ROMA. E’ la prima grande retrospettiva italiana dedicata al fotografo americano Herb Ritts, quello che ha fotografato Madonna in tutte le salse, quello che i più grandi stilisti si contendono, quello che ha fatto del suo obiettivo un potente scavatore d’anime, veicolo di un rigoroso e raffinato erotismo. E’ al Palazzo delle Esposizioni fino al 22 gennaio 2001. Herb Ritts è uno dei più celebri fotografi del nostro tempo.
Pur non avendo il supporto di un’istallazione di incomparabile effetto, come quella realizzata nel meraviglioso palazzo di vetro di Jean Nouvel, sede della Fondation Cartier a Parigi, che ha ospitato nei primi mesi del 2000 la mostra sul grande artista americano, le foto di Ritts conservano anche nelle sale del Palazzo dell’arte romano, tutta la forza di un impatto visivo unico e coinvolgente.
Cento immagini di corpi nudi e statuari, di ritratti di divi del cinema , musicisti, modelle , attori, cantanti, artisti. Da Liz Taylor, a Clint Eastwood, da Boris Becker a Madonna, da Roy Lichtenstein a Keith Haring, da Naomi Campbell a k.d.lang, da Re Hussein al Dalai Lama, da Tom Cruise ad Antonio Banderas. Una carrellata di ritratti che ripercorrono vent’anni di storia.
"Fisso uomini e donne sulla pellicola, allo scopo di conservare una traccia delle persone che sono vissute in questa parte del secolo e che hanno contato sulla scena politica, artistica e sociale". E’ questa, secondo Herb Ritts, la funzione della fotografia."Le immagini stanno a ricordare che mentre uno ogni mese spara a raffica e annerisce centinaia di rotoli di pellicola, conserva una traccia di qualcosa, cerca di captare l’istante attraverso un’immagine unica, che servirà in definitiva ad evocare un’intera epoca".
Nato in California nel 1952, Herb Ritts arriva al successo per caso, con una foto del 1978 ad un amico, in una stazione di servizio a San Bernardino, nel deserto, durante l’attesa per la riparazione ad una ruota forata. L’amico era l’allora sconosciuto Richard Gere, che con quella foto apparve su Vogue, Esquire, Mademoiselle, e per Herb Ritts fu l’inizio di una folgorante carriera. Calvin Klein, Armani, Versace se lo contendono da anni e molti dei servizi di moda più "glamour" portano ancora oggi la sua firma.
Autodidatta e sempre alla ricerca di uno stile personale, Ritts riesce a imporre un modo nuovo di ritrarre, di indagare il personaggio e renderlo tale in un gioco di rappresentazione pieno di intensità e nuove soluzioni formali. Bruce Weber ,Helmut Newton, Man Ray, Martin Munkacsi, August Sander sono i suoi riferimenti di sempre.
I suoi ritratti, tra cui Madonna fotografata in diversi momenti della sua carriera artistica, disorientano lo spettatore.Ogni personaggio sembra riuscire ad esprimere un sentimento nascosto, che affiora per la prima volta alla luce.
" La cosa più importante per me è sempre stata quella di imparare ad aguzzare lo sguardo.Oggi, molto spesso ci si preoccupa troppo di avere la macchina giusta, la pellicola giusta, l’obiettivo più adatto, e si trascura la cosa essenziale, che è quella di cogliere la profondità dei soggetti, l’anima dei personaggi".
Herb Ritts è anche gay, e questo va detto. Non tanto per spirito di casta, ma per quel sano atteggiamento militante che rende praticamente impossibile il silenzio dinanzi all’ipocrisia e al provincialismo sempre più dilagante nel nostro paese. Su Il Venerdì del 17 Novembre si precisa che "benché Ritts non sia un artista gay, le sue immagini sono molto amate dalla comunità omosessuale americana" e si dimentica che Herb Ritts ha dichiarato pubblicamente la sua omosessualità.
In un’intervista televisiva con Maria Shriver , ritrasmessa su rete nazionale dalla NBC il 26 gennaio 1993, parlando di Duo, libro culto in cui ritrae una coppia gay nella loro quotidianità, Ritts dichiara: "Bisogna finirla con la paura. Non ho mai sofferto della mia omosessualità, e penso che il libro possa servire a eliminare la discriminazione contro gay e lesbiche".
HERB RITTS, retrospettiva
Roma, Palazzo delle Esposizioni,
via Nazionale, 194 – tel. 06.4745903
di Rocco Messere
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