Il 10 maggio del 1991 usciva nei cinema d’America un documentario presto diventato cult. Madonna: Truth or Dare, arrivato in Italia con il titolo “A letto con Madonna“. Presentato fuori Concorso al Festival di Cannes, Truth or Dare celebrava un’artista all’epoca Regina del mondo.
Registrato nel corso del mitologico Blond Ambition Tour, il doc mostrava la Ciccone dieto le quinte del suo stesso show, tra immagini in 35mm e 16mm in bianco e nero, tra pubblico e privato. Una Madonna disinibita, a cuore aperto, tra sogni e ambizioni, professionista esemplare, ancora innamorata di Sean Penn, all’epoca da poco lasciato, e legatissima ai propri ballerini. Sette, sei dei quali omosessuali, che girarono il mondo ammaliando un’intera generazione, tra Aids, passione per la danza e difficoltà economiche. Tre di loro, nel 1992, fecero causa a Madonna per aver violato la loro privacy con il documentario, che aveva in origine 250 ore di riprese, provocando stress non richiesto. Costato 4 milioni e mezzo di dollari, A letto con Madonna ne incassò 30. Ancora oggi è il quinto documentario di tutti i tempi, per incassi worldwide, dietro Fahrenheit 9/11, La marcia dei pinguini, An Inconvenient Truth e Bowling a Columbine.
Il titolo originale del doc, Obbligo o Verità, si rifà al celebre gioco che in una scena del progetto prende il sopravvento, con uno dei ballerini costretto a far vedere il proprio bene, altri due a baciarsi con la lingua, mentre Madonna simula del sesso orale con il collo di una bottiglia. Nel 2019 è uscito un altro bellissimo documentario, Strike a Pose, tutto incentrato sui ballerini di quell’epocale Blond Ambition Tour. Una sorta di spin-off a colori e contemporaneo di “A letto con Madonna“, interamente on line, su Youtube, e in italiano. È in testa al post, nel caso in cui non l’abbiate mai visto o lo voleste rivedere. 30 anni dopo, è ancora spettacolare.
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È ancora regina del mondo. Alla faccia di tutte le sciacque degli ultimi vent’anni