuttavia le perplessità su come un’iniziativa simile abbia potuto varcare l’ingresso di una scuola pubblica in prima battuta. Più si scava nella vicenda, più i risvolti appaiono problematici.  

Alla richiesta di spiegazioni avanzata da alcuni genitori alle referenti del corso – promosso anche da associazioni come Pro Vita & Famiglia e il Forum delle Famiglie –, quest’ultime avrebbero infatti vagamente ribadito la natura integralista delle lezioni previste e dichiarandosi “contrarie ad affrontare argomenti quali l’interruzione volontaria di gravidanza e la legge che ne tutela il diritto”.

Alle ragazze sarebbe stato chiesto inoltre di compilare una tabella sui sintomi dell’ovulazione per valutare la fertilità mensile, una metodologia che ricorda molto l’Ogino Knaus, utilizzato dalle fondamentaliste cattoliche per evitare i canonici metodi contraccettivi.

In seguito a un incontro iniziale con il preside per esprimere le proprie perplessità, le famiglie hanno deciso di rendere pubblica la situazione. Curiosamente, questa mossa ha indotto Teen Star a ritirarsi dalle attività previste.

Attualmente, genitori e insegnanti stanno vagliando altre alternative gratuite offerte da entità pubbliche, le quali verranno sottoposte al giudizio degli organi collegiali della scuola. L’obiettivo è assicurare agli studenti, ora privi di un programma di educazione affettiva e sessuale, la possibilità di partecipare a un percorso formativo adeguato.

“Siamo contenti che la scuola abbia creato uno spazio per il dialogo e la discussione su un tema così importante per la vita e l’educazione dei ragazzi, dove siano rispettate tutte le sensibilità”, commentano i genitori al Corriere “Ma l’epilogo aumenta i nostri sospetti sul programma Teen Star, visto che si è ritirato appena è uscito il suo nome sul giornale” aggiungendo poi “Al di là di come la pensi ciascuno di noi, riteniamo che un ente cattolico non sia una scelta neutra all’interno della scuola pubblica, definita laica dalla nostra Costituzione”.

Il metodo Teen Star

Una visita iniziale al sito web di Teen Star potrebbe lasciare l’impressione di trovarsi di fronte a un tradizionale programma educativo per adolescenti.

Il sito utilizza un linguaggio accogliente e si concentra principalmente sull’educazione emotiva e affettiva, con sezioni dedicate all’esplorazione e alla comprensione dei cambiamenti fisici e emotivi tipici della pubertà.

Nel navigare il sito, emerge inoltre un dettaglio notevole: il programma Teen Star è attivo in 56 paesi, inclusi, tra gli altri, Ungheria, Uganda, Zimbabwe, Francia, Germania, Polonia e Regno Unito.

Tuttavia, oltre ai continui riferimenti a una vaga “dimensione spirituale“, si notano lacune significative: l’assenza di qualsiasi riferimento esplicito a orientamenti affettivi e identità di genere diverse dall’eterocisnormatività e una scarsità generale di dettagli specifici sui contenuti del corso disponibili sul sito, accessibili solo dopo aver completato il processo di iscrizione.

Una mancanza di trasparenza volta forse a non sollevare interrogativi sull’ampiezza e l’inclusività del programma?

Il programma Teen Star è stato fondato negli anni ’80 dalla ginecologa e suora missionaria Hanna Klaus. Oggi è diretto da Pilar Vigil, docente presso l’Università Cattolica di Santiago in Cile e membro della Pontificia Accademia per la Vita.

Origini e affiliazioni che confermano la base morale e etica su cui il programma è costruito, riflettendo una specifica visione del mondo incompatibile con la presunta laicità della scuola pubblica italiana. 

“Troviamo preoccupante come gli enti di stampo cattolico stiano entrando con tale facilità, in maniera capillare, in tutte le istituzioni,” ha dichiarato Lara Vodani, Presidente di Arcigay Torino. “Già negli scorsi mesi l’associazione ProVita ha ricevuto una stanza all’interno dell’ospedale ginecologico Sant’Anna per svolgere alcune delle proprie attività. Ora ci ritroviamo a interrogarci sulla laicità e l’inclusività che l’ente formativo sta adottando per sensibilizzare e formare le nuove generazioni all’educazione sessuale e affettiva, strettamente correlata ai corpi come strumento di comunicazione e relazione,” conclude Vodani.

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