Da un’adolescenza passata nella sua terra natale, il Libano, dove tutti i giorni conviveva con la paura delle bombe e della violenza, ad un presente di serenità e speranze in Italia, un paese che considera la sua seconda patria e che ama moltissimo.
E’ qui che, oltre agli studi per diventare ingegnere, Alì Ayach ha incontrato il mondo dorato e spiato della casa del Grande Fratello. Un’avventura durata poco, ed è lui stesso ad attribuirsi la colpa anzi il merito della sua rapida eliminazione. Un’avventura iniziata nella bolla di vetro con un incidente di percorso: l’attacco da parte dei giovani di ‘Fiamma Tricolore’, che hanno distrutto la bolla al grido de ‘la casa non è un gioco’. Niente spavento però per Alì, abituato a ben altro, ‘abituato da piccolo ad aver paura perché la morte era sempre dietro l’angolo’.
La violenza pare essere un minimo comune denominatore che accompagna la tua esistenza…Anche se sono sempre stato circondato da un clima di violenza non mi sono mai fatto condizionare. Per quel che riguarda l’attacco che abbiamo subito nella ‘bolla di vetro’, non mi ha turbato più di tanto. Sinceramente sono abituato a ben altro. Infatti, mentre gli altri due concorrenti sono scappati subito, io sono rimasto dentro la bolla e sono uscito con calma.
Hai dichiarato che da piccolo avevi tanta paura perché a Beirut
c’era costantemente la morte dietro l’angolo. Oggi che ricordo hai della tua adolescenza trascorsa in Libano?
Nonostante io sia totalmente contrario alla guerra, da un’esperienza così negativa ho cercato di trarre i pochi insegnamenti positivi, come la capacità di sopravvivenza. Per il resto la guerra è una cosa orrenda, il fatto stesso di usare violenza nei confronti di altri esseri umani è spregevole. Mi auguro davvero che si possa trovare una soluzione per portare la pace nel medioriente.
Hai anche confessato che: “con il tempo sentire bombe e proiettili è diventata una cosa normale”. Tu credi che ci possa abituare a subire la violenza?
Più che abituare a subire, ci si abitua a vivere la violenza.
La violenza è anche quella che da secoli, e tutt’ora, si scaglia contro la diversità sessuale. Come vive il Libano l’omosessualità?Il mio paese è molto vicino alla mentalità dell’occidente, anche se non mi piace molto parlare di occidente ed oriente. Sono uno di quelli che pensa che non debbano esistere barriere e confini tra i popoli. Il Libano si sta aprendo molto anche nei confronti del tema omosessualità, ma credo che ancora sia difficile vedere due uomini che si baciano per strada. Chissà, magari un giorno sarà possibile anche questo.
Tu invece come hai vissuto la co-abitazione con una trans?
Nonostante abbia capito subito la sua natura sessuale, ho sempre pensato a lei come ad una donna a tutti gli effetti. Silvia ha la femminilità nel sangue.
Però tra dire che Silvia è una donna in tutto e per tutto, e pensare di avere una storia con lei c’è differenza. Tu intraprenderesti una relazione con una trans come Silvia?
Dipende dal contesto e dalle circostanze. Io non faccio nessuna differenza.
Nella casa del Grande Fratello sei stato quello che maggiormente si è lasciato andare con le donne.Sono una persona molto passionale, un vero e proprio scorpione.
Speravi di arrivare alla finale, o sentivi che saresti uscito nelle prime settimane di gioco?
In realtà quando sono andato in nomination, ho fatto in modo, attraverso il mio comportamento ed alcuni miei atteggiamenti raffinati, di spingere il pubblico a farmi uscire.
Chi pensi che arriverà in finale?
Sarà una bella lotta tra Roberto e Silvia.
Chi è il più stratega tra i ragazzi che stanno nella casa?
Il più stratega di tutti ero io, ma dopo la mia rinuncia a restare nella casa, credo che Roberto sia quello che sta giocando meglio le sue carte.
Andando al Grande Fratello hai realizzato un sogno? E dopo il GF hai ancora un sogno da realizzare?
La partecipazione al programma di Canale 5 è stata una bella esperienza, ma pur sempre un gioco. Il sogno che voglio realizzare è quello di diventare un bravo ingegnere, che è il motivo per cui sono arrivato in Italia.
Cosa rappresenta per te l’Italia?
La possibilità di realizzarmi e di avere la chance di essere un ottimo ingegnere, ma anche di integrarmi perfettamente nella società italiana. Devo dire grazie al vostro paese, che amo profondamente.
di Michele Sabia
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