La Gran Bretagna è sotto shock dopo che il Daily Mail ha pubblicato la notizia di una madre che ha ucciso la figlia di otto anni perché la sua compagna l’aveva convinta che la piccola fosse l’incarnazione del male. Polly Chowdhury, 35 anni, e la compagna, Lili Kuddar, di 43 anni, sono state condannate entrambe per l’omicidio preterintenzionale di Ayesha. Il corpo senza vita della bambina fu trovato il 29 agosto del 2013 nella casa di Chadwell Heath, nella zona est di Londra, e sul suo corpo vennero trovate 56 ferite di ogni genere, tra cui lividi, bruciature e morsi che la madre le avrebbe inflitto dopo essersi convinta di essere una vampira.
Sevizie durate per 48 ore prima del colpo alla testa che è stato fatale, secondo quanto accertato dal medico legale. I giudici, però, non sono riusciti a dimostrare chi delle due donne abbia inferto il colpo letale e questo ha fatto cadere l’accusa di omicidio di primo grado, il più grave.
Una storia la cui trama si snoda tra riti messianici e particolari al limite dell’horror che Kuddar ha usato per soggiogare la poco stabile mente della vicina di casa e amante Chowdhury convincendola che la figlia di otto anni fosse il diavolo.
La piccola aveva affidato ad un diario gli sfoghi per le violenze che era costretta a subire e per le quali non trovava spiegazioni, dati i suoi sforzi per essere “brava” e non fare arrabbiare la mamma e la sua compagna. Bagni gelidi, sigarette spente sulla pelle, percosse, alimentazione forzata fino alla malattia: questo descrive Ayesha nel diario. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la notte in cui la bambina morì, fu la vicina di casa a colpirla violentemente e ripetutamente con il soffione della doccia e fu sempre lei a chiamare i soccorsi dicendo al telefono che “era una bambina disobbediente e la mamma pensava fosse posseduta dal demonio”.
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